Lovesick – La serie comedy che vi svolta il weekend su Netflix di Marco Villa
La serie un tempo nota come Scrotal Recall è tornata con la seconda stagione
A volte ritornano. E magari si cambiano il nome per essere più presentabili. Poco più di due anni fa vi parlavo del pilot di una comedy inglese interessante, ma che aveva un grosso problema: il titolo. In realtà quella serie si chiamava in modo perfetto, ma non era esattamente un nome da urlare a squarciagola nella notte. L’argomento era la storia di un trentenne che doveva ricontattare tutte le ragazze con cui aveva fatto sesso negli anni precedenti, per comunicare di essersi preso la clamidia e quindi permettere loro di correre ai ripari. E qui veniamo al titolo perfetto: Scrotal Recall. Sbem. Geniale, certo, però anche un titolo che rimanda subito alle più brutte commedie adolescenziali di questo mondo. Ecco quindi la gioia quando ho scoperto che Scrotal Recall era riemersa dagli abissi del nulla, resuscitata da Netflix con il nome più ordinario, ma ben più spendibile di Lovesick.
Arrivata nei mesi scorsi su Netflix con i primi sei episodi, andati in onda nel 2014 su Channel 4, Lovesick si è arricchita di altre otto puntate, andate a formare la seconda stagione e prodotte direttamente da Netflix. Al centro della storia, fin dal pilot, un terzetto di personaggi: Dylan (Johnny Flynn), sorta di Ted Mosby che si innamora ogni cinque minuti e si convince di aver trovato la donna della vita; Luke (Daniel Ings), womanizer che fa della conquista l’unica ragione di vita; Evie (Antonia Thomas, già vista in Misfits), ragazza piuttosto cinica e disincantata, compressa tra i due compagni di avventure. Il gioco di fondo della serie, come detto, è la ricerca di tutte le ex da parte di Dylan, che si scontra con il fatto che la vera donna della sua vita sia in fondo quella che è al suo fianco ogni giorno, ovvero Evie. I due sono innamorati da un botto, ma nessuno ha il coraggio di rischiare di mandare all’aria amicizia ed equilibri e provare davvero a buttarsi in una storia. Tranquilli, non è uno spoiler, arriva subito questa faccenda.
Un atteggiamento molto adolescenziale, che rispecchia il tono di tutta Lovesick: in questa serie non troverete nulla di adulto. Non ci sono mai grosse preoccupazioni, né problemi di lavoro: a volte qualcuno si ritrova al verde, ma non c’è mai un momento alla “oh mio dio come farò ad arrivare a fine mese”. Lovesick è comedy in tutto, sempre leggera e spensierata: le uniche vere preoccupazioni dei tre riguardano la vita sentimentale e la voglia di “sistemarsi”, di trovare qualcuno che possa essere davvero quello giusto, con il terrore di sbagliare.
Prima ho citato Ted Mosby non a caso, perché Lovesick ha più di un punto in comune con How I Met Your Mother. La ricerca delle ex in fondo è un viaggio simile a quello della ricerca della madre, per quanto in direzione opposta e per esclusione e il personaggio di Luke ha grossi debiti nei confronti di Barney Stinson.
Prima e seconda stagione presentano poche differenze: i primi episodi sono molto legati al format “una ex per puntata”, schema che viene ripreso anche nella seconda stagione, ma in modo più blando, perché nel frattempo la trama di fondo Dylan-Evie ha conquistato minutaggio. Oltre al terzetto, ci sono ovviamente altri personaggi ricorrenti, tra cui merita una menzione Angus, amico stupidissimo dei tre che regala i momenti di maggiore divertimento.
Come già accennato in occasione del pilot, Lovesick non è una serie comedy costruita su battute continue, non si pone l’obiettivo di far ridere senza sosta. Lovesick punta innanzitutto su una narrazione leggera, che diverte un botto e non risparmia comunque momenti in cui si ride di gusto. Magari non sono tantissimi, ma sono ben costruiti e funzionali a quanto viene raccontato.
E poi una faccenda non da poco: gli episodi durano tutti intorno ai 25 minuti, se vi impegnate in due serate li vedete tutti. E ve li godrete alla grande, soddisfatti o rimborsati.
p.s. no, non è vero: non vi rimborso. Anche perché questo è il post in cui si presenta per la terza volta il personaggio ricorrente del tecnico della caldaia. Dopo essere comparso nella recensione del pilot di Underemployed e di un gran puntata di Homeland, la revisione biennale questa volta è capitata su Lovesick. In caso vi steste chiedendo il motivo di questa postilla, la prima risposta è che mi piacciono le tradizioni. La seconda è che si tratta pur sempre di un promemoria efficacissimo. Maledetta revisione della caldaia.