Grimm – La terza stagione delle fiabe della buonanotte di Francesco Martino
Ripartono le fiabe della buonanotte con i mostri
Circa due anni fa ad Hollywood avevano deciso che il nuovo trend televisivo sarebbero state le fiabe. Alla luce di questo, due emittenti televisive – ABC e NBC – avevano deciso di dire la loro tirando fuori dal cilindro due serie dallo spunto simile ma, in realtà, totalmente agli antipodi. La prima, come avrete capito, è Once Upon A Time, iniziata dal sottoscritto con tanto amore e dedizione, ma in seguito abbandonata senza scrupoli causa la sua trasformazione in una soap opera disneyana. L’altra invece era Grimm, il brutto anatroccolo della rete del pavone, che rileggeva in chiave poliziesca e moderna i racconti dei due fratelli più amati – ed abusati- delle fiabe per bambini.
Da quel momento sono trascorse due stagioni e la serie, come spiegato dal Castelli, è riuscita a trasformarsi, dal brutto anatroccolo che era, in un cigno – o pavone, per rimanere in tema con il simbolo NBC. Riuscendo ad imparare dai suoi errori il supernatural drama del semisconosciuto Stephen Carpenter (la sua pagina wikipedia metterebbe tristezza a chiunque) ha saputo trovare il suo passo, riducendo drasticamente le proposte narrative e inquadrando perfettamente un unico bersaglio, concentrandosi sull’orizzontalità della trama che tanto era latente nello show. Lo scorso anno avevamo lasciato il detective Nick Burkhardt (discendente dei Grimm, una famiglia di cacciatori di mostri) alla prese con un’orda di finti zombie creata da Eric Renard, cattivissimo fratello del capo di Nick e potente membro delle famiglie reali, intenzionato a rapire il nostro Grimm per renderlo inerme sotto il suo controllo.
Questa season première procede in modo decisamente lineare, senza voler strafare negli avvenimenti e nel voler sorprendere lo spettatore con colpi ad effetto, ma dandoci un’idea parziale del main theme che caratterizzerà questa terza stagione. Lo scontro tra le due compagini, quella di Nick e quella della Royal Family, sembra infatti destinato a giungere ad una parziale resa dei conti nel corso dei prossimi episodi. La speranza è che gli autori sappiano mantenere quella linearità vista negli ultimi episodi; una qualità che era stata in grado di dare alla serie un’aria decisamente più impegnata e liberandola di quell’odiosa manciata di episodi filler utili solo all’enciclopedizzazione dei vari mostri. So che trattandosi della NBC dovrei mantenere le attese ad un livello medio basso, ma Grimm ha fatto vedere cose molto buone creando degli ottimi personaggi – Monroe in primis – e generando un alone di curiosità attorno al suo proseguimento (vedi il super-Nick apparso brevemente in uno spot).
Sarebbe davvero un peccato buttare tutto l’ottimo lavoro fatto e, pur consapevole di aver davanti in network che è riuscito a rendere Chuck un enorme product placement, incrocio le dita sperando che Grimm diventi una di quelle serie lunghe, interminabili e spesso tirate per i capelli, ma fatte solo di sanissimo e ben riuscito entertainment.
Perché continuarlo: perché la serie è finalmente sui giusti binari e promette del sano intrattenimento
Perché mollarlo: perché non si è amanti del sovrannaturale