Serial Moments 236 – Dal 5 al 11 giugno 2016 di Diego Castelli
Cenette in famiglia, vacanze in Russia e cuccioli smarriti
ATTENZIONE! SPOILERONI DI SILICON VALLEY, PENNY DREADFUL, PREACHER, THE AMERICANS, GAME OF THRONES, HELL ON WHEELS (E IN FONDO ORPHAN BLACK, PERSON OF INTEREST, UNREAL)
5.Silicon Valley 3×07 – Finalmente il lancio
Finalmente, dopo quasi tre stagioni complete, Pied Piper viene lanciata sul mercato. La pressione del pulsante decisivo, proprio in finale di episodio, ci lascia la curiosità per il futuro di una piattaforma che sappiamo essere rivoluzionaria, ma allo stesso tempo funestata dalle sfighe e dalla dabbenaggine degne della miglior comedy. Anche in questo episodio parecchi tocchi di classe, non ultimo l’intelligente grumo di incertezza piazzato da Monica: la sua opinione negativa sulla piattaforma, praticamente l’unica fra tutti quelli che l’hanno provata, è però evidentemente la più importante e già sappiamo che, con ogni probabilità, Monica finirà per avere almeno in parte ragione, con altri casini per i nostri protagonisti. Attendiamo trepidanti.
4.Penny Dreadful 3×06 – Cenette in famiglia
Per quanto Vanessa abbia le sue cose da raccontare, mi sembra che le scene migliori siano ancora in capo a Ethan, che si ritrova a cena dal padre in una versione orrorofica e soprannaturale di tanti “ritorni a casa con litigio” tipici delle serie tv. Ovviamente, trattandosi di Penny, la cosa non si risolve con qualche urlo e porta sbattuta: meglio optare per un padre nostro blasfemo, una sparatoria, la morte dell’amica-mostro e infine la morte del padre, ucciso proprio all’ultimo da sir Malcolm. Beh dai, poteva andare peggio. Poteva piovere.
3.Preacher 1×02 – Mutiliamoci in chiesa
Si era detto che Preacher sarebbe stata una discreta fabbrica di serial moment, e in questo episodio ce ne sarebbero pure di importanti, nel senso più serio e intelletuale del termine: ad esempio l’ultima scena, in cui Jesse prova a usare poteri che ancora non ha ben compreso per fare davvero del bene, con conseguenze imprevedibili. Oppure quando riesce a convincere Linus, il wannabe pedofilo, a lasciar perdere le ragazzine, generando nel suo cervello un effetto probabilmente superiore al previsto. Tutte scene che introducono e accompagno temi importanti sulla capacità (o possibilità) di Jesse di cambiare se stesso usando semplicemente la forza di volontà, senza conoscere il vero piano di Dio e senza sapere se, effettivamente, non stia chiedendo troppo a se stesso. Notare a questo proposito la cura con cui l’ultimissima inquadratura della puntata, quando Jesse dice “apri gli occhi”, sia per i suoi occhi, e non quelli della ragazza in coma, come a dire che quello che deve aprire gli occhi e cambiare è proprio lui.
Però diciamoci la verità: in questo stesso episodio c’è una battaglia in chiesa in cui un braccio che sorregge una motosega viene mozzato ma continua ad avanzare, trainato dalla suddetta motosega, strisciando minacciosamente verso la faccia del protagonista ubriaco. Chiesa, botte, braccio mozzato, motosega che trascina il braccio mozzato. Sì insomma, il serial moment è questo qui.
2.The Americans 4×13 – Vacanze moscovite
The Americans non è una serie che punta sui grandi cliffhanger e sulle sorpresone strappamascella. Da brava spy story vecchio stile preferisce la tensione costante, la crescita graduale dei problemi e del inghippi. Così anche quest’anno si chiude in maniera relativamente sobria eppure potente, col possibile amore nascente di Paige spezzato sul nascere da un padre russo ma molto americano che la riporta a casa appesantito dal timore che, forse, dovranno fuggire dal paese che sotto sotto hanno imparato da amare. Il vero serial moment, però, sta nel parallelismo fra la morte di Crandall, amara e solitaria, e le riflessioni sempre più pressanti di Philip, che si sente dire espressamente “non sei così importante”, benché la persona che glielo dice non sappia nulla della sua vita. Insomma, The Americans tematizza ancora una volta l’insulsa irrilevanza di una guerra (fredda), in rapporto al peso delle sue conseguenze su persone che vorrebbero essere normali.
