Sitcom vecchia fa buon brodo: se il nuovo non funziona, rifugiati nel classico di Diego Castelli
Chi lascia la strada vecchia per la nuova…
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QUALCHE SPOILER DI THE BIG BANG THEORY, MINDY PROJECT E NEW GIRL, QUINDI OCCHIO SE NON SIETE IN PARI
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In questo autunno televisivo abbiamo assistito a una dinamica abbastanza sorprendente, che può essere riassunta più o meno così: le vecchie sitcom sono risorte, le nuove sitcom fan cagare.
Un po’ forte come affermazione, me ne rendo conto. E magari un po’ troppo generalizzata. Ma se ci pensate un attimo potreste essere sorpresi, come me venti minuti fa quando, appunto, ci ho “pensato un attimo”.
Partiamo dalle nuove. Senza pretesa di totale esaustività, elenco qualche nome di comedy partita questo autunno: Selfie, Manhattan Love Story, Bad Judge, A to Z, Mulaney, The McCarthys, Mysteries of Laura (che non è proprio una comedy, però insomma, neanche un drama). A queste dovete aggiungere anche alcune serie di cui ancora non abbiamo parlato tipo Marry Me, Black-ish, Survivor’s Remorse, Cristela.
Lo scenario è abbastanza desolante. Alcune sono proprio brutte, perfino dolorosamente, considerando le aspettative: mi riferisco soprattutto a Mulaney e Bad Judge. Altre sono migliori, ma si sono scontrate con ascolti bassissimi che ne hanno decretato la chiusura (o comunque una salute troppo bassa per sperare in un rinnovo). Di solito a Serial Minds non diamo troppo peso ai dati d’ascolto, che non sono sempre un buon metro di giudizio della qualità, però non possiamo considerare positivamente una serie che viene chiusa dopo 4-5 episodi perché va troppo male. Non c’è nemmeno il tempo di dire “sono solo due stagioni, ma ottime”.
Peraltro di “ottimo” non è comunque il caso di parlare: sì, The McCarthys è più divertente del previsto, e di certo il romanticismo di Manhattan Love Story e A to Z meritava più fortuna. Ma diciamolo, non siamo qui a strapparci i capelli.
Anche le serie di cui non abbiamo ancora parlato non stanno spaccando. La migliore, per qualità e ascolti, è sicuramente Black-ish, che comunque non è sto mostro di novità. Marry Me è probabilmente destinata alla cancellazione, Cristela sembra scritta e girata da mio nonno, mentre di Survivor’s Remorse non ho ancora visto un solo fotogramma, ma non mi pare stia ricevendo straordinari elogi.
Insomma, va male. Le nuove comedy non fanno ridere, o sembrano troppo vecchie, o semplicemente non hanno la forza di sopravvivere nella giungla palinsestuale americana.
Per trovare una novità davvero decente tocca spostarsi al di qua dell’Atlantico, dove l’inglese Scrotal Recall ci ha dato qualche motivo di gioia.
L’unica nota lieta, in questa buia desolazione, è la notizia che invece le serie “vecchie” sono magicamente risorte. Non sarebbe una gran notizia se solo una di loro avesse ripreso a macinare, ma la cosa sorprendente è che sono in tante a essersi risollevate dopo qualche passaggio a vuoto o quasi.
La prima da citare è l’inaffondabile The Big Bang Theory. Voi sapete che io non sono mai stato categorico come il Villa, che dopo le prime 3-4 stagioni ha cominciato a lanciare maledizioni su Sheldon e compagni. Io me la sono sempre seguita, non ho mai pensato di mollarla, e ho sempre trovato un po’ ingiuste alcune critiche particolarmente violente. Detto questo, era comunque evidente che la freschezza degli esordi si era un po’ persa, a fronte di un gruppo ormai consolidato che portava avanti le sue disavventure quotidiane in una routine ancora gradevole, ma comunque sonnacchiosa. Al momento, invece, l’ottava stagione è proprio bella. Al netto della nuova pettinatura di Kaley Cuoco, abbastanza agghiacciante, le sceneggiature di quest’anno sono fresche, divertenti, con alcuni guizzi che parevano ormai storia passata. Anche le relazioni tra i personaggi sono più interessanti, con la storia tra Sheldon e Amy che riesce chissà come a non sembrare assurda e quella tra Penny e Leonard che, pur procedendo placidamente, ci dà quelle certezze coccolose che una sitcom di otto anni deve anche saper garantire.
