Bancroft – Il crime con il mentore cattivo funziona sempre di Marco Villa
Una poliziotta esperta con un segreto da nascondere e una giovane recluta che vuole fare carriera bruciando le tappe: Bancroft, crime inglese in 4 parti
La serialità inglese negli ultimi anni ha sfornato tantissimi titoli di altissimo livello, ma se c’è un genere in cui i prodotti sono stati sempre caratterizzati da qualità più che buona – con tanto di picchi verso l’alto – quel genere è senz’altro il crime. Non ha senso stare a fare un elenco di serie tv inglesi di questo tipo, meglio dire che anche il 2017, in chiusura, regala l’ennesimo titolo di questo tipo, in grado di coinvolgere e appassionare per qualche sera. La serie tv in questione si chiama Bancroft e racconta una situazione sempre affascinante: lo scontro tra un mentore sporco e una recluta idealista. Il fatto che entrambi siano donne aggiunge poi un elemento di novità che non fa certo male.
Bancroft è una serie tv in quattro puntate, in onda dall’11 dicembre su ITV, scritta da Kate Brooke (Mr. Selfridge) e diretta da John Hayes. Il nome che le dà il titolo è quello di Elizabeth Bancroft (Sarah Parish, già in Broadchurch e in mille altre serie), ufficiale di polizia sui quaranta abbondanti, che, dopo una carriera in prima fila e in cui si è dovuta fare un mazzo doppio per dimostrare di essere più brava dei colleghi uomini, è ora super-rispettata e anche in lizza per diventare commissario. Nello stesso ufficio lavora anche Katherine Stevens (Faye Marsay, addestratrice di Arya in Game of Thrones e protagonista di Love, Nina), giovane agente che ha tanta voglia di emergere e che guarda alla sua superiore come a un modello da seguire, cercando di ascoltare tutti i suoi consigli. Peccato che Bancroft non sia questo esempio senza macchia, visto che ha un segreto enorme che risale al suo primo caso, un omicidio irrisolto che, quasi trent’anni dopo, viene assegnato proprio a Stevens nella speranza che le nuove tecnologie possano dare una svolta all’indagine.
Bancroft racconta quindi la complessità della sua protagonista, capace di costruirsi credibilità e carriera nonostante si porti dietro una grave crimine commesso da giovane che potrebbe azzerarle la vita da un momento all’altro. Al di là dell’indagine della poliziotta rampante, che è comunque degna d’interesse, la parte più affascinante della serie è senz’altro il rapporto tra le due donne, con Bancroft che riesce a manipolare la giovane collega in ogni aspetto della vita, dal lavoro all’amore, ma che probabilmente vedrà presto Stevens rivoltarsi contro.
Bancroft non è il classico thriller, visto che l’indagine riveste sì una certa importanza, ma è quasi messa in secondo piano da come psicologie e personalità dei due personaggi principali si intrecciano. Quella del cattivo mentore è una storia raccontata mille volte, che però non perde mai forza e che in questo caso ha dalla sua il fatto di avere al centro della storia due donne, per giunta in un ambiente prettamente maschile. Negli ultimi anni, non sono mancate, soprattutto in Inghilterra, serie tv crime a guida femminile: Bancroft cerca di fare un passo laterale, segno che il genere non solo è maturo e sempre affidabile, ma anche vivissimo.
Perché seguire Bancroft: perché la qualità media del crime inglese è sempre medio-alta
Perché mollare Bancroft: perché di indagini vere e proprie si parla poco