Serial Moments 320 – Dal 25 febbraio al 3 marzo 2018 di Diego Castelli
Ritorni graditi, addii annunciati, alligatori nello sgabuzzino
ATTENZIONE! SPOILER DA DAY AFTER DI THE X-FILES, COUNTERPART, WACO, ATLANTA, THE WALKING DEAD (E IN FONDO ASH VS EVIL DEAD, HOW TO GET AWAY WITH MURDER, SCANDAL)
5.The X-Files 11×07 – A caso ma con gusto
Poi arrivano le puntate a caso di The X-Files, che però ti lasciano col sorrisino sulle labbra. Questa volta siamo davvero dalle parti di Black Mirror, con un episodio che più autoconclusivo non si potrebbe, in cui Mulder e Scully combattono contro una tecnologia pervasiva e soffocante, così legata alla concessione di feedback positivi da mettere in pericolo la vita dei due protagonisti solo in nome di una mancia. L’episodio è straniante, furbescamente divertente, e quasi senza dialoghi, visto che i nostri si scambiano tre parole in croce per tutti i quaranta minuti, e anzi la maggior parte delle voci arrivano proprio dalle intelligenze artificiali, che mascherano la loro insistenza omicida con la classica gentilezza computerizzata tipo Siri psicolabile. Non è servito a molto, ma ci siamo divertiti.
4.Counterpart 1×06 – Mogli e buoi dei paesi tuoi
Va bene usare gli spostamenti inter-dimensionali per mettere in scena conflitti esistenziali e profonde riflessioni sulla vita, ma poi c’è pure un thriller da portare avanti. Ecco allora che Counterpart ci fa saltare sulla sedia quando rivela che Clare è la moglie di Peter, o meglio una sua sostituta: la moglie di Peter, da quello che si intuisce con un bel po’ di pelle d’oca, sarebbe stata uccisa da un killer e sostituita con la sua doppelganger dell’altra dimensione, opportunamente addestrata per fingere di essere la Clare “normale” e avere così accesso a tutte le informazioni di Peter. Comincia dunque a capirsi anche la missione di Baldwin, probabilmente mandata nel nostro mondo con quella stessa idea, uccidere figure chiave della politica di questo lato, per sostituirle con infiltrati provenienti dall’altro. Un’eventualità che, peraltro, si incastra ancora bene con il tema più generale di quanto due persone possano essere diverse se cresciute in ambienti diversi: qui addirittura parliamo di persone normalissime sostituite da loro copie esatte, la cui unica differenza è quella di essere state addestrate per essere agenti senza scrupoli.
3.Waco 1×06 – Che botta allo stomaco
Settimana scorsa avevo sottolineato che non sapevo come andava a finire la vicenda di Waco, perché non la conoscevo prima della serie e, una volta iniziata la ricostruzione televisiva, ho preferito rimandare eventuali approfondimenti a dopo la messa in onda dell’ultimo episodio. Per questo non sapevo esattamente quanti e quali personaggi sarebbe deceduti, e alla scoperta del “quasi tutti” be’, ho ricevuto un bel colpo. Anche perché l’episodio è forte, pesante, non lascia nulla all’immaginazione e ci mostra l’estrema sofferenza delle persone rimaste intrappolate dal fuoco generato inavvertitamente (ma colpevolmente) dalla polizia nel tentativo di stanarle. L’omicidio/suicidio di David e Steve è in realtà secondario rispetto a quella lunga scena di mogli e figli intrappolati, la cui sofferenza diventa quella di chi, nelle forze dell’ordine, non è stato in grado di prevenire e prevedere la tragedia.
Questo il racconto televisivo, la cui forza puramente narrativa e visiva mi pare innegabile. Poi ci sarebbe anche materia per un po’ di controversia: la ricostruzione della miniserie è chiara, e vede Koresh e i suoi dalla parte dei buoni (sebbene un po’ svalvolati) e la polizia e l’FBI da quella dei cattivi, con pochi margini di sfumatura. A leggere un po’ della vicenda su internet, però, si trovano anche elementi discordanti, non solo per le ricostruzioni della polizia che ovviamente nega di aver ammazzato qualcuno, ma anche per possibili ricostruzioni alternative della vita nella comunità, in cui il trattamento delle donne da parte di Koresh farebbe pensare a scenari un po’ meno bucolici di quelli descritti dalla serie.
Diciamo che è un argomento spinoso su cui ancora non so abbastanza e su cui varrebbe la pena approfondire ulteriormente. La forza puramente narrativa di questo finale, però, rimane. La necessità o meno della sua aderenza alla realtà (e a quale realtà) apre poi tutt’altra parentesi.
