Final Space: su Netflix una buona comedy animata, un passettino dietro la grandezza di Diego Castelli
Carina eh, ma Futurama e Rick & Morty sono di un altro livello
Stavo per recensire Final Space dopo averne visti 2-3 episodi, malgrado su Netflix ci sia tutta la prima stagione, ma poi qualcosa mi ha imposto di fare una minimaratona serale per arrivare alla fine. Qualcosa a parte l’opprimente senso del dovere che mi porto dietro fin dall’infanzia, intendo.
Nata come prodottino indipendente firmato da Olan Rogers, Final Space è poi finita su TBS (e internazionalmente su Netflix) dopo che Conan O’Brien, il famoso conduttore americano, aveva visto il pilota su internet, decidendo di prendere Rogers sotto la sua ala.
Comedy animata di fantascienza, Final Space ha per protagonista Gary (doppiato dallo stesso Olan Rogers), carcerato spaziale che ha passato gli ultimi 5 anni da solo su una nave prigione, e che ora si trova a vivere numerose avventure in compagnia di un buffo, tenero e pericolosissimo alieno di nome Mooncake, con l’obiettivo di sconfiggere il temibile Lord Commander (la voce è del mitico David Tennant) e scoprire il mistero del fantomatico “spazio finale”.
Il motivo per cui stavo per recensire la serie dopo pochi episodi è legato al fatto che non mi sembrava granché. Benché la sceneggiatura scorresse abbastanza fluidamente in una lunga sequela di gag, citazioni, battute e parodie, avevo la netta impressione che non riuscisse a toccare le vette di Futurama e Rick & Morty. E intendiamoci, è ancora così.
Partendo dal carattere egomaniaco, cazzone ma fondamentalmente eroico di Gary, gli autori lo attorniano di un tot di personaggi a vario grado di buffezza (o buffità? O buffitudine?) che finiscono col formare una strampalata ciurma alla Firefly.
Il tutto è abbastanza divertente ma, come detto, non arriva ai livelli delle altre serie citate. Un tantino meno intelligente, leggermente più sguaiata e infantile, anche meno densa nel senso specifico della quantità di comicità per unità di tempo e spazio (dovremmo inventarci un’unità di misura a questo proposito). E quindi insomma, ero già qui pronto a scrivere di come, all’aumentare delle serie animate per adulti grazie alle nuove piattaforme, il risultato era la fioritura di più prodotti “medi”, senza infamia e senza lode.
In realtà, però, Final Space un asso nella manica ce l’aveva, e non era del tutto visibile nel primo paio di episodi. Al contrario della maggior parte delle animazioni per adulti di stampo occidentale (che vanno dai Simpson a Family Guy, passando per South Park e tante vecchie serie di Mtv), Final Space ha una trama orizzontale solida ed esplicita. Se il principe dell’orizzontalità serial-animata di questi anni è Bojack Horseman, che è un capolavoro vero in cui la commedia pura e semplice è spesso solo un pretesto, Final Space ha però il pregio di rinunciare al facile schema delle puntate autoconsclusive, per provare a lanciare nel terreno della space opera, della serialità che percepiamo come “vera”.
Anche in questo caso, bisogna comunque registrare qualche ingenuità, perché alcuni risvolti sono un po’ telefonati (altri molto meno, va detto), e perché il tentativo di dare uno spessore drammatico e romantico a certe vicende fa scivolare il tutto in alcune sdolcinatezze di troppo, con qualche battuta da bacio perugina che ci si poteva risparmiare.
Piccoli inciampi e leggerezze che però non tolgono valore a una struttura che non è folgorante fin da subito, ma si riesce ad apprezzare col tempo, unita a un buon lavoro di caratterizzazione anche visiva dei personaggi (Mooncake è di una tenerezza abbastanza clamorosa, con la sua facciotta verde e quel verso, “ciukidi”, che entra immediatamente nel cervello), e una messa in scena bella compatta, varia e di buon ritmo.
Certo, l’impressione è che comunque il salto di qualità verso la vera grandezza non sia ancora stato fatto. Se davvero vogliamo fare il paragone con Futurama e Rick & Morty per genere e ambientazione, e con Bojack Horseman per l’orizzontalità, tutti questi esempi sono attualmente superiori a Final Space. Più ficcanti, più sfumati, più immediatamente d’impatto, prodotti di cui ti basta una puntata per consigliarli a tutti i tuoi amici.
Ma se invece evitiamo i paragoni e parliamo in termini assoluti, se scegliamo di giudicare Final Space solo sulla sua capacità di farci appassionare alla vicenda e al vissuto dei personaggi, senza troppe altre fisime, beh, allora ci siamo.
Perché seguire Final Space: è un prodottino onesto e gradevole, che guadagna punti col proseguire di una storia pienamente orizzontale e scritta con giudizio.
Perché mollare Final Space: se i vostri termini di paragone per l’animazione di qualità sono i Futurama, i Rick & Morty, i Bojack Horseman, e non volete scendere sotto quel livello, allora bisogna ammettere che Final Space ha ancora un po’ di strada da fare.