Z: The Beginning of Everything – La storia di Zelda e Francis Scott Fitzgerald di Marco Villa
Christina Ricci è Zelda Fitzgerald nella nuova serie di Amazon
Magari ancora non lo sapete, ma da qualche mese è attivo anche in Italia Amazon Prime Video, ovvero il servizio di streaming di Amazon. Negli Stati Uniti funziona già da un po’, ma il meccanismo è lo stesso anche in Italia: chi ha Amazon Prime, si vede anche tutti i contenuti originali dell’aziendina di Jeff Bezos. Se alcuni titoli tipo Mozart in the Jungle sono ancora bloccati, probabilmente per precedenti accordi con altri network, tutte le novità arrivano belle frizzanti e la prima di un certo rilievo, da quando il servizio è partito da noi, è senz’altro Z: The Beginning of Everything.
La Z del titolo non è la formichina del film della DreamWorks di quasi vent’anni fa (sì, venti), ma Zelda Fitzgerald, figura leggendaria a cavallo tra letteratura e mondanità, nonché musa e moglie di Francis Scott Fitzgerald, con cui divise una vita che farebbe invidia a tutti i Fedez e le Chiare Ferragni di oggi. Z: The Beginning of Everything racconta questa storia fin dall’inizio, da quando i due sono semplicemente dei giovinotti la cui vita è tenuta in sospeso dalla prima guerra mondiale. È su questo sfondo che si verifica il primo incontro tra i due: lei è una ragazza di ottima famiglia del sud degli Stati Uniti, malvista da mezza città per l’intraprendenza e la libertà assoluta di fare quello che vuole, due pregi giganteschi, che ai tempi però bastavano per appiccicare l’etichetta di poco di buono. Lui invece è un tenente dell’esercito in attesa di essere spedito in qualche trincea francese, ma soprattutto in attesa di ultimare il suo primo romanzo. Entrambi sono molto determinati: Zelda a non farsi ingabbiare in nessun percorso che non abbia scelto in autonomia, Scott a diventare uno scrittore di enorme successo.
Come dimostrato dal titolo, il grosso dell’attenzione è su Zelda, interpretata da Christina Ricci, che conquista un ruolo importante dopo anni passati a essere Christina Ricci più che a mettere nel cv film e parti importanti. E va detto che Ricci funziona, visto che riesce a dare al suo personaggio il giusto equilibrio tra forza e leggerezza. Meno d’impatto finora è la controparte, ovvero David Hoflin, cui sembra mancare un tocco di carisma.
L’aspetto più interessante, però, è la durata degli episodi: per tema e impostazione, Z: The Beginning of Everything dovrebbe essere una classica serie drammatica da 40 o 50 minuti a puntata. Sorpresa: non è così, perché la serie è invece divisa in episodi da mezz’ora. Sembra una cosa da poco, è invece la scelta perfetta per trasformare una serie media in un prodotto da binge watching. Sì, perché Z: The Beginning of Everything non ha la potenza narrativa di un The Crown, per dire, ma riesce a imporsi come visione leggera e interessante proprio grazie al suo formato.
E si tratta di una notizia importante, perché è evidente che sia stata fatta proprio per spingere verso il binge watching, verso quella modalità di visione che sta sempre di più segnando un solco tra la televisione tradizionale e i servizi di streaming. Per dirla comoda: fosse stata una serie da 40 minuti e un episodio a settimana, l’avrei mollata al primo episodio. Qui invece si va avanti. Più per inerzia che per vero entusiasmo, ma è comunque una cosa.
Perché seguire Z: The Beginning of Everything: perché la durata di mezz’ora e la disponibilità di tutti gli episodi te la fa guardare liscia liscia
Perché mollare Z: The Beginning of Everything: perché non ha la forza delle grandi storie in costume