Salem – Per una volta delle streghe un po’ più “vere” di Francesco Martino
Teste di maiale, aborti nei boschi e gente impiccata
Sarà che sto cominciando a invecchiare ma, pur ragionandoci su, faccio davvero fatica a trovare almeno una serie tv del passato che abbia trattato il tema delle streghe e della magia senza riempirlo con fastidiose venature di cultura pop.
Da bambino vedevo Sabrina Vita da Strega, dove a farla da padrone era più che altro il gatto imbalsamato (che si chiamava come il pilot di oggi), e poco più tardi Streghe, una serie così buttata a caso che a un certo punto aveva mandato in confusione anche gli addetti alla programmazione di Rai2.
In tempi recenti le cose non sono di certo migliorate: perché se da un lato ci siamo fatti due risate guardando il pilot di Witches of East End, dall’altra abbiamo, o almeno ho, buttato diverse ore seguendo quell’odiosa accozzaglia di roba che rispondeva al nome di American Horror Story: Coven. Per questo, quando qualche mese fa mi è capitato sotto mano il trailer di Salem – il supernatural drama di WGN America (canale via cavo e satellitare americano alla prima esperienza con una serie originale) – mi si sono subito drizzate le antenne.
Dalle prime immagini apparse online una cosa pareva ben chiara: Salem non avrebbe fatto sconti a nessuno, restituendoci un quadro cruento dei fatti avvenuti nell’omonima cittadina del Massachusetts tra il 1692 e il 1693, periodo in cui la caccia alle streghe conobbe il suo apice con l’esecuzione di 20 abitanti del luogo.
A rendere ancora più interessante la situazione ci si è messo anche il destino che, circa cinque mesi fa, mi ha suggerito di scegliere proprio la caccia alle streghe come argomento per la mia tesi di laurea: ed ecco che così, in pochissimo tempo, la semplice visione di un pilot si è trasformata in un susseguirsi di “oh, questo l’ho letto in un libro” e di appunti seriali per questa recensione.
La prima cosa che mi urge specificare, e che penso sia la base portante dell’intero concept del telefilm, è che in Salem le streghe esistono e la serie non vuole lasciare nessun dubbio a riguardo. Sin dal primo episodio veniamo gettati all’interno dell’isteria della cittadina americana dove la paura e le credenze popolari la fanno da padrone. A guidare lo spettatore in questo scenario è John Alden (interpretato da Shane West, il Michael di Nikita), un ex eroe di guerra tornato dal campo di battaglia dopo anni di esilio forzato. È stata proprio questa lontananza ad averlo tenuto al riparo dal clima di terrore generatosi nel villaggio, rendendolo quindi un personaggio “vergine” e in un certo senso il riflesso dello spettatore che si ritrova catapulato all’interno degli avvenimenti, regalando quindi uno spunto potenzialmente interessante se adeguatamente approfondito.
Ben presto John entrerà in contatto con Cotton Mather (il Seth Gabel di Fringe, forse l’attore migliore di questo pilot), il capo della caccia alle streghe la cui ragione è totalmente oscurata dalla causa che serve, Isaac Walton (Iddo Goldberg, visto recentemente in Mob City), un abitante del posto punito e marchiato a fuoco anni prima con l’accusa di fornicazione, ma soprattutto Mary (Janet Montgomery), ex fiamma del protagonista e che ora, guardacaso, è la peggio strega del circondario.
Come era prevedibile, sin da subito la serie gioca con il contrasto tra i protagonisti: da una parte i bigotti convinti della veridicità dei racconti sulle streghe e dall’altra il personaggio ateo di John Alden, destinato ben presto a ricredersi. In questo senso il pilot è diretto, e ci mostra immediatamente chi e cosa sono le streghe, dove si radunano e quali sono i loro intenti. Una decisione che potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio, con il rischio di limitare lo show a un susseguirsi di possessioni demoniache e scene sanguinose (curiosamente, la serie è parecchio esplicita sul plasma, salvo poi trovare tutti gli escamotage possibili per nascondere le tette della protagonista, bah…).
Resta quindi da capire se quanto visto nel pilot è solamente la punta dell’iceberg o l’intero concept della serie, un buoni contro cattivi che puzzerebbe decisamente di già visto. Qui speriamo vivamente che Salem riesca a spingere sull’acceleratore, trovando il coraggio di osare il più possibile inserendo tutti i particolari più “crudi” passati nelle menti degli sceneggiatori e cercando di caratterizzare al meglio i personaggi dandoci qualcosa di diverso dal solito. Però vi avviso, uno dei due autori scriveva Terra Nova. No, non è un bel biglietto da visita.
A livello storico la serie si difende piuttosto bene (incantestimi a parte, ovviamente), inserendo tantissimi particolari riscontrabili nella cultura popolare dell’epoca. Non solo l’incarnazione di Satana o dei demoni sotto forma di animali, ma anche nozioni meno conosciute come l’uso degli unguenti per recarsi ai raduni o la sete di conquista da parte di streghe e stregoni, e parecchi nomi di personaggi realmente esistiti all’interno dei processi di Salem, cui viene reso un “furbo” omaggio. Questo rappresenta senza dubbio un valore aggiunto alla serie e un ottimo strumento per coinvolgere ancora di più lo spettatore più accorto, eliminando soprattutto la fastidiosa abitudine di trasformare zombie e vampiri in figaccioni a tutti i costi.
Insomma, lo ribadisco: ci troviamo davanti a un prodotto dalle buone premesse, soprattutto per un certo coraggio mostrato dal punto di vista visivo. Ma il suo futuro è totalmente legato al modo in cui la storia si svilupperà nel corso della sua stagione. Noi, ovviamente speriamo per il meglio, in modo da poter finalmente riempire quella casella “storica” dedicata a streghe e magie rimasta vuota per troppo tempo.
Perché seguirla: per avere un prodotto potenzialmente interessante e visivamente forte, e perché interessati alle vicende storiche di Salem
Perché mollarla: se nonostante le differenze con le serie cugine non ne potete più delle streghe, soprattutto quelle violente e sanguinarie