Angie Tribeca – Per raggiungere nuovi livelli di idiozia di Marco Villa
Una serie tv completamente non-sense e imperdibile
La premessa è facile: a noi piacciono tanto le cose stupide, quelle che prendono il non-sense e iniettano quantità clamorose di idiozia per togliere qualsiasi velleità intellettuale. E diventare – appunto – semplicemente, incredibilmente, meravigliosamente stupide. E in cinque anni e mezzo di Serial Minds Angie Tribeca è la serie tv che incarna meglio questo processo.
Angie Tribeca è una nuova serie di TBS, creata da Steve Carell e da sua moglie Nancy. Sì, Carell quello di The Office, che si toglie pure lo sfizio di dirigere la prima puntata. La storia è quella della già citata Angie Tribeca, poliziotta di Los Angeles che, in coppia con il collega Jay Geils, indaga su crimini e misfatti di ogni tipo. Jay è interpretato da Hayes MacArthur (Go On), ma protagonista assoluta è il nostro amore di sempre Rashida Jones, ovvero l’indimenticata/abile Ann Perkins di Parks and Recreation.
Il setting, insomma, è simile a quello di Brooklyn Nine-Nine: una comedy ambientata in un distretto di polizia, ma lo svolgimento è diversissimo. Brooklyn Nine-Nine è una comedy molto bella, ma in fondo nella norma come caratteristiche e comicità: non c’è la volontà di mettere in scena veri casi e ci sono personaggi assurdi, con abitudini folli, ma mai, in nessun momento verrebbe in mente di dire che si tratta di situazioni fuori da ogni logica. Ecco, Angie Tribeca è Brooklyn Nine-Nine senza logica. In una delle primissime scene, per dire, una vecchietta giace per terra incosciente e viene data per morta: all’improvviso si sveglia e inizia a parlare, dicendo che no, non è ancora arrivato il suo momento. In Brooklyn Nine-Nine, tutto si risolverebbe con una battuta a effetto di Andy Samberg e la donnina se ne andrebbe via arzilla, qui invece viene comunque coperta con un telo e, nella scena successiva all’obitorio, la vediamo sullo sfondo mentre si sbraccia un attimo prima di essere messa nella cella frigorifera.
Idiozia pura, senza freni e soprattutto a senza soluzione di continuità: Angie Tribeca non ha nessun tipo di costruzione narrativa se non l’infilare il maggior numero possibile di gag una dietro l’altra. Non c’è battuta di dialogo che non contenga un doppio senso o non venga usata per mandare in vacca l’intera scena: una costruzione per accumulo allucinante, senza mai un attimo di respiro. Questo ritmo altissimo di trovate comiche è il punto di forza della serie, che in questo modo si avvicina più a un insieme di sketch da show televisivo che a una normale comedy. Pur essendo basata su una comicità tutt’altro che innovativa, finisce così per essere paradossalmente nuova e diversa dal panorama televisivo in cui è inserita.
Ed è tutto qui, davvero: faccio fatica ad andare maggiormente a fondo, semplicemente perché più a fondo non c’è niente. Angie Tribeca è una serie di un’immediatezza impressionante, che va affrontata in un’ottica prendere o lasciare che non dà tempo per chissà quali ragionamenti. Basta avere voglia di seguire un filo folle di gag quasi esasperanti nella loro stupidità. L’unica cosa che mi resterebbe da fare sarebbe descriverne alcune, ma avrebbe ancora meno senso della serie stessa. I dieci episodi della prima stagione sono stati mandati in onda in una maratona unica: godeteveli, perché riderete parecchio e vi entusiasmerete per dei cameo di altissimo livello (Lisa Kudrow e James Franco, per dire). Poi perderete anche qualche punto di QI, ma questo è un altro discorso.
Perché seguire Angie Tribeca: perché è un tipo di comicità che in tv non si trova
Perché mollare Angie Tribeca: perché il suo essere oltre ogni idiozia può risultare irritante