Happy Valley, il perfetto mini-recuperone da weekend di Marco Villa
Due attori eccezionali e la più morta provincia inglese: Happy Valley
Questo post è tragicamente fuori tempo massimo, ma sarebbe stato davvero un peccato lasciare andare via senza dire nulla un pilot davvero bello. Quindi è il caso di chiedere scusa e di dire che la prima puntata di Happy Valley è andata in onda il 29 aprile. Esatto, quasi cinque mesi fa. Di solito siamo super-sul pezzo, questa volta no. Capita.
Happy Valley è una serie crime in onda su BBC One. La prima stagione è composta da sei episodi ed è già stata confermata la seconda stagione. È la storia di Kevin Weatherill, grigio contabile rancoroso di mezza età e di Catherine Cawood, poliziotta quarantenne di una piccola città della provincia inglese. Il primo, dopo una vita di frustrazioni, decide di fare il colpo della vita per portare a casa un po’ di soldi, organizzando con un mezzo delinquente locale il rapimento della giovane figlia del suo capo. La seconda è alla prese con un ex-marito con cui va ancora a letto e con la normale amministrazione della cittadina in cui vive. A unire le due storie il personaggio di Tommy Lee Royce, un tipaccio appena uscito di prigione, che viene subito coinvolto nel rapimento e che è sospettato di aver stuprato e ucciso – anni prima – la figlia della poliziotta Catherine.
Ve l’ho riassunta velocemente, ma quello che conta non è tanto la storia, quanto il modo in cui viene raccontata da Sally Wainwright (creatrice e autrice di tutti gli episodi): trame apparentemente lontane vengono infatti riunificate in un’unica macrostoria nell’arco del primo episodio, grazie a una scrittura che riesce nel suo intento senza sembrare fredda o macchinosa.
Secondo aspetto fondamentale: il cast, con due protagonisti ottimi. Sarah Lancashire riesce a dare vita a un personaggio che si impone fin da subito per carisma e credibilità. Tutto il contrario dello stereotipo della super-poliziotta e per questo ancora più potente. L’altro protagonista è invece Steven Pemberton, ovvero l’inquietantissimo interprete (e autore) di chicche quali Psychoville e Inside N.9. Se avete visto queste serie non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni: Pemberton è un attore in grado di creare angoscia con uno sguardo. Prendete questa fisicità e questa attitudine e applicatela al più incolore dei personaggi possibili e avrete un cortocircuito totale, capace di reggere da solo buona parte dell’episodio.
Ci siamo arrivati tardi, l’ho detto, ma Happy Valley non merita di essere lasciata indietro. Tra pochi giorni inizia il delirio di serie nuove o di nuove stagioni. Se state cercando una serie tv per un mini-recuperone da weekend, Happy Valley potrebbe fare al caso vostro.
Perché seguirla: per una scrittura che sa portarvi in giro e poi ricondurvi a casa e per un cast ottimo
Perché mollarla: perché è un crime in cui l’azione sarà presumibilmente poca e in cui l’attenzione sarà soprattutto alla parte psicologica