Westworld: HBO, e J.J. Abrams, e Anthony Hopkins ecc ecc di Diego Castelli
No ma tranquilli, non ci sono aspettative. Sì, come no…
Avete presente quando andate al cinema e vedete un trailer in cui la produzione sottolinea quanto sia figo il regista di quel film, e quanti oscar abbia vinto il protagonista, e quante caciotte d’oro abbia collezionato il cuoco della mensa sul set?
Niente di male, ovviamente: quando devi convincere uno spettatore a darti retta in mezzo al marasma di film-serie-libri-canzoni-cartoni che ci viene costantemente sparato negli occhi, è anche giusto che valga un po’ tutto.
Ecco, in un’ipotetica classifica dei prodotti che più possono vantarsi delle loro maestranze -chiamiamole così – Westworld potrebbe battere un po’ tutti.
Stiamo parlando della nuova serie di HBO. E già un po’ di credito glielo dai, perché è HBO.
Scritta da Jonathan Nolan, che suo fratello Christopher è più famoso, ma lui non è pirla.
Prodotta da J.J. Abrams, che non è sempre sinonimo di successo assoluto in tv, ma non lo buttiamo mica via.
Protagonista sua maestà il premio oscar Anthony Hopkins, alla prima esperienza come protagonista di una serie.
Insieme a lui una valanga di attoroni tipo: James Marsden, Evan Rachel Wood, Thandie Newton, Ed Harris e Jeffrey Wright.
Il tutto tratto dall’omonimo film del 1973 scritto e diretto da Michael Crichton, che probabilmente non è una pietra miliare del cinema, ma allo stesso tempo è considerato un piccolo cult e si porta dietro il curioso concept western-fantascientifico e il nome di Crichton, che noi serialminder dobbiamo amare e basta per averci regalato ER (oltre a Jurassic Park ecc ecc).
Direi che l’antifona è chiara: rete della madonna, autori della madonna, attori della madonna. Basterà per avere una serie della madonna? Non necessariamente, ma di sicuro è sufficiente a farci tenere le antennine ben dritte fino al 2016.
In tutto questo non abbiamo ancora detto di cosa parla: ambientata in un futuro prossimo, Westworld racconta di un parco di divertimenti per adulti dove intrattenimento, spettacolo e perché no, sesso a pagamento, sono offerti da un gruppo di androidi in tutto e per tutti simili agli umani. Hopkins sarà il loro creatore e la storia, al contrario di quella del film, si concentrerà non tanto sugli umani che visitano il parco, quanto sugli stessi androidi e il loro punto di vista.
A questo proposito, si dice che a convincere molti degli attoroni in gioco sia stata la possibilità di interpretare più caratteri diversi, perché lo stesso corpo (robotico) può essere ospite di più personalità e dunque “personaggi” differenti.
Questo qui sotto è il fascinoso teaser, chiuso da una frase tanto pomposa quanto accattivante: “Have you ever questioned the nature of your reality?” (“Hai mai messo in dubbio la natura della tua realtà?).
Io mi lecco i baffi.