Instinct – Una serie tv che abbiamo visto già mille volte di Marco Villa
Instinct inizia domenica su Rai2 ed è l’ennesima copia di Castle venuta male
Diciamolo, in sincerità: chi non ha voglia di un nuovo procedurale? Una bella serie con un omicidio a puntata, risolto in maniera brillante, magari da due detective che sembrano diversissimi, ma in realtà traggono proprio dalle loro differenze una sorta di superpotere che li porta a risolvere anche i casi più intricati. Dai, chi non ha voglia di una serie tv di questo tipo? Ecco, chiudiamo qui la parentesi sarcastica, perché tanto si è già capito che la serie di cui si parla oggi è non solo del tutto prescindibile, ma anche quasi noiosa nella sua prevedibilità. Signore e signori, ecco a voi Instinct.
Instinct è una nuova serie tv in onda dal 18 marzo su CBS e in arrivo dall’8 aprile anche su Rai2. La storia vede al centro la detective della polizia di New York Lizzie Needham (Bojana Novakovic) e dall’esperto di serial killer Dylan Reinhart (Alan Cumming, attore di razza, che a livello seriale va ricordato soprattutto per The Good Wife). “Esperto di serial killer” è però una definizione riduttiva per il personaggio, visto che, nell’ordine: insegna in università; è un ex agente operativo della CIA; è uno scrittore di successo; ha una memoria fonografica (nel senso che ricorda quello che sente); è un provetto motociclista; ha un amico in uno scantinato (Naveen Andrews, Sayid di Lost) che gli passa tutte le informazioni del mondo; la sua editor è Whoopi Goldberg; ha una capacità di leggere il mondo stile Sherlock. Un genio vero, insomma, di quelli che dovrebbero essere a capo di un impero e invece inspiegabilmente insegnano all’Università della Pennsylvania, almeno fino a quando la spumeggiante Lizzie, poliziotta in gamba, una sfilza così di partner con cui ha litigato e un cane come compagno di vita, lo va a pescare perché in città c’è un serial killer che sembra ispirarsi a un libro del prof.
La facciamo breve: all’inizio il prof non vuole perché ha promesso al fresco marito (sì, Dylan è gay e il marito è Daniel Ings di Lovesick, in un ribaltamento di ruoli mica male) di lasciare perdere con l’azione, poi ci ripensa, infine diventa non solo determinante per la soluzione dell’indagine, ma anche convinto che l’insegnamento possa aspettare, perché il mondo ha bisogno di lui sulle strade di New York.
Se c’è qualcosa che vi ha minimamente sorpreso in questo riassunto, accomodatevi: avete trovato una serie che soddisferà la vostra voglia di crime e vi farà pure fare un paio di risate con le continue deviazioni umoristiche dei dialoghi dei due personaggi principali. E questo è chiaramente l’obiettivo degli autori, capitanati da un veterano come Michael Rauch (Royal Pains). Il mito di Castle, delle sue otto stagioni e delle repliche in tutto il mondo è lì davanti ed è comprensibile che i network cerchino di bissarlo, provando a produrre serie che cercano di trovare quel bilanciamento tra drama e ironia, con personaggi che non siano i soliti poliziotti squadrati. Peccato che ormai anche la diversità degli investigatori è diventata canone, basti pensare al recentissimo Deception.
A questa mancanza di originalità, si aggiunga poi una regia che a tratti sa essere quasi amatoriale (l’agguato ai protagonisti nell’albergo) e che riesce a far capire quale sia l’assassino alla sua prima apparizione, nonostante la scarsa importanza data al personaggio in questione. L’obiettivo da raggiungere è chiarissimo, il modo in cui Instinct prova ad arrivarci è prevedibile e già visto mille volte. Detto questo, il primo episodio negli Stati Uniti è andato bene e nelle settimane successive si è parlato molto della serie per una puntata troppo simile a un vecchio episodio di Bones (che con Castle è l’altro bersaglio grosso che si spera sempre di colpire), quindi non è detto che in un modo o nell’altro Instinct non ce la possa fare a diventare un’altra serie da visione distratta e reiterata.
Perché guardare Instinct: perché tutto quello che vi ricorda Castle e Bones per voi è manna
Perché mollare Instinct: perché è talmente già vista che si potrebbero anticipare perfino i dialoghi