Pasqua in gif di Diego Castelli
Bisogna serializzare, cioè no, santificare le feste
Quando sei il figlio di Dio, puoi fare miracoli, e hai un’idea molto precisa di come gestirai l’antipatia dei romani nei tuoi confronti.
Poi però tuo Padre ti chiama dall’alto e dice “no ascolta, lascia stare la storia del drago, ho deciso che è meglio se ti fai crocifiggere, vedrai che gli rimarrà più impresso”.
Quando organizzi l’ultima cena con dodici amici, al momento del conto mancano dei soldi, e Giuda continua a dire che lui la sua quota l’ha messa.
Quando il giorno dopo incontri Giuda e lo vedi che gioca con trenta denari, e ti chiedi dove mai può averli trovati, considerando che è un inguaribile scansafatiche.
Quando fai discorsi assolutamente sensati su amore e fratellanza, ma quei contadinotti ignoranti non ti cagano a meno che non moltiplichi pani, pesci, e pure i punti fragola relativi.
Quando cerchi di discutere dei tuoi problemi con Maria Maddalena, ma ogni volta che ci parli insieme si finisce sempre sullo stesso argomento.
Quando Ponzio Pilato chiede alla folla se preferisce Gesù o Barabba, e a te sta cosa della democrazia diretta comincia a stare un filino sui coglioni.
La reazione dei tuoi amici quando dopo tre giorni esci dalla tomba con un bel sorrisone sulla faccia.
La reazione di tua madre quando le dici che sei risorto, ma lei aveva già affittato la tua stanza a uno studente egiziano.
Quando per essere sicuro della resurrezione hai firmato un contratto con quel giovanotto dalla faccia simpatica, e ora lui viene da te e dice “dunque, come da accordi ora mando Medioevo, Santa Inquisizione, Hitler e i No Vax, ok?”.