Banshee 4: vicino al traguardo, accelera! di Diego Castelli
Storditi dal macello (però felici!)
Con gli anni e con la passione, i serialminder maturano uno strano rapporto nei confronti del concento di “fine”, di termine, di punto e capo. Tutti i serialminder sanno che prima o poi la serie che stanno guardando verrà cancellata, e ognuno cerca di gestire questa consapevolezza come meglio può: non ci pensa, oppure si augura che la fine arrivi prima che sia troppo tardi, oppure ancora vive in uno stato di folle allucinazione in cui la serie amata non finirà mai, salvo poi frustarsi anche le ginocchia quando effettivamente arriva l’ultimo episodio.
Ulteriore elemento è il “quando”. In molti casi la cancellazione arriva appena prima o appena dopo un finale di stagione, cosa che può creare ulteriori, variegati scompensi.
E poi ci son quei casi (meno frequenti) in cui la rete o gli autori comunicano la fine di una serie ancora prima che vada in onda l’ultima stagione. E allora sono cazzi.
Che facciamo, speriamo sia bellissima, così da darci un’ultima fiammata? Oppure speriamo che faccia un po’ schifo, così da non lasciarci troppo rimpianto? C’è perfino chi, di fronte a notizie del genere, decide di saltarla a pié pari, nella convinzione di aver raggiunto un equilibrio mentale nei mesi precedenti, che ora potrebbe essere completamente distrutto a prescindere dalla qualità dell’ultimo giro di episodi.
Di sicuro, guardando la premiere della quarta e ultima stagione di Bashee, abbiamo capito una cosa importante: i suoi autori non ci stanno a uscire in punta di piedi.
L’impressione abbastanza netta è che gli sceneggiatori della serie di Cinemax, informati della prossima chiusura dello show, abbiamo detto: “Sai che c’è allora? C’è che ce ne andiamo col botto!”
Se siete fra quelli che vivono con terrore la prospettiva di una decina di puntate con la croce già messa sopra, è bene sottolineare che questo primo episodio stagionale setta la base di un racconto vero, forte, potenzialmente dirompente, che forse in altri casi potrebbe essere l’inizio di una serie tv, piuttosto che la sua fine. È una puntata così ricca di spunti, che alla fine il commento non può che essere “ma come, tutta sta roba e la serie sta per finire?!?”
Il trucco, banalissimo se volete, è quello del flash forward. La stagione inizia due anni dopo la fine della precedente. E ovviamente in due anni possono succedere tante cose.
Accade così che l’interesse per ciò che sta avvenendo ora si somma all’interesse per quello che è accaduto prima. E in questo prima ci sono almeno due fatti assai rilevanti: la morte di un personaggio chiave come Rebecca e la trasformazione progressiva di Hood da sceriffo finto ma comunque abbastanza elegante, a barbone solitario che vive in una baracca gentilmente offerte dalla suddetta morta: non c’è nemmeno il tempo di acclimatarsi un attimo, che Lotus entra nella casupola e ci trova il vecchio amico ormai ridotto a homeless con la barba lunga. E già stiamo dicendo “whaaaat??”.
Da lì in poi è tutta discesa: l’arrivo in centrale e lo svelamento della morte di Rebecca (piuttosto cruenta), Proctor sindaco, Carrie diventata una specie di vigilante notturno, i flashback con Hood aspirante suicida, faide naziste con teste schiacciate in una pressa, il ritorno indispensabile della storia di Job (che ancora non sappiamo se è vivo o morto), infine la decisione di Hood di rasarsi e uscire di nuovo alla luce del sole, per riparare i torti subiti e cercare vendetta per Rebecca.
Insomma, una tale quantità di eventi e informazioni – ovviamente condite con la consueta, violentissima tamarraggine che da sempre caratterizza la serie – che lo spettatore arriva alla fine dei 57 minuti con una strana sensazione: gli sembra siano schizzati via rapidissimi, ma allo stesso tempo crede di aver vissuto due anni in più di vita.
La netta, nettissima impressione è che in questa stagione non ci sarà un solo momento di respiro. Troppe questioni da risolvere, troppi cattivi da interrogare, troppa gente da salvare per permettersi anche un solo episodio moscio. Che poi magari capiterà comunque, potrebbe anche essere fisiologico, ma la promessa è quella di una stagione in cui gli sceneggiatori non tratterranno nulla, sapendo che tanto un “dopo” non ci sarà, e che quindi è bene spararsi tutte ma proprio tutte le cartucce.
Il che è bellissimo, finché dura. Quando poi finirà, forse dovremo riprenderci dalla sbronza più colossale della storia. Però chissene, ogni tanto bisogna esagerare (ma non mettetevi alla guida!)