Sirens US – Il brutto remake americano di una brutta comedy inglese di Francesco Martino
Arriva Sirens, remake di una comedy inglese del 2011
Mentre il resto della truppa di Serial Minds è impegnato in cose come tipo “scrivere articoli su serie bellissime” e “postare foto dell’assolatissima Florida” qui a Roma vengono inviati tutti gli ordini peggiori, tipo “c’è il pilot di una comedy probabilmente orrida da vedere”. Ovviamente però, eternamente fedele alla causa della serialità televisiva, accetto di tutto. Ed ecco quindi un’ottima occasione per arricchire la bacheca delle serie brutte con un nuovo trofeo.
La serie in questione è Sirens, remake americano firmato USA Network dell’omonima black comedy british trasmessa nell’ormai lontano 2011 su Channel 4 e credetemi: non sono avventato nel dire che questo rifacimento rappresenta il modo peggiore con cui trascorrere venti minuti della vostra giornata. Perché diciamocelo, quando si vede un pilot di una nuova comedy si riesce abbastanza in fretta a capire se il prodotto vale o meno e purtroppo, in questo caso, i “contro” sono decisamente più numerosi dei “pro”.
In Sirens seguiremo le vicende di un trio di paramedici che operano sulle ambulanze di Chicago, impegnati a dividersi quotidianamente tra le emergenze mediche e le “simpatiche” vicende personali. Dico “simpatiche” tra virgolette perché il problema di questa comedy è che non fa ridere e il motivo è semplice: è piena, anzi strapiena, di stereotipi. Partiamo dal trio di protagonisti, che vede, in ordine sparso, il bello, il gay di colore che fa battute simpaticissime e il novellino imbranato preso di mira da tutti. I primi due, Johhny (interpretato da Michael Mosley, già visto in Scrubs e Glee) e Hank (Kevin Daniels), sono amici e colleghi da molto tempo, hanno condiviso tantissimi momenti insieme e quindi, per la logica del cliché del momento, saranno vittime di svariati momenti di bromance (con tanto di scenetta toccante a fine episodio).
Non voglio dire che il mondo delle comedy sia popolato da prodotti originali al 100%, ma qui si tratta di non aver nemmeno voglia di fare un piccolo sforzo per declinare i personaggi in modo diverso. Allo scoppiettante trio si aggiunge poi una serie di comprimari tipici, come i colleghi di lavoro monodimensionali e, ovviamente, l’ex/collega del protagonista, di cui lui è ancora perdutamente innamorato e che si trasforma in un’inesauribile fonte di scene tra il triste il patetico.
Non avendo mai visto la versione originale della serie non so dire se la causa di questo disastro sia riconducibile a un trasposizione problematica o alla scarsa qualità di base del prodotto; comunque sia, Sirens resta una di quelle produzioni nate per rimanere nella mediocrità e in cui qualsiasi possibilità di trasformazione in un buon prodotto sembra non essere mai stata contemplata da nessuno dei produttori.
Perché seguirla: perché avete visto tutto ciò che è stato trasmesso dall’invenzione della tv ad oggi o perché avete un particolare senso dell’umorismo
Perché mollarla: perché c’è molto di meglio anche nell’asfittico mondo delle comedy americane.