Nove presidenti a caso delle serie tv che sono comunque meglio di Donald Trump di Diego Castelli
Nemmeno i telefilm erano arrivati a tanto
Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America. Il che crea un robusto mix di inquietudine politica (il soggetto è un pazzoide senza speranza) e speranza umoristica (avete idea di quanto materiale il misogino tycoon fornirà a comici, meme e sketch vari?). Soprattutto, è un risultato che sulla carta va oltre gli scenari più fantasiosi, anche quelli delle serie tv che nel corso degli anni hanno cercato di immaginare la presidenza di candidati assai diversi fra loro, alcuni al limite dell’assurdo ma forse non così assurdo come il buon Donald.
Visto che siamo qui, e ringraziando il cielo che non siamo un blog serio ma parliamo solo di telefilm, vediamo quali presidenti seriali ci vengono in mente, che sono comunque meglio di Trump.
Frank Underwood (House of Cards)
Cominciare col Presidente più famoso degli ultimi anni mi pare doveroso, oltre che particolarmente appropriato: Frank Underwood, interpretato per Netflix da Kevin Spacey, è un maneggione oscuro, un megalomane compulsivo, un arrivista senza scrupoli, un assassino conclamato, uno che butta le ragazze sotto i treni della metropolitana. Eppure, nonostante tutto questo, ci sembrerebbe più preparato e perfino più equilibrato di Trump. Il che è tutto dire.
Fitzgerald Grant (Scandal)
Un Presidente del cazzo, nel senso letterale del termine: guidato in ogni sua decisione dalle scariche ormonali che gli elettrizzano il pube, il Presidente di Scandal pare inadeguato a gestire anche una riunione di condominio, perché appena entra nella stanza la ragazza che gli piace va fuori di testa e comincia a sbavare sul pavimento. Una presidenza, la sua, segnata da brogli elettorali e della più placida nullità, tutta giocata sull’attesa per il prossimo monologo di Olivia. Ma se dobbiamo scegliere fra lui e Trump…
Selina Meyer (Veep)
Vicepresidente per anni, poi Presidente per pochi mesi per una serie di fortunate coincidenze, la pluripremiata Selina di Julia Luois-Dreyfus è chiaramente un pessimo inquilino della Casa Bianca. Ma almeno vince in simpatia!
Tom Kirkman (Designated Survivor)
Il Presidente di Kiefer Sutherland ha almeno due problemi che gravano sulla sua testa: il primo è l’inesperienza, visto che mai avrebbe pensato di arrivare nello Studio Ovale, e ci è capitato solo perché gli altri sono letteralmente morti tutti. E l’altro grosso problema è che, per i vecchi fan di 24, vedere Kiefer Sutherland che non uccide nessuno con le proprie mani è comunque un brutto colpo. Kirkman però compensa i suoi difetti con un altissimo senso dello Stato, un’onestà incrollabile e una grande intelligenza. Può anche bastare così.
David Palmer (24)
Visto che parlavamo di 24, citiamo anche il pre-Obama, il candidato presidenziale di colore che ha anticipato l’effettiva elezione di un afroamericano alla Casa Bianca. David Palmer non è stato un Presidente fondamentale nella storia americana, e la sua vicenda era interessante soprattutto nella misura in cui permetteva a Jack Bauer di sparare a quante più persone possibili. Però insomma, avercene.
Laura Roslin (Battlestar Galactica)
Ok, non si può parlare di Stati Uniti, e in effetti non stiamo nemmeno parlando del nostro pianeta, però la Roslin (arrivata alla presidenza come il succitato Tom Kirkman, cioè a cazzo di cane) aveva molto della Clinton: simpatica come un’astronave infilata nel retto, ha inanellato una serie di errori abbastanza imbarazzanti, e si portava dietro un fastidioso spiritualismo che dopo un po’ puzzava di mormone. Però alla fine si è rivelata comunque un buon leader, tenendo insieme un’umanità devastata e impaurita. Trump invece sembra semplicemente un cylone, e nemmeno uno di quelli venuti bene: troppo arancione e buffo per passare per umano.
Clay Morrow (Sons of Anarchy)
Visto che si parla di presidenti, ma non necessariamente di Stati Uniti, allora mettiamoci anche Clay Morrow. Bugiardo, violento, assassino del suo migliore amico, trafficante d’armi e spacciatore di droga. Ma se dovessi scegliere chi votare fra lui e Trump, avrei comunque dei dubbi. Anche perché insomma, il carisma è importante, e Clay è Clay…
Jed Bartlet (The West Wing)
Col penultimo esempio non vale più l’ironia del titolo dell’articolo, che suggerisce la presentazione di un po’ di presidenti inadeguati, ma comunque più adatti di Trump a ricoprire la carica. Jed Bartlet è stato davvero un grande presidente, simbolo del sogno serial-utopico di Aaron Sorkin, capace di raccontarci la politica americana con l’abilità, la precisione e la fantasia del miglior scrittore, in grado di rendere interessanti e divertenti anche i procedimenti più complicati e noiosi, ma anche desideroso di associare al racconto della politica reale quello della politica come dovrebbe essere: i personaggi di The West Wing, anche quelli che non la pensavano come i protagonisti, ci sono rimasti nel cuore non tanto per la loro infallibilità (e infallibili non erano affatto) quanto per lo spirito e gli ideali con cui ricoprivano i loro incarichi, nella convizione che la preparazione, l’onestà e il patriottismo fossero tre elementi tutti indispensabili (anche se a volte non ancora sufficienti) per essere dei buoni governanti. Purtroppo, però, è solo fiction.
Il Donald Trump dei Simpson
L’unico scenario finzionale abbastanza assurdo da reggere il confronto con l’elezione di Donald Trump è… l’elezione di Donald Trump. I Simpson ci avevano già pensato anni fa, con inquietante capacità predittiva.
L’unica differenza è che, quella volta, faceva ridere.