Serial Moments 195 – Dal 16 al 22 agosto 2015 di Diego Castelli
Colpi di spada, romanticismo violento e twist furbacchioni
ATTENZIONE! SPOILER VERMINOSI DI THE STRAIN, MASTERS OF SEX, RAY DONOVAN, HANNIBAL E MR. ROBOT!
5. The Strain 2×06 – Ti prego fai in… zac!
Nelle ultime settimane la nostra visione di The Strain era tutta focalizzata su Corey Stoll e la sua pelata. Ipnotizzati da queste vicende tricologiche ci siamo dimenticati che il più figo è sempre lui, Setrakian. Se speriamo nella sconfitta dei vampiri non è certo per il bene dell’umanità (frega niente), né tantomeno per quello di Ephraim o dell’odiosissimo figlio. No, vogliamo la sconfitta del Master solo per dare soddisfazione al povero Setrakian, che ha sacrificato l’intera vita alla sua caccia senza fine. In questo episodio ci siamo ricordati della sua badassaggine quando Reggie viene infettato e deve quindi essere soppresso prima che si trasformi. Altri personaggi in altre serie avrebbero pianto lacrime amare, ma non Setrakian, che ha a che fare con questa roba da troppo tempo per star lì a perdersi in ciance: concede a Reggie il tempo per dire qualche ultima parola dignitosa e poi zac, problema risolto!
4. Masters of Sex 3×06 – E il premio “padre dell’anno” va a…
Niente, non ce la fa: per quanto si impegni e ci provi, Bill Masters non riesce in alcun modo a far crescere le proprie “social skills”, inanellando una serie ormai infinita di figuracce: come amante, marito, padre ecc ecc. Solo lo scienziato sa fare, povera bestia… La magagna di questa settimana è collegata a una delle scorse: dopo aver quasi menato il bullo che infastidiva suo figlio (già di per sé mossa sbagliata), ora Bill riesce addirittura a farselo amico, dandogli spazio nella squadra di football e facendogli vedere le sue preziosissime figurine, in una scena padre-figlio che il figlio vero non può che guardare con occhi tipo “papà, ma sei normale?!!”. No ragazzo mio, tuo padre non è esattamente una persona equilibrata, dovrebbe farsi aiutare da qualcuno, ma è testardo, che ci vuoi fare…
3. Ray Donovan 3×06 – Romanticismo da duri
Di questo episodio di Ray Donovan mi era molto piaciuta la scena allucinata di Terry: povero relitto umano con la pistola tremante, mentre aspetta i nemici in un’atmosfera da noir anni Trenta, tutta luce soffusa e paranoia. Ma in realtà è risaputo che ho il cuore tenero, quindi il serial moment lo devo dare a Bunchy che trova il coraggio di dire a Teresa che l’ama e che deve stare con lui. Il tutto è raccontato con il tono duro e spigoloso tipico della serie (dove di cose buone ne succedono poche), ma il romanticismo passa lo stesso, grazie alla candida ingenuità di Bunchy e al cuore palpitante che Teresa nascondeva da qualche parte sotto i muscoli e gli insulti. Maccheccarini!
2. Hannibal 3×12 – Quel risucchio da brividi
Ho visto questo episodio poco prima di pranzo, e non è stata una buona idea. Il povero Chilton finisce nelle mani del Red Dragon, perde tutto il suo aplomb da scrittore consumato e piagnucola senza fine finché il killer non lo dà alle fiamme subito dopo avergli strappato le labbra a morsi. Tutto questo sarebbe già materiale più che legittimo per un serial moment, ma non è finita qui: le labbra vengono mandate via posta a Lecter, che ne mangia una col risucchio. Vorrei ridirlo, se non vi dispiace: Hannibal si sbafa il labbro di Chilton con il risucchio. E poi fa notare agli investigatori che basta anche solo un labbro per fare il loro lavoro. Che simpatico golosone!
1. Mr. Robot 1×09 – Fummo presi per il culo
Nei moments di settimana scorsa il concetto era: pensavamo che Mr. Robot non esistesse, ci sembrava un trucco banale considerando la qualità complessiva dello show, e quindi siamo stati contenti di sapere che Mr. Robot esiste. Ecco, nel nono episodio veniamo a sapere che invece non esiste. O meglio, non esiste “adesso” ma esisteva nell’infanzia di Elliot. A rigor di logica dovrei essere incazzato, perché l’abusatissimo trucchetto è stato effettivamente utilizzato. Ma Sam Esmail se l’è giocata troppo bene per tenergli il broncio.
La costruzione stessa della serie, che filtra tutto attraverso il punto di vista di Elliot, crea lo spazio per far succedere… beh, qualunque cosa. In questo senso, averci mostrato Mr. Robot che interagisce con altri personaggi potrebbe essere visto come un’incongruenza, ma in realtà rimane coerente con un protagonista la cui percezione è così distorta che perfino le singole battute della sceneggiatura vengono modificate in base ad essa (tipo la E Corp che diventa Evil Corp). Non era Mr. Robot a parlare con le persone, era Elliot, ma Elliot non percepiva se stesso mentre lo faceva, tanto che alla fine si sente addirittura estraneo al progetto da lui stesso elaborato. Ecco che allora anche certi altri dettagli apparentemente dissonanti, come il mancato invecchiamento di Slater, diventano ulteriori indizi all’interno di un meccanismo di cui a quel punto eravamo in balìa. Per dirla in breve, gli autori ci hanno fatto credere di aver compreso tutte le allucinazioni di Elliot, ci hanno fatto sentire fighi e in controllo, perfino più bravi di loro, salvo poi svelarci che, noi come Elliot, eravamo inseriti in un’allucinazione molto più grande del previsto di cui non riuscivamo a vedere i contorni. Siamo stati gabbati e proprio in virtù di questa specie di sogno collettivo ci rimane la voglia istintiva di insultarli. Ma quando ci pensiamo bene non riusciamo a trovare un motivo davvero valido per farlo.