The Missing – Alzare il livello di angoscia con una bella serie tv di Marco Villa
Un bambino scompare, una famiglia implode, un padre continua a indagare: The Missing è una roba potentissima
Una famiglia perfetta: padre e madre innamoratissimi, figlio di 5 anni sveglio e vivace. Il padre lavora un po’ troppo, la madre lo rimprovera bonariamente e lui accetta con un sorriso. In pratica una versione ancora più solare e zuccherosa del Mulino Bianco pre-Banderas. Una famiglia perfetta, pure troppo. La famiglia Hughes è quasi fastidiosa per quanto sembra l’incarnazione dei sogni più bagnati di un cardinal Bagnasco a caso. Il motivo per cui viene raccontata in questo modo è che semplicemente quella famiglia non esiste, perché è stata distrutta dalla sparizione improvvisa del figlio Olly. Da qui parte The Missing, una serie che vuole dare un nuovo senso al concetto di angoscia.
The Missing è una nuova serie tv di BBC One: è in onda dal 18 ottobre in Inghilterra e a novembre verrà trasmessa negli Stati Uniti da Starz (no, nessun remake alla Broadchurch / Gracepoint, mandano l’originale che hanno co-prodotto). Creata da Harry e Jack Williams, vede come protagonisti James Nesbitt (uno con un curriculum lungo così) e Frances O’Connor, rispettivamente padre e madre del ragazzino scomparso. Il fattaccio accade nel nord della Francia: la famiglia è in vacanza da quelle parti, la macchina si rompe e i tre sono costretti a fermarsi in un paesino per farla riparare. È solo il primo di una sequela di fatti e decisioni che portano alla creazione di una serie impressionante di “se solo non fosse successo questo/se solo non avessi fatto quello” che esplodono nel momento in cui Olly scompare nel nulla, da un momente all’altro.
La storia è raccontata su due piani temporali: il momento della sparizione, avvenuta nell’estate 2006 durante i Mondiali di calcio (se fanno vedere il rigore di Grosso impazzisco, eh) e il tempo presente. Negli otto anni trascorsi è successo tutto quello che vi aspettate: la famiglia è implosa, i genitori si sono lasciati e hanno affrontato in modi completamente differenti l’evaporazione del figlio.
Parlavo all’inizio di angoscia: vedere The Missing è subire una pressione crescente sul petto. Si parte con la consapevolezza della tragedia imminente, si continua con il fatto vero e proprio, si passa per il dolore dei genitori, si finisce con una tensione da thriller. Sì, perché mr. Hughes otto anni dopo torna nel paesino e trova una pista concreta per risolvere il mistero.
The Missing è una serie complessa, che mette insieme non solo il racconto della distruzione psicologica di una coppia, ma anche due filoni di indagine: quella infruttuosa del 2006 e quella in divenire del 2014. Intrecciare tutte queste storyline mantenendo un perfetto controllo non è semplice, ma nel pilot gli autori ci sono riusciti alla grande. Tutto gira senza problemi e anche elementi in apparenza fuori posto (la perfezione della famiglia prima della sparizione) trovano un loro senso nell’essere filtrati attraverso i ricordi dei protagonisti, che hanno idealizzato ogni momento passato con Olly.
Tutta la serie ruota intorno al padre e non si può non sottolineare la prova di Names Nesbitt, che si trova tra le mani un personaggio estremamente complesso, che potrebbe portarlo a sbracare da un momento all’altro in una recitazione super enfatica. Nesbitt gioca invece tutto su un’interpretazione controllata, che lascia filtrare il dolore, ma non si abbandona a scene plateali.
Mi spiace molto per la mia (e vostra) vita sociale, ma The Missing è proprio da vedere.
Perché seguirla: per la costruzione della storia e l’interpretazione perfetta
Perché mollarla: perché l’angoscia sarà tanta e probabilmente non smetterà di crescere