Reckless: il legal carino che ci eravamo dimenticati di Diego Castelli
Quel misto di processi e romanticismo che piace sempre
Di solito non lo sbandieriamo ai quattro venti, ché per la reputazione non è il massimo, ma vi sarete accorti anche voi che non recensiamo proprio tutte tutte le serie anglo-americane che escono.
Manca il tempo, su alcuni canali ci sono pure pregiudizi (che ne so, Lifetime, o Hallmark), e in generale, molto semplicemente, non si riesce a star dietro a tutto.
Di solito conviviamo abbastanza bene con le nostre mancanze, andiamo a dormire sereni.
Ma il fatto che non c’era una recensione di Reckless – legal drama di CBS debuttato lo scorso 29 giugno – cominciava a darmi fastidio.
Sì perché questa prima stagione in fondo mi è piaciucchiata abbastanza, e mi spiaceva non potervelo dire.
Creata da Dana Stevens (autrice del non fortunatissimo What About Brian e sceneggiatrice del buon vecchio City of Angels con Nicholas Cage), Reckless racconta di un intricato caso legale e poliziesco che vede un’ex poliziotta accusare i suoi ex colleghi maschi di averla drogata, stuprata, e poi fatta licenziare senza motivo. Una trama orizzontale che rappresenta una parte importante della serie, anche se poi rimane ampio spazio per singoli casi di puntata.
A rendere il tutto un po’ più particolare, a dargli un sapore in qualche modo originale, ci pensano due elementi: la città di Charleston, che dà al tutto un’aroma di provincia e di campagna piuttosto lontano dalle classiche location legal (New York, Chicago, Boston ecc); e soprattutto il rapporto tra i due avvocati protagonisti, Jamie (Anna Wood) e Roy (Cam gigante), che in ogni episodio si trovano a scontrarsi – lei alla difesa, lui all’accusa – ma che con ogni evidenza non vedono l’ora di strapparsi i vestiti di dosso.
Mi rendo conto che a dirlo ora, a pochi giorni dal degenero, suona un po’ fuori tempo massimo, ma Reckless è la classica serie estiva, nel senso buono del termine. Estiva perché si lascia guardare volentieri pur senza essere un capolavoro, estiva perché ha quella leggerezza morbosetta fatta apposta per le caldazze agostane, e estiva pure per l’atmosfera, lontana dalle grandi metropoli e per questo, in qualche modo, “in vacanza”.
Non credo di poter approfondire molto di più senza fare spoiler, cosa che vorrei evitare non avendone mai parlato prima. Sappiate solo che un po’ di buone sorprese ci sono, che la chimica romantico-sessuale tra i due protagonisti funziona, e che se vi mettete a guardarlo raggomitolati sul divano, con in mano un gelato (magari adesso facciamo una tazza di te’), fa quello che deve fare.
Ovviamente adesso ci sono altre priorità seriali ma, se il genere vi piace, dategli una possibilità prima che arrivi la prossima stagione (se ci sarà…).
Perché seguirla: è una serie semplice, tranquilla, ma con tutti gli elementi al posto giusto.
Perché mollarla: piacerà a chi è già fan del genere legal+romanticismo, gli altri è meglio che stiano alla larga, ché non è mica The Good Wife…