Unbreakable Kimmy Schmidt – Il miracolo della seconda stagione di Mariagiulia Bertucci
Siamo sempre innamoratissimi di Kimmy & Titus
Iniziare la seconda stagione di Unbreakable Kimmy Schmidt un po’ ti spaventa. Sei pieno di speranze, ti ricordi perfettamente il livello di intelligenza, sarcasmo e contemporaneamente di demenzialità contenuto negli episodi precedenti e hai quasi la sicurezza che no, questa volta non potrà essere così.
E invece capita l’impensabile, perché Kimmy ti cattura, di nuovo. Nei tredici episodi tutto cresce: la storia, i suoi personaggi, le risate. Archiviato il processo al reverendo che teneva le donne talpa chiuse nel bunker, Kimmy deve fare i conti con il suo quotidiano newyorkese e la sua nuova famiglia acquisita. Attorno a lei, ogni personaggio ha una vera e propria crescita: succede a Titus, il coinquilino gay di Kimmy, che per la prima volta deve impegnarsi in una vera relazione di coppia, senza però tralasciare il sogno di un palco a Broadway; capita incredibilmente anche a Jacqueline, la ex datrice di lavoro di Kimmy, che dopo aver riscoperto le sue origini di indiana d’America e aver lasciato il ricco marito, è costretta a cavarsela senza l’aiuto di un uomo accanto, con ovviamente scarsissimi risultati, ma soprattutto succede a Kimmy, episodio dopo episodio. Se nella scorsa stagione la nostra eroina ha dovuto scoprire e assorbire il mondo che la circonda dopo 15 anni di reclusione, ora deve affrontare se stessa, i suoi traumi e le sue manie.
Ed è proprio qui che entra in scena il personaggio migliore della serie, perché Kimmy si affida ad Andrea Bayden, una terapista con una grave dipendenza dall’alcol e che Kimmy cerca disperatamente di salvare, creando un gioco impazzito di scambio di ruoli. Andrea ha il volto di Tina Fey che anche in questa stagione non si limita a firmare la serie, creata con Robert Carlock. Lo scorso anno si era tenuta per sé un piccolo ruolo all’interno del processo delle donne talpa, quello dell’avvocato difensore, parodia di Marcia Clark del processo OJ Simpson, in questo stagione invece il suo spazio si allarga diventando un vero e proprio punto di riferimento della serie. I disagi di Andrea permettono a Kimmy di capire se stessa e di condurla fino all’incontro finale con la propria madre, interpretata da Lisa Kudrow.
Sì, perché, quello della Fey non è altro che il cammeo principale della serie, costellata da tantissime altre partecipazioni importanti di attori di altrettante importanti serie che si sono prestati per rendere Unbreakble un piccolo capolavoro della comicità. Per citarne alcuni, Zosia Mamet, la Shoshanna di Girls, nei panni di una hipster che si presenta a casa di Kimmy dopo l’annuncio su Airbnb del suo appartamento, David Cross di Arrested Development come nuova- ricca- fiamma di Jacqueline, Josh Charles di The Good Wife e, sopra a tutti, Joshua Jackson che torna dopo quasi vent’anni come Pacey di Dawson’s Creek.
La seconda stagione di Unbreakble non solo non delude, ma anzi è ancora meglio della precedente, tanto che dopo la season finale speri che da qualche parte ci sia ancora qualche episodio che ti sei perso, per poterlo recuperare e per lasciarti totalmente “kimmyzzare”.