Finale Under the Dome – Ma che vi aspettavate? di Diego Castelli
Finale farlocco per serie farlocca. O così o niente.
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OCCHIO, SPOILER!!!!
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Sento nell’aria un certo fastidio per il finale di stagione di Under The Dome. Leggo da più parti messaggi di feroce acrimonia, come se la serie avesse infangato il buon nome di Stephen King o calato cumuli di sterco su spettatori ingenuamente accoccolati al calore di un buon concept.
Ora, io un post sul finale di Under The Dome non volevo neanche farlo, non mi sembrava così significativo da giustificare lo sbattimento. Poi però il Villa, che è bravo pianificatore e sottile recettore delle tendenze della modernità, mi ha detto “oh, forse è il caso che parliamo anche noi di una serie di cui nel bene o nel male parlano tutti”.
Non ha mica tutti i torti.
E allora innanzitutto vi dico che sì, non è stato un gran finale. Anzi, è stato un finale piuttosto brutto. I meccanismi legati ai quattro ragazzi hanno ormai raggiunto un livello di complicazione totalmente anti-pathos: tocchiamo la cupola piccola insieme che così succedono cose. Poi non succede niente, allora tocchiamo insieme la cupola grande e vediamo i fastasmi. Poi di nuovo quella piccola e aspettiamo che si schiude il bozzolo. Poi aspettiamo che la farfalla uscita dalla piccola cupola sopra l’ovetto kinder si posi su qualcuno investendolo di mistica autorità. Poi andiamo nel bosco con l’ovetto kinder e vediamo nostra madre morta usata come mezzo di comunicazione da un’entità probabilmente extraterrestre che ci parla per enigmi perché non sia mai che qualcuno ci spieghi qualcosa.
All’interno di questo lungo processo un po’ di ridicolo c’è, inutile negarlo.
E l’ultima scena è un cliffhanger davvero pessimo, banalmente perché non si capisce cosa succede e quindi in realtà non ci fa rimanere in attesa di niente. L’ovetto kinder viene buttato in acqua e caccia fuori uno spettacolo pirotecnico degno di Disneyworld. Occhei, e adesso cosa dovrebbe succedere? Non siamo né spaventati né stupiti da rivelazioni apocalittiche o altro. C’è solo un sacco di luce fucsia, vabbe’.
Allo stesso tempo, e detto tutto questo, non mi è ben chiaro cosa vi aspettavate. Questo finale un po’ a cazzo di cane è del tutto in linea con il resto della stagione. Ve l’avevamo detto subito che Under the Dome era la Cagatona estiva del 2013, e così è stato.
Probabilmente la qualità complessiva è un po’ calata con l’andare degli episodi (il pilot rimane la puntata migliore), ma non mi pare di vedere un crollo da un un picco di grande fascinazione a un abisso di mediocrità. Under the Dome è una cagatona fin dall’inizio, e va presa così, anche con l’affetto giocondo che il termine “cagatona” ha su Serial Minds.
Non è la serie che manda fuori di testa e che ci fa pensare alla vita e alla morte. E’ un racconto di fantascienza con un bel concept, un discreto ritmo e una vasta selezione di difetti.
Quindi capisco benissimo che a molti non sia piaciuta e che l’abbiano abbandonata fin da subito. Capisco meno quelli che si lamentano solo del finale.
Poi vi dico, io l’anno prossimo vado avanti. Non perché sia un “gran bel telefilm”: se cerco Mad Men o Breaking Bad vado altrove. Ma perché è estate, c’è poca roba, qui succedono un sacco di cose, e mi rimane un po’ di curiosità di vedere quale immonda trashata si inventeranno per rappresentare i misteriosi alieni/creature/mostri che hanno fatto calare la cupola.
Ma così, in allegria, senza starci troppo a pensare, vivacchiando nella calura agostana. Sempre meglio che certe serie iperbanali che abbiamo visto questa estate, tipo Mistresses o King & Maxwell.
Poi però, finita la stagione, si passa oltre e si pensa ad altro. Semplice, no?
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