31 Ottobre 2013 4 commenti

Halloween – Le 5 serie tv horror più belle e assolutamente da vedere di La Redazione di Serial Minds

Le 5 migliori serie tv horror per chi vuole passare Halloween sul divano

[LEGGI GLI SPECIALI DI SERIAL MINDS SULLE SERIE TV IMPERDIBILI]

Arrivare ad Halloween e fare una lista delle “cinque serie horror di cui bisogna avere visto almeno una puntata” è una scelta relativamente facile. Certo, devi dare per scontato che quasi tutti quelli che ti leggono non saranno d’accordo al 100%, per questa o quella mancanza, e che dovrai convivere con qualche insulto. Ma fa parte del gioco.

Quello che è decisamente meno semplice è la scelta di cosa sia effettivamente “horror”, e cosa invece vada tenuto fuori. Alla fine di questo paragrafo non c’è alcuna risposta definitiva e “oggettiva” (parola che dovete dimenticare ogni volta che discutete di prodotti di intrattenimento), semplicemente perché nella sua storia il genere horror ha influenzato così tante storie e mezzi di comunicazione da rendere sfumata e traballante ogni sua definizione restrittiva. Se andate su google e cercate listoni di serie tv a tema horror escono alcuni risultati che dal nostro punto di vista sono quanto meno spuri, o comunque troppo sbilanciati su componenti “altre”. Penso a molte declinazioni del vampirismo recente, che coi Vampire Diaries e i True Blood scivolano nel teen drama o nel grottesco, o a mezzi thriller che potranno avere anche ascendenze horror (tipo Under the Dome), ma che a conti fatti sono più che altro delle cagatone buone per farsi intrattenere per un’estate.

Dal nostro punto di vista, l’horror vero non genera solo spavento o ribrezzo, ma instilla nello spettatore un elemento di inquietudine, lo strappa dal comodo divano per trasportarlo in una dimensione dove tutto è possibile, e quasi nulla è buono.
Per questo, anche se non tutte queste serie sono dichiaratamente e solamente “horror”, per noi sono cinque pilastri su cui basarsi se si vuole avere un’idea di cosa significhi fare (buon) horror in televisione. Le presentazioni sono di Diego Castelli (DC) e Marco Villa (MV)

 

– TWILIGHT ZONE – AI CONFINI DELLA REALTA’ –

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Questa è, tra le cinque, la serie tv che si offre alle interpretazioni più varie. Il suo carattere di serie antologica, in cui ogni episodio racconta una storia a sé stante con personaggi e attori quasi sempre diversi, le ha permesso di toccare molti temi differenti, dal fantasy e alla fantascienza. Ma va comunque inserita in questo compendio proprio per il suo carattere di apripista (inizia nel 1959), di nume tutelare verso il quale moltissima serialità successiva deve tanto, se non addirittura tutto. Se pensiamo all’anno di produzione, Twilight Zone ci appare ancora oggi come un incredibile magazzino di idee e spunti, moltissimi dei quali capaci di calare sullo spettatore quel velo di inquietudine e indecidibilità di cui parlavamo prima. Non serve aver visto tutti i 150 e passa episodi, né avere tutti i cofanetti dvd. Basta anche un po’ di youtube e qualche episodio prestato qui e là: se pensate a quello che doveva essere il pubblico della fine degli anni Cinquanta (sicuramente meno smaliziato e saturo di immagini rispetto a quello di oggi), è facile immaginare quanto una serie come Twilight Zone possa aver influenzato un’intera generazione, creando fantasmi e riflessioni che avrebbero influenzato la produzione culturale da lì ai decenni successivi. Senza contare, molto più banalmente, che alcuni episodi riescono a mettere angoscia ancora oggi. (DC)

– DEAD SET –

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Il genio. Dead Set è il genio applicato alla serialità televisiva. Il genio in questione è quello di cui abbonda Charlie Brooker, autore inglese creatore di questa serie e del successivo (altrettanto imperdibile) Black Mirror. Come tutte le serie geniali, il concept è di una semplicità disarmante: in Inghilterra scoppia un’epidemia di zombie, la nazione è distrutta, gli ultimi superstiti sono quelli che hanno meno contatti con il resto del mondo, ovvero i concorrenti e i lavoratori del Grande Fratello. Tutta la serie è fatta dal progressivo avvicinamento degli zombie alla casa e dalla reazione di concorrenti e staff, che si trovano incastrati e senza nessuna possibilità di salvezza. Oltre all’idea brillantissima di base, potete tranquillamente immaginarvi gli sviluppi a base di idioti e strappone che non riescono a mettere in comunicazione i propri neuroni, a cui si somma una storia d’amore e vari rapporti interpersonali che vengono fatti deflagrare dalla tragedia zombesca. Dead Set è una serie che vi guardate in una notte (magari stanotte, se volete scappare dalle feste): la prima puntata dura quaranta minuti, le altre quattro sono di venti minuti ciascuna. La notizia ancora più bella è che ve lo vedete direttamente su YouTube, in lingua originale con sottotitoli e, per una volta, in modo perfettamente legale. (MV)

