23 Gennaio 2018 6 commenti

McMafia – Il lato (ancora più) sporco di Billions di Marco Villa

Mafia russa e alta finanza: su Amazon Prime Video è arrivata McMafia

Brit, Copertina, Pilot

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Il problema probabilmente è mio e deriva dal fatto di non capire nessun elenco di numeri più complesso dello scontrino dell’Esselunga, ma se c’è un mestiere che mi puzza di torbido e sospettoso è quello di chi lavora nei fondi d’investimento. Quantità ingenti di denaro che vengono spostate qua e là seguendo intuizioni e soffiate, come raccontato in modo affascinante da Billions. Se già nella serie con la premiata coppia Lewis-Giamatti tutto era giocato sul confine tra legale e illegale, era solo questione di tempo perché arrivasse un altro titolo a compiere quel fatidico passo verso il criminoso. E quella serie è McMafia.

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McMafia è una serie tv di BBC, coprodotta con AMC e disponibile in Italia su Amazon Prime Video, creata da Hossein Amini e James Watkins, che firma anche la regia del primo episodio. McMafia è tratta dall’omonimo libro inchiesta di Misha Glanny, che ha indagato il mondo sommerso fatto di transazioni sporche, spesso legate a traffici illeciti e regno dei riciclatori di denaro sporco. Protagonista di McMafia è Alex Godman (James Norton), figlio di un ex gangster russo caduto in disgrazia presso il Cremlino e in esilio a Londra da molti anni. Alex si è staccato in maniera netta dalla famiglia, creando il proprio fondo di investimento e riuscendo a imporsi nella City. Tutto filerebbe liscio, se non fosse che padre e zio di Alex hanno dentro un risentimento gigantesco per chi li ha costretti a scappare da Mosca. La variabile impazzita è lo zio Boris, che cerca di trascinare Alex in traffici illeciti, per sfruttare il suo fondo in duplice modo, finanziando affari loschi e ripulendo denaro. Ovviamente in poco tempo tutto quello che potrebbe andare male va malissimo e Alex si ritrova nuovamente coinvolto in quelli che erano i vecchi affari di famiglia, cercando di mantenere una facciata di rispettabilità, ma diventando sempre più un gangster.

McMafia non è una serie immediata: ha un avvio molto lento, senza spiegoni e con una trama che va delineandosi con calma. Tutti elementi che potrebbero essere considerati come positivi e negativi allo stesso tempo, ma che su Serial Minds di solito salutiamo con un certo entusiasmo. Però c’è anche un limite, ovvero quello che separa la stilosità e il passo lento con la noia. McMafia si aggira pericolosamente dalle parti di quel confine e, quando sembra stia per cadere definitivamente nel baratro, riesce a piazzare un paio di scene piene di tensione che risollevano di colpo l’attenzione. Gli attori funzionano bene, i personaggi non sono mai stereotipati e la regia riesce a rendere bene il lusso in cui vivono. Un lusso segnato però da una fotografia sempre tendente allo scuro: i cristalli e gli ori ci sono, ma non brillano mai, come a lasciare presagire che il futuro sarà buio, scuro.

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Detto questo, il pilot di McMafia non è di quelli in grado di fulminare o di invitare al binge watching, anzi: i 55 minuti di durata si sentono tutti e nonostante un cliffhanger vecchio stile piazzato in chiusura, non si è molto invogliati a proseguire in battuta. Di nuovo, non è però detto che sia un male: non tutte le serie devono essere fatte per una visione compulsiva e senza interruzione, anzi è bene che alcune vadano in altre direzioni. McMafia sembra far parte di questa seconda categoria, saranno le prossime puntate a decretarne successo o fallimento.

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