19 Luglio 2017 26 commenti

Ozark – Il thriller Netflix che punta in alto di Marco Villa

Un uomo comune costretto a trasformarsi in un boss della criminalità

Copertina, Pilot

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Se vi dico: “persona normalissima e mediocre costretta dalle circostanze della vita a diventare genio criminale”, sappiamo già tutti qual è il primo titolo che viene in mente. Ed è giusto così, perché Breaking Bad è stata una delle serie più belle in assoluto proprio perché ha saputo interpretare nel migliore dei modi questo canovaccio. Mi rendo conto che partire citando Breaking Bad è tipo la cosa peggiore che si possa fare per una serie, soprattutto se non la si vuole stroncare, ma di fatto Ozark è una rivisitazione di quel tema.

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Ozark è una nuova serie tv di Netflix creata da Bill Dubuque, che sarà disponibile a partire da venerdì 21 luglio. La storia è quella di Marty Byrde (Jason Bateman, anche regista), consulente finanziario in un fondo di investimenti indipendente, fondato insieme all’amico di sempre Bruce. Vite tranquille e un lavoro che sembra portarli verso una ricchezza sempre più grande. Peccato che tutto il loro business sia basato sul riciclaggio di denaro sporco e che il boss del cartello della droga per cui lavorano si accorga che stanno rubando soldi.

Tutti quelli coinvolti nell’attività vengono eliminati, si salva giusto Marty che ha la brillante idea di dire al boss che è in grado di mettere in piedi un riciclaggio ancora più grande e vantaggioso. Convince il narcotrafficante e così prende moglie (Laura Linney) e figli e da Chicago si trasferisce sul Lago Ozark in Missouri, dove deve costruire la più grande operazione di money laundering della storia. Ovviamente Marty non ha nessun piano in mente, la sua è stata solo la mossa disperata di uno con la pistola letteralmente puntata alla tempia, ma questo è solo un elemento di ulteriore dramma.

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Ozark è un thriller fatto e finito: fotografia fredda e cupa, tensione, morti a strafottere, criminalità. Ma Ozark, come detto, è anche la più classica delle tragedie dell’uomo comune: Marty è un genio della finanza, ma è anche l’uomo medio frustrato per eccellenza. Non si gode i soldi, è insoddisfatto della sua vita, la moglie lo tradisce. Il coinvolgimento nel narcotraffico viene presentato nella serie come una cosa quasi naturale, che non viene rivelata in modo spettacolare e questa scelta di scrittura rappresenta il primo grosso punto a favore di Ozark: la vita di Marty è “normalmente” intrisa di ordinarietà e di straordinarietà allo stesso tempo e lui passa attraverso questi due stati come se fosse impermeabile a entrambi. Però è un genio e quindi salta fuori il guizzo nel momento del bisogno.

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Ozark è un dramma con la d maiuscola: nel primo episodio non si fa mancare nulla, scavando nella miseria umana così come nel più classico mondo criminale. La violenza che viene messa in scena e le dinamiche con cui si muove il cartello rimandano a Don Winslow, maestro di questo tipo di narrativa. Lo so, ho aperto con Breaking Bad e ho chiuso con Don Winslow, ovvero pesi massimi che più massimi non si può. Il pilot di Ozark però funziona e promette benissimo: il livello di tensione è sempre alto e Jason Bateman è perfetto nell’interpretare questo uomo disperato che deve trovare per forza di cose una nuova spinta vitale.

Perché seguire Ozark: perché il pilot contiene solo elementi positivi

Perché mollare Ozark: perché punta talmente in alto che il rischio di bruciarsi è dietro l’angolo



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