– AMERICAN HORROR STORY –

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Se c’è una serie che dichiaratamente ha deciso di rivoluzionare il mondo dell’horror in televisione, quella è American Horror Story. Lo dice già il titolo, pretenzioso e altisonante come pochi. Lo dice poi il modo in cui vengono affrontati i cliché del genere. Nel primo episodio, uno dei pilot più potenti e discutibili di questi anni, vengono snocciolati tutti i punti immancabili e irrinunciabili della narrazione classica de paura. Il bello di American Horror Story (creata dai padri di Nip/Tuck Ryan Murphy e Brad Falchuk) è che non c’è una scelta: tutto il mondo dell’horror viene centrifugato dentro le singole puntate, puntando sempre sull’accumulo e sul “meglio dieci robe in più che mezza in meno”. Altro punto importante è la struttura della serie: nell’autunno 2013 è partita la terza stagione di American Horror Story, che ha continuato la tradizione delle stagioni precedenti: cambia completamente l’ambientazione, tutti i personaggi vengono azzerati, riparte una storia nuova, ma diversi attori ritornano, seppure interpretando personaggi differenti. Trattasi di genialata, che permette allo spettatore di continuare a vedere visi a cui si è affezionato e, allo stesso tempo, garantisce totale libertà creativa agli autori, che non hanno vincoli di sorta con quanto raccontato in precedenza. American Horror Story è una serie tv atipica, a suo modo schizofrenica. E fa paura, davvero. (MV)

– THE WALKING DEAD –

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Parlando di horror televisivo nel 2013 (quasi 14) non si può prescindere da The Walking Dead. Al quarto anno di vita stiamo parlando di una serie che è ancora sulla bocca di tutti, capace di distruggere continuamente i propri record di ascolto alimentando un costante dibattito. Ma non sono i successi commerciali a interessarci. The Walking Dead non figura in questo elenco perché “ci sono gli zombie” o perché “la guardano tutti”. Quello che ci interessa è la costante ricerca dell’”orrore” inteso in senso pienamente umano. Orrore come superamento di quei limiti che le persone credono invalicabili, e che invece diventano più sfumati quando in gioco non c’è solo la dignità o l’etica, ma un valore ben più primitivo come la sopravvivenza. The Walking Dead, dunque, non suscita orrore perché i protagonisti devono spaccare la testa ai morti. Suscita orrore perché si sofferma a lungo sul fatto che quegli stessi morti sono amici, fratelli o amanti, e lo spettatore è portato a ragionare su cosa farebbe lui in una situazione del genere, rendendosi conto che non esiste quasi mai un’alternativa che possa considerarsi pienamente soddisfacente. The Walking Dead, a prescindere dai momenti di “spavento” o “suspense”, cala lo spettatore in un mondo in cui le cose andranno sempre male, dove la speranza svanisce giorno dopo giorno. E questo ci terrorizza ben più di qualunque cadavere ambulante. (DC)

– THE X-FILES –

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Avete presente il pippone fatto dal mio socio in apertura? Ecco, se leggendo il titolo The X-Files avete iniziato a mugugnare, andate a rileggervi il pippone e capirete perché questa serie tv non poteva non stare in questa lista. The X-Files è un gigantesco contenitore di angosce e paure, diligentemente spezzettate in 202 episodi (un po’ il contrario di quella centrifuga che è American Horror Story). Alieni, mostri vari, mutazioni umane, complotti, The X-Files è stato per quasi dieci anni qualcosa che provava a scavare nelle ossessioni americane, per poi risputarle filtrate dalle paranoie di una delle coppie di protagonisti più celebri della televisione, ovvero Mulder&Scully, scritto così, come se fosse il nome di un’autofficina dell’Ohio. La serie di Chris Carter è riuscita a entrare nell’immaginario collettivo di tantissimi, facendo un po’ da ponte tra la serialità vecchia e quella nuova, considerando sempre il 1999 del debutto dei Sopranos come anno simbolico della transizione. Senza The X-Files sarebbero stati impensabili Lost e ovviamente Fringe, che della serie tv di Carter è figlia dichiarata. A rivederlo oggi, un po’ di vecchiume si avverte, ma la potenza di quei casi secretati e una delle tensioni sessuali irrisolte più forti della tv valgono assolutamente lo sforzo. (MV)

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