1.Game of Thrones 6×07 – Cari vecchi cuccioli
Oh a me sta stagione di GoT piace. La vedo più svelta, più piena, pure un po’ più caciarona, che secondo me dopo sei anni ci sta tutto. In questo episodio succedono diverse cose interessanti, dall’introduzione di un peperino come Lyanna Mormont al finale con Arya pugnalata senza troppi complimenti. Credo però che l’elemento più rilevante sia il ritorno del Mastino. Non solo per la bellezza bucolica di vederlo nella campagnella, accanto a un Ian McShane costretto alla particina perché un personaggio dichiaratamente non-violento a Westeros ha poco futuro. Ma soprattutto perché è il secondo personaggio in poco tempo che “torna”, spezzando una certa tradizione di GoT per cui chi muore rimane stecchito. È un elemento molto più televisivo che letterario, se vogliamo, e sicuramente qualche fan duro e puro avrà storto il naso. Problemi di coerenza interna non ce ne sono, visto che il cadavere vero e proprio del Mastino non l’abbiamo mai visto, e a me ha fatto molto piacere rivederlo. Certo, è meglio non esagerare, siamo mica in Vampire Diaries…
1b.Hell on Wheels 5×08 – Fine della corsa
Eccheppalle le serie che escono di sabato, così devo vederle all’ultimo momento.C omunque Hell on Wheels comincia il rush finale col bottissimo: la morte dello Svedese, nemico storico di Cullen, arriva alla fine di un episodio monotematico, profondamente western, perso nei deserti e nelle colline, fino a una morte dura, durissima, descritta nei dettagli, di quelle che rimangono addosso per giorni, e che non può suscitare altro se non uno sguardo muto e grave, lontano da qualunque festeggiamento. Un puntatone.
Fuori concorso per tamarraggine
Orphan Black 4×09 – Robin Hood je fa una pippa
A ben guardare, lo smascheramento di quella stronza di Evie davanti ai giornalisti dovrebbe essere considerato il serial moment principale dell’episodio. Però prima di quel momento c’è Helena che torna a casa di Alison e piazza frecce nella gola dei cattivi vestita così. Cioè, applausi.
Fuori concorso per chicca graziosa
Person of interest 5×11 – Non facciamo lo spinoff però eh...
Sempre più vicini al finale di serie, gli autori di Person aggiungono una nuova ciliegina: mandati al salvataggio del Presidente, i nostri ricevono il supporto di una squadra inedita composta da vecchie conoscenze di John. In pratica viene fuori che la Macchina ha reclutato anche altri agenti più o meno improvvisati a cui continuare a snocciolare i suoi numeri. Questo almeno fino al momento in cui, come ampiamente spiegato nell’episodio, Harold non deciderà di darle i pieni poteri, eventualità dipinta come sicura e utile da parte della Macchina e come inquietante e pericolosa da tutta la fantascienza del Novecento. È stata una bella chicca, basta che non venga in mente a nessuno di fare uno spinoff con la nuova squadra. Non esageriamo…
Fuori concorso perché ne abbiamo già parlato
Unreal 2×01 – Spingi, spingi, spingi!
Di Unreal parlavamo un paio di giorni fa, ma il discorso è andato più in alto rispetto alla semplice analisi della puntata. In questo senso, vale la pena segnalare la scena in cui Rachel istruisce quella specie di stagista/producer junior durante l’intervista a una delle concorrenti, per scoprire ogni suo segreto e punto debole. Il bello non sta solo nel cinismo spietato con cui Rachel costringe la ragazza a scavare nella mente della concorrente, violando la sensibilità di entrambe, ma anche nell’immediato seguito, quando vediamo la ragazzina, pur sconvolta e piangente, confessare che è stato un momento adrenalinico e fichissimo. Una nuova generazione di stronzi è pronta a crescere!