Take Two – La serie tv che è come Castle, ma al contrario di Marco Villa
Gli autori di Castle provano di nuovo il colpaccio con Take Two, storia di una improbabile coppia di investigatori
Quando trovi la serie che ti garantisce ascolti altissimi e qualità rispettabile, in testa ti si forma subito la gigantesca scritta: clonazione. E non importa che tu sia rete, casa di produzione o autore, l’unica cosa che vorresti fare è ricreare quell’equilibrio che ha garantito il successo. Se la serie in questione si chiama Castle, già sappiamo che in questi anni tutti hanno provato a replicare la formula giusta, ma nessuno finora ci è riuscito davvero. Per tentare il colpaccio, ABC ha tirato in mezzo direttamente Andrew Marlowe e Teri Edda Miller, che di Castle erano creatore ed executive producer. Il risultato è Take Two e se vi segnate gli elementi in comune con Castle, a fine articolo avrete più X che sulla cartella della tombola di Natale.
Take Two è in onda su ABC dal 21 giugno e racconta la storia di una coppia anomala di detective. Uno dei due è Eddie Valetik (Eddie Cibran) ed è a tutti gli effetti un investigatore privato, l’altra è Samantha Swift (Rachel Bilson) un’attrice che ha interpretato per anni una poliziotta e che, dopo un periodo di rehab, deve calarsi nella vita di un investigatore privato per provare a prendere un ruolo. Seguono: rapporto contrastato con lui che non la vuole; comportamenti inopportuni da parte di lei; apparente rottura; intervento decisivo di lei per risolvere il caso; lui che non può più fare a meno di lei.
Tutto dritto, tutto semplice, tutto lineare. Take Two è una serie che non sorprende mai, che si prefigge un obiettivo e prova a raggiungerlo senza badare al resto. E quell’obiettivo viene raggiunto, perché il primo episodio è leggerissimo e convincente, ci sono molti momenti comedy, ma anche scene con morti con buchi in testa. Il tutto viene bilanciato con dosi a palate di autoironia: l’autoironia che permette alla serie di iniziare con una sequenza tratta dalla terribile serie crime interpretata da Samantha nella finzione, ma anche di chiudere sfruttando proprio l’elemento più ridicolo di quella sequenza. Take Two, insomma, non si prende mai sul serio e questo è fondamentale per un titolo di questo tipo, che altrimenti non avrebbe possibilità alcuna di convincere.
Su tutto, però, c’è da sottolineare l’ottimo equilibrio tra i due protagonisti, uno degli elementi cruciali nel successo di Castle. Rachel Bilson è bravissima nel creare un personaggio border senza esagerare con tic e faccette, mentre Cibran compensa bene i momenti da duro con quelli più comedy.
Mi rendo conto che ho detto solo cose buone fino a questo momento, ma davvero si fatica a trovare difetti macroscopici a questa serie, che va presa per quello che è: una serie semplice e leggera, che non pretende di essere nient’altro che intrattenimento mordi e fuggi senza pensieri. Ovvero l’esatto opposto di quello che di solito elogiamo da queste parti. Non vedrete mai Take Two nelle classifiche di fine anno di Serial Minds, né probabilmente finirà mai in un serial moments o si beccherà un altro post, ma è una serie ben fatta. E no, non è una contraddizione.
Perché guardare Take Two: perché tutto è al posto giusto
Perché mollare Take Two: perché non vi sorprenderà mai