Serial Moments 179 – Dal 26 aprile al 2 maggio 2015 di Diego Castelli
Addi dolorosi, cure imbecilli e crossover triplici
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ATTENZIONE!! SPOILER ALLEGROTTI DI THE VAMPIRE DIARIES, GREY’S ANATOMY, THE FOLLOWING, COMMUNITY, THE GODD WIFE (E IN FONDO ARROW, CHICAGO FIRE, FAMILY GUY E LOUIE)
5.The Vampire Diaries 6×20 – Basta un poco di zucchero
Che Nina Dobrev (cioè Elena) lascerà la serie a fine stagione non è più un mistero. Non è neanche uno spoiler, considerando che la notizia è stata comunicata abbastanza ufficialmente dagli stessi protagonisti. Quello che non sappiamo è come avverrà la sua uscita di scena, ma c’è ancora tempo. Intanto però è stato posto un tassellino importante: Elena ha preso la cura, tornando umana dopo qualche stagione passata coi canini aguzzi. Un gesto apparentemente romantico, con Damon pronto a seguire le sue orme per poi diventare vecchi decrepiti insieme (ideona, eh, proprio due intelligentoni…). Solo che poi le cose si complicano perché lei comincia a menargliela in tutti i modi possibili, mettendogli i dubbi. In fondo Elena è una giovane Meredith Grey, le va mai bene un cazzo. Certo, almeno lei dopo sei stagioni ha la decenza di levarsi dalle balle…
4.Grey’s Anatomy 11×22 – Wait, what?
L’altro giorno ho speso un sacco di parole per spiegare come la morte di Derek Shepherd, per quanto dolorosa e forse troppo improvvisa, fosse una manna dal cielo per uno show la cui protagonista non aveva più molto da dire, e in generale per movimentare una situazione un po’ troppo statica. E dopo che ho fatto tutto il sapientone cosa combinano gli autori? Piazzano un clamoroso flashforward di un anno, che fa spuntare una nuova figlia di Meredith (Derek aveva piazzato il semino giusto poco prima di andare all’altro mondo), e in generale sembra spazzare via moltissimo del possibile strascico doloroso della morte del neurochirurgo. Una cosa tipo “non ve lo facciamo vedere l’anno di cordoglio, andiamo direttamente avanti”.
Inutile dire che appena vista la puntata ho chiamato Shonda Rhimes, pronto a manifestare il mio disappunto per avermi fatto fare una mezza figuraccia. Al che lei m’ha risposto “Tu hai voluto continuare a prendere in giro Meredi?”
3.The Following 3×11 – Sono sempre in due, un maestro e un apprendista
Non abbiamo parlato molto della terza (e verosimilmente ultima) stagione di The Following. In primo luogo perché va bene ammettere di seguire il trash, ma non è che bisogna incensarlo ogni settimana (si chiamano “guilty pleasure” ed è il caso che rimangano guilty). In secondo luogo perché la mancanza abbastanza costante di Joe Carroll, specie nella prima parte della stagione, ha reso tutto un po’ più moscio. Non mi chiedete il motivo della sua presenza a singhiozzo, non lo so e non ho tanta voglia di cercarlo. Stavolta però è arrivata la sua morte. Una morte poco gloriosa, per lui, catturato, giudicato e letalmente iniettato. Ma a lui interessava lasciare una qualche eredità, e pare ci sia riuscito nel modo più fantasioso possibile: c’è infatti Ryan che sta uscendo di testa, si sogna di andare in giro con Joe a uccidere la gente, e ha pure le visioni. Ma vuoi vedere che sta serie finisce col protagonista che diventa il nuovo cattivo? Io applaudirei eh. Sguaiatamente, goffamente, ma applaudirei.
