Aftermath: la serie che al confronto Sharknado sembra Kubrick di Diego Castelli
No, vi prego, non così!
Ve lo dico subito: se amate gli scenari post-apocalittici non potete perdere Aftermath, nuova serie canadese in onda su Space (e su SyFy negli USA). Il motivo, banalissimo, è che dopo decine di telefilm che semplicemente vi raccontato l’apocalisse, Aftermath è la prima che ve la fa effettivamente desiderare, perché dopo dieci minuti del pilot sarete disposti ad accettare qualunque cosa che possa distruggere lo schermo.
Creata da William Laurin e Glenn Davis, per anni protagonisti di un numero di giocoleria nei pressi di un semaforo su Sunset Boulevard, Aftermath si concentra sulla famiglia Copeland, padre, madre e tre figli adolescenti, che tutto a un tratto si trova nel mezzo dell’apocalisse.
E voi direte: apocalisse cosa? Zombie? Terremoti? Alluvioni? Meteoriti? Diavoli dall’inferno?
La meravigliosa risposta a questa domanda è: TUTTO. In Aftermath succede tutto. La terra trema, i mari esondano, l’aria si riempie di tornado, la gente esce di testa e comincia a comportarsi da zombie/vampiri, arrivano gli spettri che entrano nei corpi delle persone.
E se da una parte l’idea di far succedere tutto solletica la mia curiosità bulimica, il risultato sullo schermo è semplicemente ridicolo, soprattutto perché i Copeland, mentre il mondo va a puttane, stanno seduti a tavola a contarsela su, e cominciano a preoccuparsi solo quando l’apocalisse fa piovere pesci davanti alla loro porta di casa.
Forse per contrastare il previdibile caos generato da scene di devastazione biblica, i dialoghi di Aftermath sono ossessivamente didascalici, costruiti per spiegare in maniera chiara e precisa tutte le caratteristiche salienti dei personaggi, come il fatto che ci sono due gemelle, o che il marito della protagonista studia religioni e misticismo. Per darvi il senso della cosa, è come se io andassi da mia madre e le dicessi “Ciao, tu che sei mia madre e mi hai generato e per questo mi vuoi bene, mi passeresti il sale che sta su quella mensola visto che io notoriamente apprezzo il cibo molto salato?”
In alcuni, brevissimi momenti, sembra quasi che Aftermath possa avere qualcosa da dire, come quando un pazzoide per strada decide di lavare il vetro del camper dei Copeland usando la testa mozzata di un altro tizio. Così, a caso, ma proprio per questo abbastanza sorprendente.
Sono comunque momenti fuggevoli, completamente devastati da altre scene come quella in cui Karen, la madre, urla “la Bibbia, la Bibbia” per suggerire una strategia di uccisione di un demone come se avesse letto la sceneggiatura dei prossimi sette episodi senza dirlo a tutti gli altri.
Ma il momento migliore è un altro: a un certo punto una delle figlie di Karen esce sul prato davanti a casa e un demone con in testa una GoPro la rapisce portandola in cielo. Giustamente Karen e il resto della famiglia sono stizziti per questo fatto. Dopo poco salgono tutti sul camper e fuggono, venendo poi a sapere dalla radio che le autorità sono riuscite a creare un campo profughi che accoglie la gente in fuga. Saputo questo, la scaltra Karen piazza il colpo di genio: “manderò un messaggio a mia figlia scomparsa, così ci potrà raggiungere al campo”.
Al che il figlio maschio, appena appena meno idiota, ribatte “sì, ma mamma, mia sorella è stata rapita e portata in cielo da un mostro, c’è caso che sia morta”, ma subito la gemella della rapita afferma che no, non è morta altrimenti lo saprebbe, e la madre guarda il figlio miscredente con lo sguardo di chi sa di aver cresciuto un povero imbecille.
Curiosamente, la figlia rapita è davvero viva, e riceve sul serio l’sms, decidendo così di raggiungere la sua famiglia dopo che il mostro che l’aveva rapita si è suicidato su ramo di legno nel tentativo di farsela (giuro che non mi sto inventando niente).
Allora s’incammina tutta piena di buoni propositi, ma un meteorite cade sulla Terra facendo bordello. Per fortuna che lei trova un pullman sotto cui nascondersi, così, grazie alla protezione offerta da un automezzo, riesce a sopravvivere all’eplosione di un meteorite grande come Manhattan.
Oh, però in tutto questo Karen è interpretata dalla famosa attrice Anne Heche.
Spero per lei almeno che l’abbiano riempita di soldi…
Perché seguire Aftermath: hahahahahahahahah. HAHAHAHAHAH
Perché mollare Aftermath: non escludo che possiate realmente morire durante la visione.