Hannibal seconda stagione – Sempre più torbido di Diego Castelli
Inizio scoppiettante per una serie sempre sull’orlo dell’abisso
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OCCHIO, SPOILER SULLA PRIMA PUNTATA DELLA SECONDA STAGIONE!
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Hannibal è una serie che genera stupore, per lo meno qui a Serial Minds.
L’hanno scorso ci ha stupito per come ha saputo crescere dopo un pilot un po’ molle e con qualche errore di troppo, sviluppandosi in una serie inquietante, molto raffinata dal punto di vista dialogico, e impreziosita dalla recitazione sobria ma potente di Mads Mikkelsen. (Se non vi ricordate, la recensione del pilot sta a questo link, mentre quella del season finale la trovate a quest’altro)
Il secondo momento di stupore è arrivato adesso, per il semplice fatto che Hannibal esiste ancora: gli ascolti della prima stagione sfiorano il disastroso, e la première della seconda non è andata tanto meglio. Evidentemente il basso costo di produzione (dovuto ai contributi internazionali) e il prestigio che un brand come Hannibal Lecter porta alla rete sono stati sufficienti a proseguire un’avventura che in altri casi sarebbe già stata troncata.
Oh, noi ringraziamo eh, era giusto per puntualizzare…
La seconda stagione è il diretto prosieguo della prima: Will è ancora il personaggio più scassapalle di tutta la serie e ora è finito pure in carcere, talmente inguaiato nei sospetti che gli hanno persino fatto la foto con la maschera che vedete a inizio articolo: già, proprio una maschera da “Hannibal Lecter”. Ironia e tragedia si mescolano indissolubilmente, dunque, mentre il nostro instabile investigatore fatica persino a ricordarsi cosa ha mangiato a colazione, da tanto che ha il cervello appallottolato su se stesso.
Accanto a lui, Crawford continua a pestarsi forte gli alluci al pensiero che non ha capito nulla di Will, e non vogliamo nemmeno immaginare le vette di autolesionismo che potrà raggiungere quando si renderà conto che ha capito ancora meno di quello che pensa.
E qui arriviamo all’elemento più importante di questo primo episodio, che altrimenti avrebbe mostrato tutto ciò che ci piaceva anche l’anno scorso (tra cui le peripezie culinarie di chef Lecter) senza però aggiungere nient’altro.
La differenza la fa la primissima scena, in cui Hannibal e il detective Crawford si esibiscono di un combattimento corpo a corpo di cui inizialmente non capiamo per nulla il senso (ci saremo mica persi qualcosa?!?) e poi viene seguito dal più classico e paraculo dei “dodici settimane prima”.
Sì insomma, visto che gli ascolti fanno un po’ pietà e bisogna stuzzicare gli spettatori più di quanto riescano a fare i dialoghi con Gillian Anderson, gli autori piazzano un trucchetto da How I Met Your Mother: ti faccio vedere una cosa fighissima che succederà tra un po’ (magari a fien stagione), così tu ora stai a qui a sorbirti le seghe mentali di Will in attesa di veder volare i pugni.
Per quanto mi riguarda, il trucco funziona benissimo: la scena in questione è violenta e primordiale al punto giusto, e voglio proprio vedere come ci si tornerà dopo queste fatidiche dodici settimane.
Però bisogna anche dire che a me Hannibal piaceva anche prima, che me lo sarei visto anche senza scazzottata iniziale, e che quindi questa botta di violenza è un piacevole “di più”. Non so quanto basti a convincere chi finora ha rischiato troppe volte di annoiarsi con le elucubrazioni psico-filosofiche di Lecter e compagni, e non parliamo dei molti spettatori (specialmente fanciulle) che si confessano in difficoltà di fronte agli elementi più truci e stomachevoli di una serie che sembra fatta apposta per la cable e invece va su NBC.
Probabilmente non servirà a molto. Noi intanto rimaniamo qui finché ce n’è, poi amen.