15 Marzo 2018 7 commenti

Deception: un procedural che sembra Castle, e The Mentalist, e Lucifer, e via così di Diego Castelli

Con Deception, ABC propone un procedural classico che più classico non si può, a cui aggiunge letteralmente un po’ di magia

Copertina, Pilot

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Per quanto  noi si possa dire di conoscere almeno un po’ le dinamiche che animano il mondo seriale e cinematografico americano, riusciamo ancora a stupirci di quanto Hollywood, nella sua inesauribile ansia da prestazione, sappia replicare se stessa in maniera così precisa e matematica, da darci l’idea di un talentuoso ma pigro bambino che di anno in anno ricicla i suoi temi dell’anno prima giusto per avere il tempo di fare altro.

È più o meno quello che accade con Deception, nuova serie tv di ABC creata Chris Fedak, co-creatore di Chuck e in seguito impegnato anche con Forever e Legends of Tomorrow.
Deception racconta di Cameron Black, famosissimo illusionista che, dopo anni di successi in cui metteva in scena numeri mirabolanti con la complicità di un fratello gemello di cui nessuno conosceva l’esistenza, si ritrova in difficoltà dopo che il gemello è finito in galera (incastrato da una misteriosa stronza con gli occhi di colore diverso). Mentre ancora cerca di risollevarsi, Black incappa in un caso criminale che gli suggerisce la mano di un’illusionista. Da lì a diventare un consulente per l’FBI, per aiutarli con i casi più disparati e intanto cercare chi ha incastrato il fratello, il passo è brevissimo.

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Ora, mettiamo un attimo in fila alcuni elementi cardine di Deception:
-Un protagonista (Jack Cutmore-Scott) espertissimo in un campo che non c’entra nulla con la polizia, che finisce ad aiutare proprio la polizia grazie alle sue abilità.
-Il suddetto protagonista è un simpaticone, uno che ama fregarsene delle procedure e delle ingessature burocratico-gerarchiche dell’FBI.
-Incontra Kay (Ilfenesh Hadera), una detective molto bella, intelligente e cazzuta che all’inizio lo prende per un idiota.
-Ovviamente è anche una a cui non frega nulla della magia e che non ha mai visto un suo spettacolo.
-Però poi è la prima a rendersi conto delle sue capacità e a pensare di usarle.
-Si percepisce che una futura storia amorosa è praticamente d’obbligo, anche se ci vorrà un po’.
-La detective ha una capa menosa che cerca sempre di mettere i bastoni fra le ruote ma che poi deve arrendersi all’evidenza che Cameron è utile.
-Ci sono un paio di altri personaggi di contorno che tendenzialmente servono a fare simpatia (il braccio destro di Kay, gli assistenti di Cameron).
-L’impostazione è “caso di puntata in cui Black aiuta la polizia e intanto trova indizi per aiutare il fratello in prigione”.
-La faccenda del fratello serve a creare il lato “umano” di Cameron, che nella maggior parte delle situazioni è un simpatico burlone, ma che diventa serio quando gli toccano la famiglia, per la quale nutre un mai sopito senso di colpa (perché fin da bambino lui era quello che si prendeva gli applausi, mentre l’altro stava nascosto, e giù The Prestige come se non ci fosse un domani).

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Si potrebbe andare avanti, ma direi che ci siamo capiti. Quello che avete appena letto descrive Deception, ma se cambiate i nomi e pochissimi altri dettagli avrete anche Castle, Lucifer, The Mentalist, la stessa Forever, almeno un po’ di Bones, ecc ecc ecc.
Deception è insomma il classico, anzi classicissimo, procedural da tv generalista americana, quello costruito con il manuale a fianco per ricordarsi di tutti ma proprio tutti gli elementi che non devono mancare in un prodotto di questo tipo. Il tutto riferito a un mondo che grazie alla saga cinematografica di Now You See Me è tornato nell’orbita dell’attenzione degli spettatori dopo qualche anno in cui gli illusionisti televisivi erano passati di moda.
Se poi prendete un pilot del genere e lo mettete in palinsesto appena dopo il ritorno di American Idol, come ha fatto ABC, ecco che il risultato è praticamente assicurato.

DECEPTION - "Pilot" - When his career is ruined by scandal, superstar magician Cameron Black has only one place to turn to practice his art of deception, influence and illusion - the FBI. Using every trick in the book and inventing new ones, he will help the government catch the world's most elusive criminals while staging the biggest illusions of his career, on "Deception," premiering SUNDAY, MARCH 11 (10:01-11:00 p.m. EDT), on The ABC Television Network. (ABC/David Giesbrecht) ILFENESH HADERA, AMAURY NOLASCO

Se questa è l’analisi nuda e cruda di ciò che è successo, sulla quale mi pare difficile fare obiezioni, questione diversa è il giudizio. È evidente che, in quanto a originalità, Deception è completamente superflua. Se cioè vogliamo giudicarla sulla base del suo valore presente e futuro nel mondo delle serie tv, siamo di fronte all’ennesimo esempio di una “cosa” di cui abbiamo già tantissime versioni. Visto un episodio, visti tutti (o almeno così sembrerebbe).

Allo stesso tempo, trovo anche difficile sostenere che Deception sia “brutta”. Perché se è vero che il tentativo di creare un procedural super classico sia fastidiosamente evidente, allo stesso tempo gli autori fanno un lavoro onesto e dignitoso. Non solo perché Cameron è simpatico (ma poteva essere più ficcante), o perché c’è un bel ritmo e tante sorprese (sempre senza esagerare con l’ansia), o perché riesce a interessarci almeno qualcosa delle vicende personale dei personaggi (anche se non ci strappiamo i capelli). Ma soprattutto perché il tema della magia si porta dietro una certa curiosità per quello che riguarda il dietro le quinte del lavoro degli illusionisti: oltre a essere un crime con genio al comando, Deception si propone anche come bigino della magia, buco della serratura da cui spiare i trucchi dei grandi maghi. E la cosa è così esplicita, che uno dei personaggi (interpretato da Amaury Nolasco di Prison Break) non fa altro che lamentarsi con i protagonisti perché gli svelano tutti i trucchi del mestiere, rischiando così di rovinare l’illusione.

Questa tensione fa la curiosità morbosa verso la magia e il desiderio fanciullesco di essere stupiti da nuovi trucchi, diventa quindi il piccolo plus capace di dare a Deception quel minimo di personalità che altrimenti si perderebbe nel plagio di mille altre serie.
Non è molto, ma magari per qualcuno può essere abbastanza. Tipo copertina, latte caldo e cervello finalmente spento, ché la giornata è stata pesante.

Perché seguire Deception: è un classico procedural che funziona come un… classico procedural, a cui aggiungere la curiosità per i trucchi di magia.
Perché mollare Deception: Non c’è praticamente nulla, nella struttura di Deception, che non sia mutuato pari pari da altri cento telefilm simili che abbiamo già visto in passato. Se è l’originalità che cercate, qui non ce n’è abbastanza.



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