3 Maggio 2017 7 commenti

The White Princess: il medioevo un po’ cheap di Francesco Martino

NCS – Non Ci Siamo

Copertina, Pilot

The White Princess (4)

Prima di iniziare a parlare di The White Princess voglio fare un salto nel passato per cercare di ricordare cosa mi aveva conquistato di Starz e di quella che ad oggi rimane una delle sue serie più famose (del tipo che l’hanno vista anche da me in un ufficio): Spartacus.
Tolte le tette e le numerose scene di sesso, la serie sul gladiatore più famoso dell’antica Roma (no, Massimo Decimo Meridio non è esistito davvero) era la violenza estrema e quasi cartoonesca, un tratto che rappresentava una linea stilistica precisa e definita, che per quanto esagerata contribuiva di molto a fare uscire dall’anonimato quella che altrimenti sarebbe stata una semplice serie sulla storia di Spartaco.
Ecco, torniamo ad oggi e parliamo di The White Princess, l’ultimo frutto (anzi penultimo) della rete che con i suoi alti e bassi è quasi sempre riuscito a regalarci delle serie di valore come Ash vs. Evil Dead, insieme ad altre inspiegabilmente longeve come Da Vinci’s Demon’s, fino ad arrivare alla già amatissima American Gods, di cui il Castelli vi ha parlato ieri.

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Siamo nel 1485 e la giovane Elisabetta di York è promessa in sposa a Enrico Tudor, l’uomo che ha sconfitto Riccardo III reclamandone così la sua futura moglie. Il matrimonio tra i due significherebbe porre la parola fine alla guerra che va avanti da anni, ma la nostra Elisabetta non solo non ama Enrico, ma non l’ha nemmeno mai incontrato.
Messa così la serie Starz può sembrare il dramma in costume più classico della Terra, e non troverete sorprese alla fine di questa frase, perché effettivamente White Princess lo è: una serie già vista e priva di qualsiasi spirito di inventiva se non quello per creare nuove vette di sciatteria.

The White Princess (6)

Ci troviamo spesso davanti a prodotti dai budget limitati e sappiamo bene che non tutte le serie possono avere le risorse di Game of Thrones (da cui The White Princess ha riesumato Michelle Fairley, ex Catelyn Stark), ma spesso avere talento significa anche saper utilizzare in mondo intelligente quello che si ha tra le mani.
Una qualità evidentemente estranea a The White Princess, sempre alla ricerca di un nuovo modo per mettere in mostra la sua (scarsa) qualità visiva: che si tratti di un castello ricostruito con una CGI terribile o di una fotografia “smarmellata”, tutto sembra essere stato concepito con l’intento di portare a casa la pagnotta con il minimo sforzo.
Esempio immediato di questa filosofia è la scena teoricamente più importante di questo pilot, quella che in un certo senso dovrebbe evidenziare il tema centrale della serie: durante uno dei loro primi incontri intimi, Enrico obbliga Elisabetta a fare sesso, di fatto violentandola in quella che sulla carta sarebbe dovuta essere una scena forte e potente, qui ridotta ad un paio di inquadrature impacciate e anonime condite da una didascalica lacrima che scende dall’occhio della protagonista.

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Mai come in questo caso la potenza visiva di uno Spartacus, per quanto estrema e sopra le righe, avrebbe insaporito una scena colpevolmente insipida, manifesto di un prodotto così mediocre da non riuscire a giocarsi bene nemmeno le poche carte che ha a disposizione, come una certa propensione al crudo realismo, soprattutto per quanto riguarda proprio il ruolo della donna ridotta a macchina da riproduzione.
Purtroppo però, o per fortuna, in questi giorni è arrivata anche The Handmaid’s Tale, di cui si parlerà nei prossimi giorni e che su un tema molto simile mette in scena una forza espressiva che The White Princess si sogna, limitata com’è a una ricostruzione ferma e ordinata della vicenda che sarà forse un paradiso per i feticisti della storia, ma un inferno per chi è alla ricerca di qualcosa di stimolante.

 

Perché seguire The White Princess: amate la storia e le serie in costume sono la vostra vita
Perché mollare The White Princess: una serie anonima e con davvero pochi guizzi per raccontare una vicenda storica conosciuta

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