Here and Now – La nuova serie tv di Alan Ball di Marco Villa
Dopo Six Feet Under e True Blood, Alan Ball torna con Here and Now, un dramma famigliare che potrebbe non essere quello che sembra
Se qualche anno fa avessero fatto una classifica degli autori di serie tv più importanti e influenti, potete scommettere quello che volete che sul podio avremmo trovato Alan Ball. Nei primi dieci anni di questo secolo ha infatti firmato due tra le serie più iconiche e influenti: prima Six Feet Under, dramma famigliare che sfruttava una struttura da finto procedurale per raccontare la vita di un gruppo di persone accomunate dall’essere in qualche modo vicine al punto di rottura. Poi con True Blood, storia di vampiri che bevono sangue sintetico, allegoria di un mondo in cui il diverso viene in apparenza tollerato, ma in realtà mai davvero accettato. True Blood è finita nel 2012 e, complice la sua deriva sempre più kitsch, da allora Alan Ball si è fatto un po’ da parte, perdendo peso e importanza nel mondo seriale. Ecco perché Here and Now è qualcosa da guardare con attenzione, per capire se il maestro è ancora tale o se ormai è stato superato da chi è venuto dopo di lui.
Here and Now è una serie tv di HBO, in onda negli Stati Uniti dall’11 febbraio e in arrivo in Italia dal 27 febbraio su Sky Atlantic HD. Come detto, è creata da Alan Ball, che firma anche sceneggiatura e regia del primo episodio. La storia è quella dei Boatwright, famiglia molto benestante di Portland: il padre (Tim Robbins) è uno stimatissimo filosofo, che scrive libri di successo e insegna all’università, mentre la madre (Holly Hunter) è una psicologa che ha smesso da tempo di esercitare. La famiglia che i due hanno creato è il frutto di un esperimento liberal: in totale ci sono quattro figli, di cui tre adottati e una – la più piccola – figlia biologica. I tre adottati sono una nera, un asiatico e un latinoamericano e qui si capisce la parola esperimento, che viene usata nel pilot anche dal personaggio di Tim Robbins. Da vecchi hippy che abitano nella città più progressista d’America, i Boatwright hanno provato a mettere in pratica tutti i concetti di fratellanza e apertura che sognavano da ragazzi, creando la perfetta famiglia multietnica: una famiglia legata, coltissima e in cui ci sono talmente tante sfumature di pelle che il colore diventa un dettaglio davvero irrilevante.
Il primo episodio di Here and Now ruota intorno alla festa per i 60 anni del patriarca e, come nella migliore tradizione dei drammi famigliari, è la perfetta occasione per dimostrare che la perfezione esteriore dei Boatwright è in realtà solo apparenza. Il padre è infatti depresso, alle prese con una vita che ormai gli sembra solo un conto alla rovescia, che cerca di riempire con puntuali appuntamenti da una prostituta che gli lasciano solo un senso di colpa da manuale. Il suo discorso di ringraziamento è quello che fa deflagrare tutto il casino, ma si tratta solo della classica goccia che fa traboccare il vaso. Nel corso di tutto l’episodio abbiamo infatti assistito a varie scene che hanno come unico filo conduttore un’insoddisfazione diffusa, un’incapacità di vivere in maniera serena. Tutti i personaggi hanno avuto un’educazione da manuale, stanno vivendo vite che dovrebbero essere soddisfacenti, ma è tutta teoria: nel Qui e Ora del presente, nessuno di loro riesce a reggere davvero.
Uno in particolare, poi, si porta dietro in maniera più evidente questo problema: è Ramon, il più giovane dei figli adottivi. L’episodio inizia e finisce con un suo incubo e per tutto il pilot lo vediamo ossessionato dal numero 11, fissazione che esplode in una vera e propria allucinazione durante il discorso del padre. Allucinazione è la parola che usano tutti i presenti, ma noi spettatori sappiamo che potrebbe essere qualcosa in più, forse l’inizio di una sottotrama vagamente sovrannaturale: in fondo stiamo parlando di Alan Ball e sappiamo da dove arriva.
Al di là di questo aspetto, però, Here and Now riporta Ball ai tempi di Six Feet Under, ovvero ai tempi di una famiglia complicata, in cui i rapporti non sono mai distrutti, ma nemmeno sereni. Holly Hunter sembra ripercorrere i passi di Frances Conroy nella serie sulla famiglia Fisher, nei panni di una madre nevrotica, incapace di mollare anche un solo centimetro nel controllo dei suoi cari. Proprio Six Feet Under ci ha insegnato come Alan Ball sia un maestro nel raccontare con delicatezza quel tipo di storia: la scrittura del primo episodio è da manuale, con tutte le trame personali che convergono verso un unico punto, per poi esplodere e allontanarsi di nuovo. Allo stesso tempo, è più che interessante il discorso che viene portato avanti su un contesto famigliare all’apparenza perfetto, ma in realtà dilaniato in ogni sua componente.
La prima ora di racconto è ottima, grazie anche a un cast di alto livello, e contiene almeno un paio di trovate da applausi (la testa di cavallo della figlia minore, su cui bisognerà tornare con calma). Il grosso punto di domanda è legato alla storia di Ramon: saranno il suo oscillare tra follia e paranormale e soprattutto la capacità degli autori di gestire questo materiale a decidere il destino di Here and Now.
Perché guardare Here and Now: perché il curriculum di Alan Ball lo impone
Perché mollare Here and Now: perché la storia di Ramon può far crollare tutto in qualsiasi momento