Saturday Night Live e Willy Il Principe di Bel-Air: e se le cose dallo zio fossero andate male? di Martino Coli
Chris Redd e Jessica Chastain nel remake (assai dark) della mitica sitcom
Quest’anno Saturday Night Live sta andando alla grande.
Il cast ha subito pochi cambiamenti rispetto all’anno scorso, ed è comprensibile dal momento che la stagione passata, la 42esima, è stata a detta di molti una delle migliori degli ultimi anni e, a detta del rating, la più vista degli ultimi due decenni.
Le ragioni, a mio modesto parere, sono due.
La prima è che, di base, SNL va a stagioni. Ci sono anni meravigliosi, con cast stellari e poi, quando le stelle vanno via, per un paio di anni si deve ritrovare l’orientamento al buio.
Ecco, se vogliamo restare nella metafora astronomica, diciamo che il cielo del Saturday Night Live attualmente è ben illuminato. Certo, c’è una supernova che fa il grosso del lavoro, e quando Kate Mc Kinnon se ne andrà credo che abbasseranno la bandiera a mezz’asta al 30 Rock, visto che si è affermata come protagonista assoluta delle ultime stagioni (soprattutto in tutto il reparto imitazioni, dove ormai le fanno fare anche i maschi, tanto è più brava dei suoi colleghi). Comunque, per adesso Kate c’è, e noi ce la godiamo.
La seconda ragione è di tutt’altra natura, e cioè l’attuale inquilino della casa bianca, che di settimana in settimana offre un materiale comico di una qualità che – mi perdonino i fan di Obama – il suo precedessore semplicemente non era in grado di offrire.
L’aspetto negativo del fatto che, in questo ultimo anno, la politica l’abbia fatta un po’ da padrona, è che non ho mai avuto occasione di scrivere su questa pagina, visto che il mio accordo con Castelli è “se c’è qualcosa di serialmente interessante, faccio un fischio”. E per quanto uno poi apprezzi la vacanza, dopo un anno arrivano anche i sensi di colpa.
E certo, qualche riga avrei potuta scriverla quando ad aprile ci fu Louis CK come ospite, o quando ad ottobre venne Kumail Nanjiani, in quanto figure seriali in quanto tali, ma – per quanto furono come era prevedibile due ottimi episodi – non era certo qualcosa che doveva a tutti i costi stare su Serial Minds.
A tutti costi dovrebbe esserci, che ne so, una parodia della sigla del Willy, il principe di Bel-Air in cui, dopo il trasferimento, le cose non vanno proprio come previsto. Ecco, una cosa del genere.