21 Ottobre 2014 3 commenti

The Great Fire – Il grande polpettone sul grande incendio di Londra di Marco Villa

Un’immagine super drama, per il super polpettone The Great Fire

Brit, Copertina, Pilot

The-Great-Fire-2

Pensate a una miriade di case in legno, una attaccata all’altra. Pensate a quelli che potevano essere i mezzi per contrastare un incendio a metà del XVII secolo. Pensate a quanto poco bastasse per creare una tragedia di dimensioni immani. Ecco, se avete pensato a tutto questo, avete pensato al Grande incendio di Londra, tre giorni di fuoco che distrussero una bella fetta della capitale inglese ai primi di settembre del 1666. Le aree interessate furono quelle abitate dalla parte più povera della popolazione, ma solo alcuni elementi fortuiti impedirono che il fuoco si propagasse anche nella Londra bene.

Una storia in cui c’è tutto: il drammone, l’evento spettacolare, la povera gente che soffre. Elementi perfetti per una serie tv e così ecco The Great Fire, in onda su ITV per 4 puntate in cui vengono incrociate diverse storyline, tutte legate dall’incendio. La trama principale è quella che vede protagonisti il fornaio Thomas Farriner e sua cognata Sarah: lui fa il pane, lei lo aiuta e piange il marito forse scomparso, forse chissà in seguito a una battaglia navale. Tra i due c’è del gran guardarsi e lumarsi, ma tutto viene interrotto dall’incendio, che scoppia proprio nella bottega del fornaio. Sarah, però, è anche nel mirino dei servizi segreti, perché lavora presso un nobile cattolico che si teme possa organizzare un attentato al re. E sì, perché c’è anche re Carlo II, una specie di pupazzotto che sembra uscito da Scandal, perché nella sua testa c’è un solo e unico imperativo: scopare.

great fire - tv

La storia, insomma, è quella di grandi intrighi, sostenuta da un cast che vede spiccare Rose Leslie (Ygritte di Game of Thrones) nella parte della vedova consolabile, Charles Dance (Tywin Lannister di Game of Thrones) nella parte del capo dei servizi segreti e Andrew Buchan (Broadchurch e The Honourable Woman). Le facce, convincono, tutto il resto purtroppo no. A cominciare da una fotografia che sembra voler essere la perfetta definizione di smarmellato. Tutto sovraesposto e con una patina luminosa imbarazzante: non si tratta certo di imperizia, ma di volontà di dare in ogni aspetto l’indicazione del genere, ovvero una sorta di grandissimo Harmony che si incrocia con personaggi e fatti reali.

Del resto, il rapporto tra fornaio e cognata è realizzato come se fossimo in una soap e anche l’intrigo dei servizi segreti sembra rimandare più a una roba tipo Angelica che a una spy story in costume. The Great Fire, insomma, è un polpettone in cui ambientazione e pathos incendiario dovrebbero essere gli elementi in grado di dare sostanza a tutta la faccenda. E la sostanza c’è, intendiamoci, ma c’è solo se si ha voglia di vedersi un raccontone senza grosse pretese, uno di quelli in cui i personaggi sono tagliati con l’accetta, con tanto di contrapposizione tra poveri con sani valori e nobili depravati e senza coscienza.

The Great Fire

Il risultato finale è un prodotto super nazionalpopolare, che risulta noioso e poco raffinato. The Great Fire è la serie tv inglese più vicina a una fiction italiana che abbia mai visto, ma il livello è comunque differente. Qui comunque provano sempre a scrivere e anche quando va male non siamo mai davanti a un bigino di storia per bambini con problemi di apprendimento.

Perché seguirla: perché vi piacciono i drammoni in costume con struggimenti amorosi e intrighi grossi così

Perché mollarla: perché per una volta gli inglesi hanno scelto la strada più semplice: apri tutto

Argomenti the great fire


CORRELATI