No Offence, la nuova serie tv del creatore di Shameless di Marco Villa
Un serial killer che uccide solo ragazze down e un commissariato pieno di gente strana
Fino a qualche anno fa, uno dei miei riti estivi consisteva nello scegliere con grande cura il thrillerone da leggere in spiaggia. Durante l’anno leggevo un botto di libri, ma poche volte si trattava di giallo. D’estate, però, andavo solo ed esclusivamente sul librone da 800 pagine, peraltro comodissimo da portare nello zaino in spiaggia. Da qualche anno, da quando c’è Serial Minds, per l’esattezza, il numero di libri letti è calato in modo vergognoso per fare spazio a pilot orrendi (sì, sto cercando di dire che la mia regressione verso l’analfabetismo è frutto della volontà di far risparmiare ai nostri cari lettori ore preziose della loro vita), quindi d’estate provo a recuperare leggendo cose belle e non puttanate in cui l’assassino ammazza gente con marchingegni in oro che spappolano il cervello. Al posto del thrillerone da leggere, cerco il thrillerone da guardare e quest’anno ne ho trovato uno che promette benissimo. Si chiama No Offence, è una serie inglese che va in onda su Channel 4 e ha come creatore Paul Abbott, ovvero il creatore dell’originale di Shameless, che da queste parti non abbiamo mai visto, ma questo non toglie che si sia molto grati nei confronti di Mr. Abbott.
Il pilot di No Offence è andato in onda il lontano 5 maggio e l’ultimo episodio della prima stagione (8 classiche puntate inglesi) è stato trasmesso un mese fa. Siamo quindi in quel momento in cui abbiamo per le mani una serie bella, appassionante, con tutti gli episodi già trasmessi e sottotitolati. Praticamente la tempesta perfetta.
No Offence è un crime anomalo. Come tutti i crime racconta un’indagine e le vicende di un gruppo di poliziotti impegnati in un caso, ma a differenza di quelli classici lo fa mettendo un particolare accento sui personaggi: non con un approccio psicologico sofferente stile The Wire o True Detective, ma andando a tirare fuori da ognuno dei protagonisti gli elementi più strani e divertenti. Sì, divertenti, perché Abbott ha provato a ricreare quel misto di dramma, tensione e commedia che ha fatto le fortune del suo Shameless e della relativa versione USA.
Personaggio principale è Dinah Kowalska, poliziotta sulla trentina con giovane figlia, interpretata da Elaine Cassidy, la Abby Mills dell’indimenticato Harper’s Island, per noi capostipite di tutti i cagatoni estivi. Insieme a lei c’è la capa del commissariato Vivienne (Joanna Scanlan, già vista in The Thick of It e Getting On tra gli altri) e la sua collega Joy (Alexandra Roach, ovvero Becky di Utopia). Questo il terzetto intorno a cui ruota tutto, sia le indagini, sia la parte più leggera. Le indagini viaggiano su due binari: il tipico caso di giornata, che fornisce spesso lo spunto per la parte più comedy e il caso orizzontale, che provvede a portare acqua al mulino del big big drama con un serial killer che uccide ragazze down.
Roba pesa, mica da poco, affrontata in modo ineccepibile dal punto di vista del meccanismo della detection, ma tagliata con scene che superano consapevolmente il limite del ridicolo, con quella sfrontatezza di fronte alle cazzate diventata marchio di fabbrica della serialità inglese.
No Offence è una serie in grado di dare soddisfazione a chi cerca una serie crime, a chi cerca qualcosa che sappia essere leggero e soprattutto a chi vuole vedere una cosa fatta bene e diversa. Se avete ancora un minimo buco per l’estate, No Offence merita assolutamente di far parte dei vostri recuperoni.
Perché seguirla: per scrittura, attori e tono
Perché mollarla: perché è inglesissima, più della regina e questo potrebbe urtare i gusti di qualcuno