Netflix produrrà il remake di Lost in Space di Diego Castelli
La piattaforma di streaming decisa a dare nuova vita a un cult degli anni Sessanta
Tra il 1965 e il 1968, su CBS, andò in onda una serie fantascientifica dal titolo Lost in Space, che raccontava le disavventure di una famiglia (i Robinson) mandata nel cosmo in una missione di colonizzazione e poi persa nello spazio a causa dell’intervento di un agente nemico.
Una serie durata relativamente poco, con ascolti non sempre entusiasmanti, ma che negli anni successivi diventò un piccolo cult, tanto da far ipotizzare un remake già due decenni fa e arrivando anche la produzione di un film che aveva per protagonista Matt LeBlanc (Joey in Friends). Film che, per la cronaca, era piuttosto bruttarello e floppò in maniera abbastanza inequivocabile.
Vent’anni dopo si parla ancora di Lost in Space, e stavolta la faccenda si fa seria. Pare infatti che Netflix, instancabile macina-serie di questi anni, sia pronta a fare l’ennesimo regalo ai fan nostalgici, producendo una nuova incarnazione del franchise.
Di per sé la notizia è succosa, come succose sono tutte le notizie che riguardano nuove serie di Netflix. Ma in realtà c’è anche un risvolto “strategico” che vale la pena di sottolineare: la serie originale era un prodotto per famiglie, più che per nerdoni, e sembra che Netflix voglia mantenere questo approccio. Una scelta che non sarebbe casuale: in questi mesi abbiamo avuto spesso occasione di lodare le produzioni di Netflix, riconoscendo però la loro natura pienamente “cable”, uno stile insomma relativamente “di nicchia”, poco adatto all’apprezzamento del grande pubblico generalista (un elemento, questo, che potrebbe anche avere qualche conseguenza importante sul successo del Netflix italiano).
Ebbene, l’azienda californiana sembra pienamente conscia di questi possibili limiti, e pare intenzionata ad allargare le proprie maglie, buttandosi anche su un intrattenimento più largo e maggiormente fruibile da tutti.
Una strategia comprensibile e auspicabile, che ovviamente si trova davanti più di un rischio: in primis la bulimia da remake, che ultimamente sta diventando una vera e propria malattia degli studios. In secondo luogo, nascosto nei cespugli c’è sempre il rischio Terra Nova, il rischio cioè di produrre una serie di grande respiro ma che, a conti fatti, cercando di piacere a tutti finisce col non piacere a nessuno.
Al momento, comunque, la reputazione di Netflix è così forte che non vale la pena farsi troppi menate: aspettiamo con fiducia e vediamo che succede.
Nel frattempo, beccatevi la sigla del vecchio Lost in Space. Le musiche sono di John Williams, che da lì a una decina d’anni avrebbe composto le musiche di Star Wars. Non un pirla, diciamo.