2.Atlanta 2×01 – Se you later alligator
Aspettavamo con ansia il ritorno di Atlanta, e Donald Glover non ci ha deluso, scrivendo un episodio che ancora una volta ripropone la forza più evidente della sua prima serie da autore: la messa in scena di un racconto sulla periferia black che sembra realistico, sembra simile a tanti altri che abbiamo visto in tv (specie nella sua componente un po’ gangsta), eppure si apre a momenti di assoluto straniamento che ci fanno spalancare gli occhi, rivelando l’eccezionale talento del Donald per la dissimulazione. In questo episodio, che pure parte benissimo con una rapina completamente a caso e stranamente divertente, il meglio arriva alla fine, quando Earn si trova ad aiutare lo zio, che aveva sequestrato la sua donna e che ora si trova con la polizia sulla porta di casa. Fotografia e linguaggio sono da film di denuncia, ma quello che succede decisamente no, prima di tutto perché lo zio ha un alligatore in casa. La forza con cui quella presenza si impone nella mente dello spettatore, che quando finalmente lo vede prova una specie di estasi mistica, è il simbolo della capacità di Glover di giocare con le nostre aspettative, e di ribaltare i toni ogni volta che crediamo di aver capito dove ci troviamo. Sottile, a volte quasi invisibile, ma poderoso.
1.The Walking Dead 8×09 – Bye Bye Carl
Episodio già annunciato dal midseason finale di pochi mesi fa, la 8×09 racconta, in modo assai sbrodoloso e probabilmente troppo lungo, quello che però rimarrà come un momento epocale di The Walking Dead: la morte di Carl. Morso da uno zombie nel tentativo di salvare un’altra persona, Carl passa a miglior vita sotto lo sguardo amorevole di Rick e di Michonne, e non perde l’occasione per costringere il padre a una riconsiderazione delle sue azioni passate e soprattutto future: a inizio episodio Rick chiede a Carl se ha salvato Saddiq prevedendo la sua utilità in quanto medico, ma Carl ribatte che l’ha salvato solo perché aveva bisogno di aiuto. In questo si vede la differenza fra un Rick ormai rassegnato a guardare solo il lato pratico e utilitaristico della cose, e un Carl che invece lo esorta, con le sue ultime volontà, a riscoprire l’appassionato idealista che gli ha permesso di diventare l’uomo che è. Rick, dal canto suo, promette di impegnarsi per realizzare la visione del figlio, un sogno lattiginoso fatto di pace e vita insieme piuttosto che di guerra e vendetta. Un sogno che addirittura sembra contemplare un Negan redento, se non fosse che quella folle speranza cozza vistosamente col fatto che, nell’ultima immagine, Rick è adagiato contro un albero, solo e ferito. Sembra insomma che per le utopie non sia ancora il momento.
(E già che ci siamo un pensiero anche per Morgan, padre da tempo difettoso il cui figlio putativo, Henry, ammazza la gente con colpi alla gola pochi minuti dopo che il suo mentore strappava intestini a mano dal ventre dei nemici. Diciamo che da questa parte bisogna lavorare un altro po’ va…)
Fuori concorso per simpatia
Ash vs Evil Dead 3×01 – Spot e figlie
All’inizio della sua terza stagione, Ash vs Evil Dead ha bisogno di riaccendere la sfida fra Ash e il Male, e lo fa con la leggerezza e la buffa strafottenza di chi sa che non deve giustificarsi più di tanto, basta strappare budella e aprire crani. Così si inizia con un folle spot in cui Ash usa la sua fama di ammazza-demoni per pubblicizzare il suo nuovo negozio a metà fra ferramenta e sexy shop, e si finisce con la figlia di Ash, personaggio saltato fuori dal nulla e pronto a unirsi alla gang. In mezzo non torna mica tutto, anzi torna poco e niente, ma della rigida coerenza interna questi se ne sono sempre fregati, quindi perché cominciare adesso? Via col sangue, e siamo a posto.
Fuori concorso per dovere di cronaca
How to Get Away With Murder 4×13 + Scandal 7×12 – Crossover
Il tanto atteso crossover fra HTGAWM e Scandal è finalmente andato in onda, ma siccome io non seguo più la prima, e francamente non ne posso più della seconda, lo cito per dovere di cronaca anche se non mi ha scatenato alcun tipo di brividone seriale. Che poi oddio, una sensazione strana c’è: l’idea che Annalise Keating si muova nello stesso universo di Scandal, un universo con presidenze farlocche di pazzi furiosi, senza che la professoressa abbia mai detto una parola al riguardo, un po’ scombussola. Però alla fine i crossover sono fatti per quello, per scombussolare.