Beyond – La fantascienza per giovani adulti di Andrea Palla
Risvegliarsi dopo 12 anni di coma con dei superpoteri
Le sequenze iniziali di Beyond rimandano a un cinema di spielberghiana memoria: un giovane protagonista che si avventura nei boschi con la bicicletta per osservare una spettacolare tempesta di meteoriti, un bulletto più grande intenzionato a picchiarlo, e una misteriosa luce dal cielo che colpisce il nostro, mandandolo in coma. Holden (Burkely Duffield) si risveglia 12 anni dopo in perfette condizioni fisiche, non ha coscienza di quanto accaduto durante il suo lungo sonno, e si ritrova in un mondo familiare ma al tempo stesso estraneo, in un corpo più adulto abitato dalla mente dell’adolescente che era. La puntata pilota ci mostra il suo spaesamento iniziale, la necessità di abituarsi a una realtà che in pochi anni si è modificata radicalmente con l’evoluzione tecnologica e le relazioni che si costruiscono sui social. In questa nuova educazione forzata ci sono degli spunti interessanti e momenti divertenti, come quando il fratello minore, che in questo ribaltamento di ruoli diventa invece una sorta di guida esperta, insegna a Holden a guidare o ad approcciare con una ragazza.
L’atmosfera scanzonata di Beyond cessa però molto presto, quando Holden inizia a scoprire che in questi 12 anni la sua mente sospesa, disconnessa dal mondo, potrebbe invece aver abitato in un altrove, e che in questo altrove potrebbe aver acquisito delle competenze e delle abilità quasi supereroistiche. Inizia così un altro racconto, con atmosfere più cupe, in cui si aprono i molti interrogativi del caso, che ci attanagliano tanto quanto il nostro protagonista: che cosa è accaduto in quegli anni, perché alcune persone sono sulle sue tracce e perché altre persone sembrano conoscerlo e aver passato diverso tempo con lui?
Holden dovrà imparare a padroneggiare le sue nuove facoltà, sforzandosi al contempo di controllare le proprie pulsioni, che in larga parte gli derivano da una pubertà mai sviluppata. Giocando su questi aspetti la serie potrebbe diventare un interessante romanzo di formazione con derive fantastiche, rimandando a quel cinema per teenager di matrice avventurosa tanto in auge negli anni ’80. La fotografia e la buona qualità visiva fanno da supporto a una storia non propriamente originale, ma con una bella dose di mistero. Holden non è un eroe nel senso classico del termine, ma piuttosto un ragazzo della porta accanto trasportato d’improvviso in un’avventura enorme e pericolosa, che dovrà completare suo malgrado e senza poter ovviamente riporre fiducia in nessuno.
Beyond va in onda da qualche settimana su Freeform, il canale del gruppo Fox dedicato agli show young adult. Il target di riferimento è in effetti quello dei più giovani, tipicamente appassionati della letteratura moderna a puntate che mescola protagonisti adolescenti a tematiche di fantascienza, tecnologia, magia e fantasy. Il buon responso del pubblico ha già convinto il network al rinnovo per una seconda stagione, con la possibilità di dipanare più a lungo le domande disseminate durante il percorso e di creare perciò un racconto più complesso e articolato. Il risultato complessivo del prodotto non delude, senza effetti speciali particolarmente imbarazzanti e con dialoghi e relazioni credibili e fortunatamente poco stucchevoli. Se resisterà su questi livelli potrà rappresentare una nuova serie di lunga durata, capace forse di generare un universo narrativo non banale, ma anzi appassionante. Il tema dell’altrove (il “beyond”), di un mondo parallalelo in cui le menti scollegate dal corpo possono vivere e svilupparsi in autonomia, ha certamente più di una carta da giocare per risultare efficace. La paura è che il budget per forza di cose contenuto possa limitare l’aspetto tecnico, problema già sperimentato in altri serial di questo tipo.
Perché seguire Beyond: perché può creare un universo di young adult fiction con spunti interessanti.
Perché mollare Beyond: perché la buona storia potrebbe non essere supportata da una analoga qualità tecnica.