18 Luglio 2018

Mark Millar, Netflix, e quegli annunci che trasudano entusiasmo di Diego Castelli

L'annuncio ufficiale dei prossimi progetti di Mark Millar consente e Netflix di espandere ulteriormente il proprio mito

Millar

Arriviamo un po’ in ritardo rispetto alla concorrenza, perché ancora non riusciamo a liberarci di questa cosa chiamata “lavoro”. Davvero non mi spiego come noi non si riesca ancora a vivere senza lavorare, bevendo bibite ghiacciate e scrivendo articoletti qui e là.

Vabbè, comunque sia. Fra le notizie importanti di oggi c’è indubbiamente l’annuncio, da parte di Netflix, dei primi frutti del lavoro congiunto fra l’ormai onnipresente piattaforma di streaming e Mark Millar, geniale autore di fumetti la cui casa editrice, Millarworld, è stata comprata proprio da Netflix nel 2017.

A suo tempo l’annuncio fece scalpore, proprio perché si univano un autore fra i più amati del genere (dalla tua testa sono usciti brand cine-fumettosi come Kick-Ass, Wanted e Kingsman, senza contare i contributi importantissimi ai supereroi Marvel e DC), e ora i primi annunci ufficiali rischiano di far alzare ulteriormente l’hype.

Jupiter-Legacy

Sì perché Netflix e Millar non si sono limitati ad annunciare una sola seriucola striminzita, hanno promesso due serie e tre film.
Per quanto riguarda il seriale, i titoli in ballo sono Jupiter’s Legacy, supereroistico a sfondo teen, e American Jesus, in cui un bambino di 12 anni scopre di essere la reincarnazione di Gesù, con tanto di miracoli e via dicendo. I film invece sono tratti dai fumetti Empress, Huck, e l’ancora inedito Sharkey The Bounty Hunter.

Ora, al di là del dettaglio di questi progetti (non fingerò di essere esperto dei fumetti da cui sono tratti), a stupire ancora una volta è la capacità di Netflix di creare aspettativa ed entusiasmo intorno al proprio lavoro.
Intendiamoci, Netflix i complimenti se li merita tutti: in pochi anni ha prodotto decine di serie e film, di qualità complessivamente medio-alta, arrivando a superare HBO per numero di nomination ai prossimi Emmy.
Ma oltre a questa potenza intrinseca, Netflix sembra inarrestabile quando si tratta di vendere al pubblico il proprio marchio e, diciamo, la propria mitologia di piattaforma in cui c’è tutto, e quello che non c’è presto ci sarà.

American-Jesus

Se prendiamo il caso di Mark Millar, quello che traspare dalla collaborazione è l’esistenza di una straordinaria fucina di creatività, a sua volta inserita in una struttura ancora più ampia che già sappiamo sparare fuori contenuto come una mitraglietta.
Quello che sembra dirci Netflix, insomma, è che non serve andare a cercare altrove. Poi lo facciamo lo stesso, naturalmente, ma quello è il senso della forza mediatica del marchio, che fra l’altro, nello stesso giorno degli annunci su Millar, si permette di cacciare fuori anche le prime immagini e informazioni su Narcos: Mexico, come se Millar da solo non fosse abbastanza.

Interessanti anche le parole al miele dello stesso autore:
“Io e mia moglie lavoriamo con Netflix da undici mesi e tutto è come l’avremmo sperato, elevato alla decima potenza. Vedere ogni paio d’anni un film basato sul tuo lavoro  è incredibilmente eccitante, ma osservare il processo tutto in una volta e con talenti di così alto profilo è semplicemente fuori scala”.
Insomma, Millar si diverde abbestia, e la speranza è che presto faccia divertire anche noi.

Nel frattempo, Netflix ha anche lanciato un nuovo profilo social, NX, con il quale terrà aggiornati i fan con le proprie novità, con riferimento esclusivo a prodotti fantastici e fantascientifici.
Di nuovo, genialata di marketing, che fa passare un concetto molto chiaro: abbiamo così tanta roba da offrire, che dobbiamo suddividerla in pacchetti altrimenti facciamo confusione.

 

 

 

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