13 Febbraio 2014 2 commenti

Broad City – La comedy indie che fa concorrenza a Girls di Marco Villa

Se vi interessa Girls, ma non sopportate Lena Dunham, ecco a voi Broad City

Copertina, Pilot

broad city serie tv comedy central 1

Una delle serie che ha più diviso il pubblico in questi anni è Girls. La storia ormai la conoscete tutti: quattro ragazze diversamente realizzate che angosciano e si angosciano a New York. Qui a Serial Minds siamo grandissimi fan di Girls: ci fa ridere, ci fa venire ogni tanto la lacrimuccia. Certo, Lena Dunham e il suo personaggio Hannah Horvath sono tra le figure più respingenti e scostanti della serialità tutta, ma la serie è talmente bella che non possiamo farci nulla. Ci piace un botto.

Se l’idea di Girls vi piace, ma proprio non ce la fate a sopportare Lenona nostra, ecco che arriva da Comedy Central Broad City. Siamo sempre a New York, protagoniste sono sempre delle ragazze e pure loro hanno velleità artistiche come Lenuccia del nostro cuore. La serie è stata creata da Ilana Glazer and Abbi Jacobson, che sono anche le attrici protagoniste. Broad City nasce come web series, prodotta e realizzata tra il 2008 e il 2011 e con una certa Amy Poehler, a cui vogliamo ancora più bene che a Lenetta adorata, tra gli executive producer.

Broad City racconta le storie di due personaggi che si chiamano esattamente come le attrici e che sognano di sfondare in lavori artistici. Nel frattempo si arrabattano come possono: Abbi lavora come inserviente e pulitora in una palestra colma di teste di cazzo incommensurabili, mentre Ilana mette tutta la sua creatività negli annunci di una specie di Groupon.

broad city serie tv comedy central 2

Nella prima puntata l’obiettivo di entrambe è portare a casa soldi per riuscire a imbucarsi a un secret show di Lil Wayne, posto perfetto – secondo le due ragazze – per trovare contatti e inserirsi nel giro giusto. Per tirare su il denaro, provano a suonare i bonghi al parco, ma finiscono per farsi pagare facendo pulizie in biancheria intima per un pervertito che si eccita in questo modo.

Il pervertito di cui sopra è interpretato da Fred Armisen, presenza fissa di un certo giro di comici e protagonista e autore di Portlandia. E proprio Portlandia è l’esempio più chiaro da fare per dare un’idea del clima di Broad City: di nicchia e super-intelligente. Non è una serie in cui si ride apertamente, né ci sono battute facili da sitcom generalista. Come atmosfera, poi, non siamo lontani da quel mezzo capolavoro che è Frances Ha, l’ultimo film di Noah Baumbach con protagonista l’attrice idolo Greta Gerwig (di cui parleremo anche oggi pomeriggio per un brutto brutto motivo). Una serie indie, insomma, nonostante il poco senso che può avere ormai questo aggettivo.

broad city serie tv comedy central 3

Broad City ha una vena comica mai esplicita, un’estetica estremamente low budget, un tocco surreale e un tono che sembrano calibrati al millimetro. Il pilot è tutto tranne che perfetto (alcuni scivoloni registici ENORMI fanno cadere un po’ le braccia), ma funziona bene e mostra come la serie abbia delle potenzialità davvero grosse. Ho iniziato a parlare di questa serie citando Girls, chiudo allo stesso modo: ambientazione e trama sono simili, ma l’approccio è completamente diverso. Ed entrambi funzionano.

Perché seguirlo: per atmosfere, tono e personaggi. E per un gusto indie che in tv si trova di rado

Perché mollarlo: perché è una serie piccola così e magari a voi piacciono quelle grandi così

 



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