Serial Moments 336 – Dal 17 al 22 giugno 2018 di Diego Castelli
Eroismo spaziale, sensi di colpa e ancelle nella neve
ATTENZIONE! SPOILER MISURATI DI THE EXPANSE, HUMANS, THE AFFAIR, WESTWORLD E THE HANDMAID’S TALE
5.The Expanse 3×11 – Eroismo spaziale
Con Holden ancora un po’ catatonico e un tot di donne intorno a lui che vogliono alternativamente ucciderlo o salvarlo, il serial moment migliore viene da un po’ di sano eroismo all’hollywoodiana, con il sacrificio di quella cazzutissima di Drummer che permette a Ashford non solo di salvarsi dallo schiacciamento, ma anche di diventare il leader di una nave che ora è in grado di produrre gravità artificiale (senza la quale decine di feriti sarebbero diretti verso morte certa), e che ha intenzione di offrire un porto sicuro per tutti coloro, terrestri o marziani non fa differenza, che dovessero averne bisogno. C’è pure spazio per il discorso motivazionale che fa sempre un po’ Armageddon, o quella roba lì. Ogni tanto ci sta.
4.Humans 3×06 – Umano o Synth?
Aveva un po’ il sapore di certi esperimenti mentali estremi, la scena in cui Laura viene messa di fronte alla necessità di prendere una decisione fra uccidere un vecchio umano mai visto prima, che passava per caso di lì, e il piccolo Sam, il Synth in forma di bambino che la donna ben conosce. Il fatto che Laura scelga il vecchio, dimostrando che nella sua mente c’è ancora una differenza ineliminabile fra esseri umani in carne e ossa e androidi “risvegliati”, fa fare un improvviso e pericoloso passo indietro alle relazioni fra umani e Synth, poco dopo che la stessa Laura era riuscita ad evitare un omicidio di massa proprio facendo ragionare il suo synth domestico, convertito alla causa della ribellione dei robot. Nemmeno in Westworld erano stati così crudeli, povera stella.
3.The Affair 4×01 – Tutto in ordine
Della premiere stagionale di The Affair abbiamo già parlato, spiegando come, più che una singola scena, a rassicurare sia stata una certa vena “classica”, per cui la serie sembra aver abbandonato le sperimentazioni troppo ardite (leggi “pesanti”) della scorsa stagione, per tornare a ciò che sa fare meglio. E allora, dovendo citare una scena specifica, segnaliamo il doppio punto di vista della cena al ristorante: nella prospettiva di Noah sembra che Helen lo stia deliberatamente escludendo, insistendo pure col figlio per farsi dichiarare un’omosessualità che, in questa versione, non sembra così imminente. Attraverso gli occhi di Helen, invece, la stessa scena vede un Noah sempre trafelato che sembra preoccuparsi più dei propri casini che del benessere del figlio, che stava effettivamente per dichiararsi salvo poi zittirsi alla vista del padre. Stessa dinamica della prima stagione, ma funziona sempre e in questo caso ha il sapore di un piatto che non gustavamo come si deve da troppo tempo.
2.Westworld 2×09 – Colpe
Almeno due momenti assai rilevanti nel penultimo episodio stagionale di Westworld. In primo luogo l’atteso flashback sulla vita privata di William, da cui ricavare informazioni fondamentali sulla sua psicologica e le sue motivazioni profonde. La sorpresa è che quelle motivazioni nulla hanno a che vedere con chissà quale piano diabolico, ma sono più che altro la reazione di un uomo fragilissimo alle avversità della vita: dopo due stagioni passate a guardare gente entrare in Westworld per svagarsi un po’, apprendiamo che William è una specie di videogiocatore patologico, uno che è semplicemente fuggito da una vita di responsabilità e dolore, per diventare un cavaliere senza nome in un luogo in cui la responsabilità non esiste. Talmente immerso nella sua fantasia, da non accettare alcuna interferenza proveniente dall’esterno, come una figlia reale che lui crede essere finta, e che finisce con l’uccidere, uscendo ancora di più di testa. Vedendolo tagliarsi il braccio, come a saggiare la propria realtà, viene da pensare che possa addirittura essere un host, perfettamente modellato sul William reale al punto da riprodurne la follia. Forse un po’ ardita, come ipotesi, ma chissà. Sul finale, invece, spazio per Dolores e Teddy, giunti anche loro a un momento fondamentale (finalmente) della loro storia: tutt’altro che “riprogrammato” da Dolores, Teddy è sì diventato uno spietato killer al servizio della sua padrona, ma non ha dimenticato la sua umanità, né l’amore che prova per lei. Per questo si suicida, incapace di seguire ancora gli ordini di Dolores, ma nemmeno di ribellarsi a lei. E ora Dolores è costretta a fare i conti con la consapevolezza che le sue azioni possono fare davvero male, non solo ai suoi nemici, ma anche a lei stessa e alle persone che ama. Pure lei, come William, costretta a prendersi la responsabilità delle sue azioni.
1.The Handmaid 2×10 – Madri e figlie
Per buona parte dell’episodio il serial moment è facilmente identificabile: parliamo del terribile stupro di June per opera di Fred, con Serena a dare manforte al marito in quello che dovrebbe essere un tentativo di indurre il parto, e che invece è una pura malvagità vendicativa. Poi però arriva il finale, in cui lo stesso Fred, forse roso dai sensi di colpa, permette a June di vedere la figlia. La scena è struggente, Elisabeth Moss come al solito intensissima, e splendida la gestione dell’incontro fra madre e figlia, con la bambina che ancora si ricorda della madre, ma ha sviluppato una specie di scudo emotivo che inizialmente la fa sembrare fredda, salvo poi sciogliersi di fronte all’amore materno. Incredibile è anche il tempismo di questa scena, che non credo sia stata girata nell’ultima settimana, ma che pare cadere a fagiolo nei giorni in cui parte degli Stati Uniti si rivolta contro Trump e le separazioni fra genitori e figli al confine col Messico. Ciliegina sulla torta il cliffhanger con Nick sequestrato e forse ferito e June nuovamente da sola, a distanza imprecisata da casa. Che neanche sarebbe un male, se solo non fosse prossima al parto e in mezzo alla neve…