28 Gennaio 2015 6 commenti

Cucumber, Banana, Tofu – Non una, ma tre serie gay dal creatore di Queer As Folk di Marco Villa

Tofu, Banana e Cucumber: tre stadi dell’erezione e tre nuove serie di Channel 4

Brit, Copertina, Pilot

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Occhio che qui siamo davanti a qualcosa di grosso. Ma di grosso, grosso, grosso, perché non si parla solo di una serie tv scritta bene e con enormi potenzialità di crescita, ma di un progetto tra i più ambiziosi visti nella tv recente. Anzi, tagliamola corta: il più ambizioso.

Oggi infatti parliamo non di una serie, ma di tre. Tutte prodotte da Channel 4, tutte dedicate al mondo LGBT e tutte legate dal nome di Russell T Davies, già creatore di Queer As Folk e sceneggiatore di Doctor Who. Tofu, Banana sbucciata, Banana e Cetriolo, sono questi i nomi dati ai quattro stadi dell’erezione, con evidente passaggio dal mollacchio al più che duro e da tre di questi stadi prendono il nome le serie di cui stiamo parlando.

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La principale è Cucumber ed è dedicata a Henry Best, malinconico uomo di mezza età, che vede la relazione di nove anni con il suo fidanzato andare in crisi, provocando ulteriori crisi a cascata. Serie sorella è Banana, che si concentra sulle figure di contorno di Cucumber e in particolare sui giovani. Chiude il terzetto Tofu, webseries doc sempre dedicata a uomini e donne gay.

Progettone serio, serissimo, di quelli che vogliono lasciare il segno e e imporsi come riferimento per tutto quello che verrà. Soprattutto un progetto che vuole proporre uno sguardo il più ampio possibile sul mondo gay. Non si tratta però di una sorta di ricerca o di approfondimento, tutt’altro: Cucumber è innanzitutto una serie drammatica, per quanto raccontata con leggerezza. La storia di Henry Best è quella di un uomo che fatica a scendere a patti con il suo invecchiamento e che percepisce la gioventù che lo circonda come una sorta di continua provocazione sessuale ed esistenziale.

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Questa provocazione viene rimbalzata allo spettatore: Cucumber è una serie che parla di sesso in continuazione. Non lo fa in modo esplicito con le immagini, ma tra parole e allusioni visive non ci si stacca mai dal sesso. È questo il modo scelto da Davies per raccontare l’ossessione di un protagonista che, per aspetto ed età, è lontanissimo sia dai personaggi del suo Queer As Folk, sia da quelli di Looking, ultimo titolo in ordine di tempo dedicato al mondo gay.

Perché – deve essere chiaro – si tratta di un mondo gay in tutto e per tutto: nel pilot di Cucumber si vedono forse tre personaggi eterosessuali e nessuno di loro ha una posizione di rilievo. Del resto, non è assolutamente questo l’obiettivo del progettone di Davies. Qui quello che conta è l’ampiezza dello sguardo, l’ambizione di voler sovvertire il formato televisivo e di piegarlo al proprio racconto.

L’ho detto in apertura: questa è una cosa grossa. Ah, ovviamente in Cucumber, un’affermazione del genere sarebbe accompagnata da giovani che accarezzano cetrioli.

Perché seguirla: per l’ampiezza e l’ambizione del progetto nel suo insieme

Perché mollarla: perché vi scandalizzano le allusioni sessuali

Argomenti Channel 4, cucumber, gay


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