On My Block – Non la solita serie adolescenziale di Marco Villa
Quella di On My Block non è la classica storia di ragazzini nei quartieri bene di Los Angeles, ma è qualcosa di più
Una ragazza che sa affrontare le cose a muso duro, un nerd che ha paura della sua ombra, un ragazzino che vuole crescere in fretta, uno che rischia di restare invischiato in storie di gang. Quattro profili diversi, che in apparenza avrebbero poco o nulla in comune, ma che si ritrovano a passare le giornate insieme perché abitano le stesse strade dello stesso quartiere e a 15 anni non puoi scegliere di cambiare vita e andartene da un’altra parte, perché a 15 anni non sei tu a decidere. Finisci così per essere costretto a rimanere nel tuo quartiere e proprio di questo parla On My Block.
On My Block è una nuova serie tv di Netflix, disponibile sul servizio dal 16 marzo. Creata da Lauren Iungerich (Awkward) con Eddie Gonzalez e Jeremy Haft, è una serie che racconta la classica formazione e sentimentale di un gruppo di ragazzi latino e afro americani, provando però a togliere questo tipo di storia da stereotipi e attese tipiche del genere. I quattro protagonisti vivono infatti in un quartiere piuttosto duro di Los Angeles, un quartiere in cui si deve scendere a patti molto presto con la realtà, in qualunque forma essa si presenti: capita quindi che assistere a un pestaggio da parte di una gang sia semplice routine mentre si va a scuola, così come è normale sfidarsi a riconoscere dal rumore di uno sparo quale arma sia appena stata usata nei dintorni.
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Due fatti che ovviamente si presterebbero a toni cupi e da drama, ma che qui vengono presentati in modo leggero: On My Block sceglie infatti la chiave della commedia per raccontare la crescita di Monse, Ruby, Jamal e Cesar, quattro ragazzi che stanno affrontando il delicato passaggio dalla scuola media al liceo. Ognuno di loro ha un carattere ben definito e non manca il rapporto amoroso contrastato e difficile. Motore del primo episodio e presumibilmente di tutta la serie è il tentativo di tenere Cesar fuori dal mondo delle gang, un mondo in cui è invischiata tutta la sua famiglia e in cui rischia di scivolare anche lui perché non vede alternative per la sua vita. “Dobbiamo salvare Cesar” è la battuta che chiude il primo episodio: a pronunciarla è Monse, per distacco il personaggio più bello e stimolante di On My Block. Del resto è proprio l’esplosione della pubertà di Monse, avvenuta durante i due mesi estivi in cui era lontana da Los Angeles a dare il via alla serie e a sancire il passaggio da bambini a ragazzi.
Monse è interpretata da Sierra Capri, attrice ventenne che riesce a dare al proprio personaggio un realismo eccezionale, passando da registri adulti a registri quasi infantili nell’arco di pochissimo. L’interpretazione da parte dei quattro protagonisti è senza dubbio uno degli elementi più interessanti di On My Block, che inizia con un lunghissimo piano-sequenza all’interno di una orribile festa di liceali, che ovviamente sembra meravigliosa agli occhi dei quattro ragazzini. Qua e là nel primo episodio si registrano piccoli sbandamenti di messa in scena, con stacchi e scelte di inquadratura che rimandano alla peggiore sitcom del passato, ma la sensazione è che si tratti di incidenti di percorso. A non sbandare nemmeno per un attimo è invece al momento la scrittura: i quattro personaggi principali catturano da subito e Monse ha tutto per diventare una nuova eroina teen.
On My Block si inserisce in un genere chiaro e ampiamente popolato, cercando però di non porsi semplicemente in scia: dalla creazione di personaggi latini e afroamericani, passando per il tono e per un cast non esattamente da copertina di rivista di moda, tutto fa pensare che questa serie possa rivelarsi una bella sorpresa.
Perché guardare On My Block: perché al netto di qualche ingenuità, si percepisce un certo spessore
Perché mollare On My Block: perché è l’ennesima storia di ragazzini che provano a diventare adulti