Joss Whedon lavora al reboot di Buffy, e nessuno capisce perché di Diego Castelli
La nuova Buffy sarà di colore, ma vi assicuro che esistono motivi meno idioti per lamentarsi
La notizia è di quelle destinate a dividere: Joss Whedon, nelle vesti di produttore esecutivo a supporto della sceneggiatrice e showrunner Monica Owusu-Breen, è al lavoro per conto di Fox 21 TV Studios per dare vita a un reboot di Buffy.
E non vi sto a spiegare cos’è Buffy, perché sarebbe ridicolo.
L’ulteriore notizia è che la nuova Buffy sarà afroamericana, in nome di un approccio più diversificato ai personaggi che i produttori vogliono esplicitamente imprimere allo show (che già all’epoca lavorava a suo modo su discriminazioni e minoranze).
Prima che qualcuno tiri fuori qualche stronzata proto-razzista come per Lupin (magari ricordiamo, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che la mitologia di Buffy impone che la protagonista sia donna, non che sia bianca), diciamo serenamente che esistono diversi motivi per storcere il naso di fronte a un’operazione del genere.
In primo luogo per il più classico dei “Buffy esiste già, non potete inventarvi una cosa nuova?”, che per quanto mi riguarda è l’argomento principe contro tutti questi sequel e reboot di cui francamente nessuno sente il bisogno, per lo meno quando l’originale è finito 15 anni fa, e non 50.
Ma a dirla proprio tutta, a non convincere è proprio il concetto di reboot: Buffy Sommers non è mai stata “l’unica” cacciatrice della saga, quindi si sarebbe potuto semplicemente immaginare un sequel dove una nuova cacciatrice ricalca le orme della vecchia, magari addirittura incontrandola, o tenendone un bel poster in cameretta.
Certo, c’era il rischio di perdere il marchio, ma immagino si sarebbe potuto trovare un escamotage: “Luigina – Buffy’s Legacy”, una cosa del genere.
Invece no, bisogna per forza fare da capo una cosa che già funzionava di suo, e che tutti ricordano ancora benissimo. Boh, vediamo come va.