5 Dicembre 2014

Lisa Kudrow in The Comeback: la serie decennale con solo due stagioni di Diego Castelli

Copertina Pilot, Pilot

The Comeback (2)
Non so quanti siano i casi di serie tv cancellate e fatte risorgere a dieci anni di distanza. C’è riuscita The Comeback, sitcom di HBO creata da Lisa Kudrow e Michael Patrick King, con la ex Phoebe di Friends che fa anche da assoluta protagonista.

La prima stagione di The Comeback andò in onda nell’estate del 2005, ricevette ottime recensioni dalla critica, ma venne poi chiusa per gli ascolti troppo bassi. Ora, nel 2014, la serie è ripartita con la seconda stagione, ricevendo ottime recensioni dalla critica e ascolti molto bassi. Mi sento di dire che vedremo la terza stagione nel 2025.

The Comeback gira intorno alle vicende di Valerie Cherish, attrice di grande successo a cavallo degli anni Ottanta e Novanta grazie alla serie I’m it!, che però nel decennio successivo è sparita dalla circolazione, incapace di replicare quel successo e quasi costretta a sposarsi un uomo “normale” e a fare la casalinga.
la prima stagione di The Comeback racconta del tentativo di Valerie di tornare alla ribalta con un nuovo show, e di come questo tentativo venga raccontato dal dietro le quinte con un reality show sulla sua vita.
La seconda stagione, che riprende la storia dieci anni dopo, trova di nuovo Valerie in difficoltà lavorativa, ancora incapace di riaccendere i riflettori su di sé, e disposta ad autofinanziarsi una specie di docufiction per raccontare il suo secondo “comeback”, che questa volta passa attraverso la partecipazione a un telefilm scritto dal suo nemico di sempre, Paulie G (interpretato con sapiente viscidume da Lance Barber).
The Comeback

Avrete già capito che siamo nell’ambito del meta più spinto, tv che parla di tv, tv che pretende di mostrarci il dietro le quinte di se stessa. The Comeback ha un concept abbastanza ardito (se pensiamo al 2005) e uno stile visivo molto ricercato. Non era la prima volta che si vedeva questo stile così amatoriale delle riprese, ma The Comeback punta a un’immersione totale dello spettatore negli angoli più bui della luce hollywoodiana, raccordando l’impronta amatoriale delle riprese con una recitazione pressoché perfetta della Kudrow nei panni di una che sostanzialmente è una sfigata con un ego gigantesco.

Se ci pensiamo bene, è facile capire il perché degli elogi arrivati nel 2005: 30 Rock era ancora di là da venire, tanto per dirne una, e la tv autoriflessa era un’idea meno comune. Lo stile di regia suonava comunque nuovo per una serie tv, e si vedeva con chiarezza la voglia di sperimentare. In più, la star dello show era Lisa Kudrow, che veniva da una delle sitcom più famose di ogni tempo, in cui interpretava una deliziosa svampita con la testa tra le nuvole e un delizioso humour semi-inconsapevole. Solo che stavolta faceva, con bravura forse inaspettata, un’ex stella amareggiata e un po’ meschina, egoista ma paracula. Perché la forza espressiva della Kudrow sta proprio qui, nel costruire una facciata di sorrisi e professionalità dietro cui ribolle il veleno della sconfitta.
The Comeback (3)

A distanza di dieci anni, probabilmente The Comeback suona leggermente meno innovativa, anche se spinge ancora di più sul pedale del meta (visto che ora parla non solo della tv in generale, ma della tv prodotta nella stagione di dieci anni fa). E poi va considerato che condivide la stessa impostazione di molte comedy di HBO, che di fatto non fanno ridere: puntano invece sul piacere intellettuale, sul gusto della costruzione finissima di piccoli dettagli, e in questo caso anche sull’imbarazzo. Un imbarazzo alla The Office, quello per cui i personaggi si trovano in situazioni di tale disagio, che rimani sempre col dubbio se ridere o compatirli, o addirittura trovare qualche altra serie che non ti faccia chiudere così lo stomaco.

Allo stesso tempo, però, è una serie che mi sento di consigliare caldamente, e se non avete visto la vecchia stagione cominciate da lì. Perché di idee ce ne sono tante, di riferimenti gustosi per i serialminder anche di più, perché rimane molto diversa dalla maggior parte delle comedy (e dei dramedy) e perché Lisa Kudrow è bravissima.

Perché seguirla: ehm, mi rendo conto di averlo scritto giusto due righe fa, quindi andare lì.
Perché mollarla: è una comedy strana, che non fa propriamente ridere, e che in certi momenti punta esplicitamente a creare sincero disagio.



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