21 Giugno 2017 16 commenti

Blood Drive – Il B-Movie risorge e diventa serie tv di Diego Castelli

Operazione nostalgia costruita con perizia e ettolitri di sangue

Copertina, Pilot

Blood drive (8)

E poi guardi il pilot di Blood Drive e dici whaaaaaat?

Alzi la mano chi non ha apprezzato Grindhouse, della premiata ditta Tarantino-Rodriguez? Bene, chi ha alzato la mano può uscire, ci risentiamo per la prossima recensione.
Perché parlando di Blood Drive, nuova serie di SyFy creata da James Roland…
Aspettate, prima di andare avanti devo farvi vedere la foto di James Roland che campeggia sulla pagina di imdb a lui dedicata:

James Roland

Bene, metabolizzata anche questa andiamo avanti. Blood Drive, si diceva, è la nuova serie di SyFy, con protagonisti Alan Ritchson (Blue Mountain State, Hunger Games ecc) e Christina Ochoa (Animal Kingdom), senza dimenticare un quasi irriconoscibile Colin Cunningham, ex Pope di Falling Skies.

La storia, ambientata in un lontano 1999, racconta di una civiltà ormai sull’orlo del collasso, senz’acqua e senza petrolio, in cui un gruppo di pazzoidi capitanati dall’eccentrico Slink (Cunnigham) organizza periodicamente la Blood Drive, una pericolosa corsa automobilistica a eliminazione che mette in palio 10 milioni di dollari per il vincitore, e tendenzialmente la morte per tutti quelli che perdono. In tutto questo, Ritchson interpreta Arthur, un poliziotto che scopre per caso le attività della banda e decide di porvi fine, salvo poi essere in qualche modo intrappolato nella corsa al fianco della bella e letale Grace D’Argento, che punta ai 10 milioni per motivi familiari.
Ah mi son dimenticato un dettaglio da nulla: le macchine della Blood Drive non vanno a benzina, bensì a sangue, quindi per fare il pieno non bisogna fermarsi al distributore, bensì trovare qualche malcapitato da buttare dentro i motori a forma di bocche mostruose, che si premureanno di ridurre il tizio in poltiglia e farne carburante.

Blood drive (2)

Se siete un po’ storditi, o quanto meno dubbiosi, è abbastanza normale. Così come è abbastanza normale, incrociando Blood Drive un po’ per caso o di sfuggita, scoprirsi a pronunciare frasi come “cos’è sta roba?”, oppure “ma scusa, sbaglio o quel poverino è stato mangiato dalla macchina?”

Sembrerebbe tutto assurdo, e anche tutto molto “brutto”, se non fosse che Blood Drive è concepita proprio così: richiamandosi ai B-Movie degli anni Settanta, quelli che venivano proiettati nelle famigerate Grindhouse e in cui la trama e la psicologia dei personaggi non avevano alcuna importanza rispetto al sangue e al sesso, James Roland mette insieme un’operazione linguistica molto simile a quella costruita da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez per il loro doppio film. Blood Drive ha la stessa fotografia sporca di quegli anni, la stessa trama completamente a caso (ma concepita per fornire quante più scuse possibili per la messa in scena di bagni di sangue e orge di ogni tipo), la stessa qualità approssimativa della recitazione, la stessa sceneggiatura piena di dialoghi pacchianissimi, farciti di pompose frasi ad effetto, le stesse scene piene di comparse agitate, costumi fuori di testa, e di quello stile un po’ punk-futuristico che furoreggiava sugli schermi di una quarantina d’anni fa.
La stessa ambientazione del 1999, ovviamente, è una chiara dichiarazione di intenti, visto che quello che sarebbe il nostro passato viene in realtà dipinto come il futuro del mondo a cui la serie si ispira.

Blood drive (1)

Essendo sostanzialmente “tutto qui”, il giudizio su Blood Drive può essere radicalmente diverso a seconda di come ci avviciniamo a un’operazione di questo tipo.

È chiaro che Blood Drive è brutta. Anzi, no, meglio: fa schifo, nel senso letterale del termine. Per molti spettatori, la serie suonerà certamente implausibile nelle sue premesse, troppo violenta, mal recitata, quasi oscena per la pervicacia con cui insegue niente più che la soddisfazione visiva dei litri di sangue, delle fanciulle discinte e dei bei maschioni muscolosi.
L’unica differenza, rispetto a una normale serie brutta, è che Blood Drive lo è per scelta. Superato il primo momento di imbarazzo, è abbastanza facile riconoscere la perizia tecnica con cui Ronald e soci hanno riesumato e rispolverato tutto l’armamentario tecnico, stilistico e tematico di un cinema che non c’è più (comprese le ansie da futuro post-atomico in cui le macchine, piuttosto che aiutarci a vivere meglio, ci usano come cibo), che una volta esisteva per necessità e mancanza di altri mezzi, e che oggi sopravvive per la passione un po’ deviata di alcune specifiche personalità.

Blood drive (4)

Una volta riconosciuta questa bravura, allora ci si può pure entusiasmare. Perché a essere bello, più che il contenuto effettivo, è lo sforzo profuso per dargli proprio quella forma lì e non un’altra. Uno sforzo ancora più straniante perché il mondo seriale, nel suo complesso, va da tutt’altra parte, nella ricerca dell’eleganza e della buona recitazione, dei grandi approfondimenti e delle sceneggiature calibrate col bilancino. Ecco, in Blood Drive il bilancino te lo tirano dietro mentre intanto macinano la gamba di un povero cristo che passava di lì. Il che, se preso a dosi non eccessive, ha un vistoso sapore liberatorio, un po’ come succede in Ash Vs Evil Dead, che in termini di follia e puro cazzeggio mi sembra il parente più prossimo della nuova creatura di Syfy.
L’unico dubbio vero che mi viene in mente è sulla tenuta: il primo episodio lo si guarda con occhio curioso, schifato e divertito, tutto insieme. Ma fra dieci puntate gli autori saranno ancora in grado di stupirci? Cosa si inventeranno per aumentare il ventaglio di possibilità, visto che fin dall’inizio i cofani mangiano le persone? ai posteri l’ardua sentenza. Che poi siamo sempre noi i posteri, fra due mesi siamo ancora qui…

Perché seguire Blood Drive: il recupero dell’anima dei B-movie è insieme una botta di triviale freschezza e un’operazione stilistica condotta con estrema cura.
Perché mollare Blood Drive: al di là delle ovvie controindicazioni per chi non può concepire uno show di tale brutalità e cazzeggio, il problema più probabile è quello della tenuta sul lungo periodo, una volta superata la sorpresa iniziale.

Blood Drive locandina

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