Pitch: il baseball ora è femmina di Eleonora Gasparella
Guarda guarda in campo c’è una nuova giocatrice
Anche qualora lo sport non fosse il vostro pane quotidiano, cari serialminder, vi suggeriamo di dare un’occhiata al pilot di Pitch.
La serie, prodotta da Fox in cooperazione con la Major League Baseball, ha debuttato il 22 settembre. Il creatore è ancora una volta quel geniaccio di Dan Fogelman, creatore di Galavant nonché del nuovo family drama di NBC This is Us, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa.
Oggi però ci vogliamo concentrare su Pitch, che ancora prima del suo debutto aveva creato grandi aspettative all’interno del mondo telefilmico. Questo sia per il cast di attori, sia soprattutto per il tema, oggi più che mai attuale e controverso: l’esperienza di una donna all’interno di un mondo (in questo caso quello del baseball) quasi esclusivamente maschile, con tutte le conseguenze che ne derivano.
La serie è incentrata sul personaggio di Ginny Baker (Kylie Bunbury) una ragazza di 23 anni cresciuta a pane e baseball dal padre (volto noto agli amanti di Sons Of Anarchy: Michael Beach) e prima donna in questo sport ad entrare nella Major League. Dopo anni di gavetta e duro allenamento, la Baker viene selezionata per giocare con i San Diego Padres, e il pilot racconta del suo importante debutto.
Proprio questo debutto è ciò che genera un gran numero di emozioni, la più grande delle quali è rappresentata dal peso delle aspettative che Ginny è continuamente impegnata a dover soddisfare. Questo la soffoca, impedendole di essere lucida e fare bene ciò che sa fare: tirare una palla e fare strike. La ragazza è perfettamente consapevole che, arrivata in Major League, avrà tutti gli occhi puntati addosso e dovrà essere un esempio per ogni donna e per ogni bambina che guardando le sue partite si identificherà in lei. Dovrà inoltre confrontarsi con ogni maschio presente, a partire dai suoi compagni di squadra, dimostrando che anche una donna può farcela in un mondo tradizionalmente maschile.
A tutto questo si aggiunge il sentimento di devozione di Ginny per il padre/allenatore, uomo burbero che l’ha cresciuta insegnandole il valore del sacrificio e del duro lavoro per raggiungere i traguardi.
Completano il quadro i personaggi che fanno da contorno alla protagonista, a partire dal capitano dei San Diego Padres, Mike Lawson, interpretato da un bravo Mark Paul Gosselaar (da poco uscito da Franklin & Bash e indimenticato Zack Morris di Bayside School). Lawson è inizialmente scettico nei confronti di Ginny, ma si scopre via via sempre più disposto a cambiare idea, offrendole l’aiuto necessario e mettendo la sua esperienza a servizio della nuova arrivata. Un altro personaggio interessante è Blip Sanders (ancora un ex Sons: Mo McRae) unico amico di Ginny all’interno della squadra, che ha un ruolo importante nell’incoraggiarla e spianarle il difficile sentiero.
Alla fine dei 44 minuti del pilot c’è un discreto entusiasmo: Pitch funziona e va dritto al punto. Il primo episodio è come un gran bel film che ad un certo punto si interrompe, lasciandoti la voglia di vederne ancora e sapere come proseguirà. Il tema della strada di una donna all’interno di un ambiente maschile non è facile ma è trattato con eleganza, grazie alla bravura del regista Paris Barclay (sì, di nuovo, Sons of Anarchy) che non calca troppo la mano affrontandolo con la giusta delicatezza, e della protagonista, Kyle Bunbury che con poche frasi riesce a comunicare perfettamente ogni concetto. Infine, Pitch ha un ulteriore elemento che non guasta mai: un buon twist finale, emozionante al punto giusto. OCCHIO CHE ARRIVA LO SPOILER. Negli ultimi minuti dell’episodio scopriamo che il padre di Ginny, che vediamo alle partite, in vari flashback e dialoghi con la figlia, è in realtà deceduto da poco, lasciando la ragazza senza un importante punto di riferimento ma allo stesso tempo diventato coscienza e voce interiore della protagonista. È un twist abbastanza inaspettato che saprà strappare una lacrimuccia anche allo spettatore più tosto.
Buona la prima quindi, per Pitch. O almeno così è parso a noi, visto che gli ascolti di questo pilot non sono stati eccezionali e resta dunque da capire se e come il tentativo di recuperare terreno andrà a influire direttamente sullo sviluppo della serie. Visto che a questo giro non siamo troppo d’accordo con la maggioranza degli spettatori americani, speriamo non ce la stravolgano.
Perché seguire Pitch: perchè con un bel tema, una protagonista e un cast che funzionano, il più sembra fatto.
Perché mollare Pitch: perché, come per Ginny Baker, anche per la serie le aspettative sono alte e c’è il rischio di finire troppo sull’usato sicuro, specie dopo aver visto che gli ascolti della premiere non sono stati eccellenti.