The Divide, il thriller che vi farà svoltare queste sere piovose di non-estate di Marco Villa
Quest’anno niente trash estivo, quest’anno potete godervi The Divide
Normalmente l’estate è la stagione del poco impegno. Nell’ormai lontano 2010, uno dei primissimi post di questo sito celebrava – con un’immagine minuscola e un’impaginazione imbarazzante – Harper’s Island, definendo addirittura una serie di parametri fondamentali per identificare il cacatone estivo, quella serie tv solitamente a sfondo thriller-misterico che impegnava le settimane meno affollate dell’anno con intrecci oltre il trash. Sono passati quattro anni e si può dire una cosa: anche in estate le serie tv continuano a uscire copiose e non ci si rifugia in prodotti di secondo o terz’ordine, anzi. A questo proposito parliamo oggi di The Divide, serie legal che si presenta come una gran figata. Perdonate il tecnicismo.
The Divide è la prima serie originale in onda su WE tv (cable del gruppo di AMC) ed è in onda dal 16 luglio. I due creatori sono Richard LaGravenese (sceneggiatore di tante cose belle, da La leggenda del re pescatore al recente tv movie di HBO Behind the candelabra) e Tony Goldwin, ovvero l’attore che interpreta il presidente degli Stati Uniti in Scandal e che qui è anche regista del pilot. La storia è quella di Christine Rosa, avvocato che lavora per un’associazione di legali dedicata fondamentalmente al sostegno delle cause perse. Ovvero: condannati a morte a un passo dall’esecuzione. Christine è una tosta, che si batte fortissimo e che ha motivazioni personali per farlo: anche suo padre è rinchiuso nel braccio della morte, per un omicidio che giura di non aver commesso.
Il doppio pilot di The Divide ci porta dentro la storia di Christine, ma non solo. Oltre alle questioni personali della protagonista (su cui torneremo dopo), la prima puntata mette infatti in mostra altre storyline tutt’altro che secondarie. La più interessante è senz’altro quella politica, che vede protagonista un procuratore distrettuale e il modo in cui ha sfruttato la strage di cui si parla nel primo episodio per far decollare la sua carriera. Altra questione importante è la vicenda di una delle sopravvissute della suddetta strage, giusto per riempire tutte le caselle della faccenda: abbiamo chi indaga, chi è accusato, chi ha sofferto. E poi chi si trova a un livello più alto di tutta la storia (il procuratore), ma con i piedi ben piantati nello sporco sottostante.
La forza di The Divide è la capacità di dosare con un equilibrio perfetto tutte queste componenti, conquistando progressivamente lo spettatore. La partenza non è infatti a razzo, tutt’altro: sembra di essere di fronte a una delle mille serie legal che abbiamo già visto, ma piano piano ci si rende conto che The Divide tira dentro, trasmettendo una tensione non da poco.
Una serie densa, spessa, che riesce a superare i limiti del legal classico e si pone in scia (fatti i dovuti distinguo di trama e stile) a un Damages più che a uno dei tanti procedurali. La grossa differenza la fa una scrittura corale, un cast ottimo (la protagonista Marine Ireland è eccezionale) e un tono del tutto particolare, in grado di sciogliere a tratti la tensione. Questo dettaglio è fondamentale nel far compiere il salto di qualità a The Divide ed emerge con chiarezza soprattutto nei dialoghi tra Christine e il padre. Ci si immagina delle robe strappalacrime ed emotivamente devastanti, ci si trova davanti a dei momenti che si potrebbero definire addirittura quasi leggeri.
The Divide non era certo la serie più attesa dell’estate: non va in onda su una rete rinomata, non ha un cast stellare. Ha però dalla sua solidità e densità non comuni. Se stavate cercando un thriller per queste sere di non-estate, abbiamo una buona notizia: quest’anno niente trash, quest’anno potete godervi The Divide
Perché seguirla: per la scrittura semplicemente perfetta e per la bravura della protagonista
Perché mollarla: perché è una serie di peso, che richiede attenzione e partecipazione. E magari voi state cercando il nuovo Harper’s Island. Folli che siete.