Accanto ai nerd c’è New Girl, a cui è riuscito perfettamente un doppio salto mortale carpiato. La reintroduzione di Coach è ormai perfettamente metabolizzata, e sembra quasi che non sia mai andato via. Ero perplesso ai tempi del suo ritorno, ma a questo punto bisogna dire che ha introdotto nuovi motivi di divertimento senza togliere praticamente niente al resto, se si esclude la necessità di rendere Winston ancora più rintronato di quanto non fosse prima. Ma la vera svolta è stata il superamento della storia tra Nick e Jess. Credo si possa dire con amara certezza: i due non funzionavano. Per molto tempo abbiamo sperato che finissero insieme, ma quando poi è successo qualcosa non tornava: troppo strani entrambi, troppo imbecilli per scatenare quel minimo pathos romantico che serve anche in una sitcom. Era un problema soprattutto di Nick, che in sostanza non riusciamo a considerare vera carne da fidanzamento (qualcuna tra voi può davvero pensare di stare con uno così? Sul serio?). Agli autori va dato atto di essersi accorti del problema e di aver deciso per una strada rischiosa ma efficace: taglio netto, via tutto, i due si lasciano e praticamente non se ne parla più. Inverosimile, certo, magari un po’ inelegante. Ma alla fine questa stagione è molto più leggera, divertente, piena di spunti, senza le catene di una storia che in fondo non funzionava. Ecco allora che Jess può dirigere le sue attenzioni verso il bel Ryan, che invece è un potenziale fidanzato molto migliore. Perché? Be’, perché è più “normale”. L’accoppiata idiota-normale funziona, quella idiota-idiota non ci fa scattare le farfalline nello stomaco.
E vogliamo parlare di The Mindy Project? Sempre sull’orlo della cancellazione praticamente dalla nascita, la serie ideata da Mindy Kaling ha trovato nuova verve e ora sarà quasi certamente rinnovata, visto che il cospicuo numero di episodi l’avvicina alla possibilità di andare in syndication, che son sempre soldi in più. Soprattutto, The Mindy Project è riuscita nell’operazione fallita da New Girl: i due protagonisti si sono messi insieme, ma la qualità della serie non è minimamente calata. Anzi, ci pare che la coppia Mindy-Dan sia pure più divertente di prima, quando ancora dovevano decidere di quagliare. Certo, ora manca il classico fremito da romanticheria imminente, ma si continua a ridere di gusto e ad aspettare le prossime follie di questa coppia strampalata. Che bello il termine “strampalato”, non lo usavo dalle medie. Lo dirò ancora: strampalato.
E chiudiamo in bellezza con Brooklyn Nine-Nine. Oddio, farla rientrare nel gruppo delle sictom “vecchie” è un po’ improprio, visto che è iniziata l’anno scorso. Allo stesso tempo, però, rientra a pieno titolo nelle comedy migliorate. Già divertente all’esordio – ma la vittoria ai Golden Globe ci aveva sorpreso, inutile negarlo – quest’anno Brooklyn ha svoltato. Il Villa ne ha già parlato, quindi non sto a dilungarmi, ma mi sembra evidente che in questa stagione ci sia proprio qualcosa in più: più ritmo, personaggi che ormai hanno acquisito una posizione definita ed efficace, una serie di episodi uno meglio dell’altro per costruzione della trama e forza comica.
Che dire, in conclusione? Che ci dispiace non aver visto qualche novità devastante, e ovviamente incrociamo le dita per la primavera. Ma intanto ci teniamo strette strette le nostre comedy d’annata, che evidentemente hanno ancora qualcosa da dare. E se parliamo di vecchie glorie, devono ancora arrivare la sesta di Community e la settima e ultima di Parks & Recreation: dovremmo stare abbastanza tranquilli.