Law & Order True Crime – La risposta ad American Crime Story funziona di Marco Villa
Dimenticatevi i casi risolti in 40 minuti: Law & Order True Crime è una serie antologica su un vero delitto
Prendi una delle serie più viste di sempre, una di quelle poche che tutti (ma proprio tutti) hanno incrociato almeno una volta, per qualche minuto. Poi prendi l’idea – sperimentata già da altri con successo – di uscire dalla stanza degli autori e di raccontare fatti realmente accaduti. Unisci le due cose e starai guardando una serie che si basa su fondamenta solidissime e che si porta in casa una novità in grado di rivitalizzare l’intero marchio. Ovvero, starai guardando Law & Order True Crime.
Law & Order True Crime è la sesta serie del franchise creato quasi trent’anni fa da Dick Wolf e se vi ricordate tutte le altre cinque potete ritirare un grazioso omaggio all’ingresso. Trattasi di serie antologica, in cui ogni stagione è dedicata a un omicidio realmente accaduto. Sì, proprio come American Crime Story di Ryan Murphy. Là si affrontano casi enormi, conosciuti in tutto il mondo (prima OJ Simpson, tra poco Gianni Versace, più avanti l’uragano Katrina, in un cambio di prospettiva molto ambizioso). La prima stagione di Law & Order True Crime, invece, mette al centro un processo ugualmente mediatico e di grande impatto, ma senza nomi tali da renderlo memorabile anche fuori dagli Stati Uniti. Il caso in questione è quello dell’omicidio dei coniugi Menendez, massacrati in casa propria a colpi di arma da fuoco. Dopo pochi giorni di indagini, inizia a emergere la pista che porta verso i figli delle vittime, intorno ai quali si costruirà l’intera stagione.
Da una parte seguiremo le indagini della polizia e poi gli sforzi della procura per far condannare i sospetti, dall’altra la difesa dei sospetti stessi, che verrà assunta da Leslie Abramson, interpretata da una Edie Falco già eccellente nelle poche scene in cui compare nel pilot. A fare da collante tra accusa e difesa, il passato dei due ragazzi e di tutta la famiglia Menendez.
Quello di Edie Falco (The Sopranos, Nurse Jackie) non è l’unico nome grosso di Law & Order True Crime: seppur in parti non centrali, ci sono anche Josh Charles (Sports Night, The Good Wife) a interpretare uno psicologo poco ortodosso e Heather Graham nei panni della sua amante a tanto così da una perenne crisi nervosa.
Al di là di cast e trama, però, a interessare è soprattutto la trasformazione di una serie che è l’emblema del procedurale in una serie orizzontale. Siamo abituati a vedere risolvere i casi di Law & Order nell’arco di una puntata, mentre qui si deve ragionare su otto puntate.
Un cambiamento radicale, che avviene però all’interno del formato tipico del franchise: non cambiano i loghi, non cambiano nemmeno le grafiche che puntellano gli episodi con indicazione di tempo e luogo, accompagnate da quel doppio battere che è diventato marchio distintivo della serie. È di fatto l’unico elemento rimasto dell’impianto originale, ma questo non è un giudizio negativo: Law & Order True Crime parte infatti in modo convincente, mettendo in mostra personaggi, interpreti e scrittura perfettamente integrati tra loro e calati nella situazione.
Certo, rimane il fatto che si tratta di un progetto nato non sulla scia di una serie di successo, ma come suo preciso clone. American Crime Story è lì che incombe come paragone e precedente, ma se si sceglie di non considerare questo aspetto, Law & Order True Crime si candida già a diventare uno dei crime dell’anno.
Perché guardare Law & Order True Crime: per la solidità dell’impianto e per la curiosità sulla trasformazione di una serie procedurale in antologica
Perché mollare Law & Order True Crime: perché è il clone pressoché esatto di American Crime Story