28 Settembre 2016 14 commenti

Lethal Weapon: ancora un remake inutile (ma meglio di MacGyver) di Diego Castelli

Dare a Mel Gibson quel che è di Mel Gibson

Copertina, Pilot

Lethal Weapon (3)

A poche ore da MacGyver ci troviamo di nuovo qui a parlare di un remake seriale, e nemmeno sarà l’ultimo di questa tornata autunnale.
Sul nostro approccio nei confronti del remake in generale tanto vale che vi (ri)leggiate l’introduzione a quell’articolo (ecco qui il link). Così magari su Lethal Weapon ce la sbrighiamo in fretta, ché poi il Villa mi accusa di essere logorroico.

Arma Letale direi che lo conoscete tutti. Mel Gibson, Danny Glover, una delle più famose saghe action-poliziesche a cavallo fra anni Ottanta e Novanta, l’espressione più alta e limpida della classica coppia poliziotto bianco-poliziotto nero (ma anche poliziotto giovane-poliziotto vecchio), un cult assoluto per qualunque amante del genere nonché la consacrazione definitiva, dopo la trilogia di Mad Max, di Mel Gibson come icona action conosciuta in tutto il globo.
A Matthew Miller (sceneggiatore e produttore di serie come Chuck e Forever) il compito di dare nuovo lustro a questo indimenticato franchise, godendo della sua fama ma affrontando anche l’inevitabile tagliola del confronto, dove i nuovi Riggs e Murtaugh non possono ovviamente essere Gibson e Glover, ma diventano Claynhe Crawford e Damon Wayans. Quest’ultimo in particolare è pure ricordato come spalla nera del bianco Bruce Willis nell’altro cult L’ultimo Boyscout, e ora a 56 anni sembra comunque più giovane del Danny Glover del primo Arma Letale, che ne aveva 41. Quarantuno! E faceva il vecchio sulla via della pensione…

Lethal Weapon (6)

Indubbiamente il pilot di Lethal Weapon è superiore a quello di MacGyver (non che ci volesse molto). Il problema è che, anche qui, non ne capiamo l’utilità. Gli autori decidono di stare in un solco più rispettoso della tradizione e danno ai due protagonisti tutte le caratteristiche che li resero famosi a suo tempo: Riggs è il reduce vedovo che ha perso la voglia di vivere e che, proprio per questo, diventa tanto spericolato quanto efficace sul lavoro; Murtaugh è invece il poliziotto prossimo alla pensione che aiuterà Riggs a capire che può ancora trovare uno scopo, degli amici e una famiglia, nonostante le sfighe incontrate nella vita.
L’episodio procede con un ritmo abbastanza serrato, le scene d’azione e quelle più drammatiche si susseguono con buona fluidità, e ci sono un paio di momenti che colgono nel segno, come la cena a casa di Murtaugh dove si pongono le solide basi della futura amicizia.

Lethal Weapon (8)

Solo che tutta questa storia la conosciamo già, l’abbiamo già vista messa in scena in un tempo potenzialmente lontano ma accorciato dalle repliche televisive e da internet, e quindi più che la bontà della storia, che ancora funziona, la prima cosa che notiamo è che il povero Crawford (che pure cane non è) non ha un decimo del carisma pazzoide e stralunato di Mel Gibson, che sembrava nato per quella parte. Crawford al massimo sembra un attore decente che passava di lì.
Riconosciuto dunque che Lethal Weapon non è una roba ripugnante o respingente, viene da chiedersi a cosa potrebbe servirci. Potrebbe diventare un discreto action, qualche sorriso può sicuramente strapparlo, perfino qualche lacrimuccia, visto che Arma Letale ha sempre avuto un sottotesto di amicizia, onore e famiglia che andava ben al di là del semplice spara-spara. Allo stesso tempo, l’impressione iniziale è che difficilmente vedremo cose nuove rispetto a una tradizione che è ancora fortissima, e il rischio concreto è di passare troppo tempo a fare confronti involontari da cui questa nuova incarnazione finirebbe con l’uscire sempre perdente.

Lethal Weapon (4)

Il problema, insomma, è che siamo sommersi da serie vecchie e nuove che ci piacciono davvero e Lethal Weapon rischia di essere l’ennesimo tentativo di sfruttare un marchio già forte, ottenendo però un prodotto che è subito superfluo, di cui ti sembra di aver visto tutto già dopo il pilot. Vent’anni fa avrei accettato serenamente una serie così, da vedere senza troppi pensieri, e per qualcuno potrebbe essere l’ideale per vedere un po’ di azione poliziesca che in tv – in mezzo a pacati investigatori e avvocati in doppio petto – non è poi così frequente. Ma i serialminder più accaniti semplicemente non avranno il tempo di starle dietro.
Se proprio remake dev’essere, aspettiamo con ansia un’altra Hannibal, con quella capacità di inserirsi nel solco della tradizione trovando però un proprio, fighissimo stile.

Perché seguire Lethal Weapon: il pilot è tutto sommato godibile, e il concept continua a funzionare nonostante la vecchiaia. Se siete troppo giovani per aver goduto la saga cinematografica, magari vi divertite.
Perché mollare Lethal Weapon: se anche la storia funziona, di certo non sembra nuova, e per chi ama la saga originale il confronto rischia di essere impietoso.

Lethal Weapon (2)

 



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