Girls – La terza stagione e il salto di qualità di Lena Dunham di Marco Villa
Girls ritorna con due puntate bellissime
Girls ci piace tanto, tantissimo. Anche quando in molti iniziavano a stancarsi dei problemi di Hannah e dell’egocentrismo di Lena Dunham, noi siamo andati avanti per la nostra strada. E siamo contentissimi di averlo fatto, perché la partenza della terza stagione di Girls ci mette davanti a una serie che ha raggiunto un livello altissimo.
Le due puntate che inaugurano la terza stagione di Girls girano entrambe intorno allo stesso tema: Adam che deve sopportare le amiche di Hannah e i loro cazzi. Uno spunto facilissimo, che funziona alla perfezione e che, nonostante la doppia durata, non stanca. Il motivo? Le puntate di questo doppio debutto di Girls sono tra le migliori mai scritte nella serie. Non le più belle, non le più emozionanti, ma le migliori. Quelle in cui tutti gli elementi e tutti i personaggi sono al posto giusto e le cose filano alla grande, senza intralci, intoppi o sbandamenti.
Rispetto al solito, viene data maggiore importanza alla parte comedy, con i problemi dei protagonisti tenuti sullo sfondo e mai esplicitati per davvero. Per una volta, infatti, viene privilegiata la relazione tra i vari personaggi e non gli aspetti narcisistici di ognuno di loro. Emerge così il rapporto da coppia quasi normale tra Hannah e Adam, le normalissime reazioni di quest’ultimo ai compromessi della vita a due (fantastico il gesto di stizza nel momento in cui Jessa rivela che si è fatta venire a prendere in macchina per puro egoismo), la leggerezza senza patemi di Shoshanna quando non è messa di fronte a scelte o situazioni complicate.
L’unica a essere incasinata è Marnie, sospesa tra la storia finita con Charlie (tranquilli, non vi siete persi un pezzo: semplicemente Cristopher Abbott, che lo interpretava, ha lasciato il cast al termine della seconda stagione) e quel gatto attaccato ai coglioni che è sua madre. Chi non può invece fare a meno di ricorrere massicciamente al proprio ego è Jessa, che è anche la sola a non aver fatto un mezzo passo avanti rispetto al passato, trovandosi di nuovo incastrata in una situazione (la clinica di rehab) per il fatto di non aver voluto prendere una decisione, preferendo boicottare il mondo brutto e cattivo che la circonda, invece di assumersi una responsabilità e provare a costruirne uno che la possa fare stare bene.
Con queste due puntate, Girls sembra aver voluto compensare la piega super-tragica presa in alcuni momenti della seconda stagione: la scena di Hannah con il cotton fioc o i tic della protagonista avevano dato un taglio ben poco leggero. Qui c’è una sorta di tabula rasa, che ha inoltre l’enorme pregio di portare tutta la serie tv a un livello di scrittura eccezionale.
Se i dubbi sulla terza stagione potevano essere legati a un meccanismo che rischiava di essere ormai logoro, queste due puntate sono la migliore risposta possibile. Una frase come “Quanto mi girano i coglioni che mi piace così tanto” (cit. fidanzata del Castelli) potrebbe essere un riassunto perfetto della reazione che in molti possono avere: Lena Dunham e i personaggi di Girls probabilmente non smetteranno mai di suscitare in tanti fastidio (quando non addirittura odio), ma quelli sono questioni di pelle dei singoli spettatori, perché di fronte a queste due bellissime puntate non si può fare altro che applaudire.