2.Community 6×08 – Ham girl e Star Wars
Onestamente non saprei cosa chiedere di più a una puntata di Community che mette in scena una splendida parodia dei tormentoni tele-internettiani passeggeri (con Chang e il suo haaaaaaam girl), e contemporaneamente una ancor più grossa parodia di Star Wars, con numerose scene mitiche ricreate nel modo che più amiamo: con mille piccole invenzioni che trasformando Greendale in una specie di luogo dei sogni dove tutto può accadere, anche se sto “tutto” è fatto con colla vinilica, sedie e spazzoloni. Ora che ci penso, Community è una specie di enorme Art Attack gestito da Dan Harmon… scommetto che quando lo guarda a Giovanni Muciaccia gli viene duro. Ciliegina sulla torta: la presenza di Steve Guttenberg, mitico protagonista di Scuola di Polizia e di tanti mini-cult a cavallo tra anni Ottanta e Novanta.
1.The good wife 6×20 – Bye bye Kalinda
I più attenti fra voi sapranno che purtroppo non seguo The Good Wife. Dico “purtroppo” perché me la sono lasciata scappare nei primi mesi di messa in onda, perdendo così la crescita costante di cui moltissimi mi offrono testimonianza (sulla quale ovviamente non mi permetto di obiettare). Il problema è anche che recuperare sei stagioni da più di venti episodi ognuna, da quaranta minuti, non è mica facile!
Vabbe’, ciò detto, mi giunge voce che è andata via Kalinda, che pure ho imparato a conoscere nei miei 10-15 episodi della prima stagione. Posso dunque immaginare come, per i fan della serie, si tratti di un addio piuttosto triste e molto sentito (peraltro non è neanche il primo a cui The Good Wife li ha abituati…). Non ho nulla da commentare sulle modalità in cui l’addio è avvenuto (d’altronde non l’ho visto!) ma trovavo giusto esprimere cordoglio verso i fratelli serialminder.
Fuori concorso per chicca linguistica
Arrow 3×21 – My name WAS Oliver Queen
Di solito, con notevole stracciamento di maroni visto che è sempre uguale, ogni puntata di Arrow inizia con Oliver che dice “My name is Oliver Queen”. Stavolta, considerando che il protagonista si è unito alla Lega degli Assassini perdendo (in teoria) il suo vecchio nome, la frase è stata modificata in “My name was Oliver Queen”. Al netto che queste ultime puntate di Arrow non sono niente male, le chicche autocitazioniste ci piacciono sempre.
Fuori concorso
Chicago Fire 3×21 – Il triplice crossover
Bisogna segnalare una cosa che non so se è mai stata fatta (non mi arrischio a dirlo con certezza, si sa mai) ma che di sicuro io non ho mai visto: in Chicago Fire – e immagino anche nelle altre due serie, che non seguo – è andato in onda un triplice crossover: non solo uno dei casi di puntata ha portato a un incrocio con Chicago PD (cosa ormai abbastanza abituale) ma a un certo punto è spuntata pure la leggendaria Olivia Benson, direttamente da Law & Order SVU, a prendere in mano il caso mostrando collegamenti con altri avvenimenti di dieci anni prima (quando le due “Chicago” erano di là dal nascere). Devo dire che stavolta m’è spiaciuto non essere spettatore di tutte e tre le serie, sarebbe stato un momento ancora più figo. Ma di recuperare 17 stagioni di SVU solo per arrivare qui non ho tanta voglia…
Fuori concorso perché ci pensavo da sempre
Family Guy 13×16 – Il grillo parlante
Lo segnalo più che altro perché ci ho sempre pensato anche da bambino, guardando Pinocchio: a me non piacciono gli insetti, e l’idea di avere un grillo parlante sulla spalla mi ha sempre fatto un po’ impressione. Qualcuno oltre oceano deve aver avuto la stessa pensata, visto che in questa puntata di Family Guy Peter uccide con una manata l’invadente animaletto, causando tra l’altro la surreale disperazione della di lui moglie e figli. Geniali come al solito.
Fuori concorso per pietà
Louie 5×04 – Giochi di ruolo
Non si è mica capito bene, e se ne interrogano anche negli states: ma Louie è stato mezzo stuprato da Pamela? No perché in quel gioco di ruolo a generi invertiti, alla fine lui sembrava proprio prenderla/o/i (dita? oggetti?) in cu… in quel posto. E poi viene pure lasciato, povera bestia. Sempre meraviglioso, comunque…